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Rimini

Lavoro nero stagionali. Chieppa (ispettore del lavoro): 'è un cancro diffuso'

In foto: Sul sito dell'Espresso si continua a parlare del lavoro nero nel settore alberghiero in Romagna. Parla Massimiliano Chieppa, direttore del servizio ispettivo del Dipartimento del lavoro di Rimini. 'In Romagna, le condizioni di impiego irregolare sono un cancro diffuso Per ragioni economiche e culturali'
Sul sito dell'Espresso si continua a parlare del lavoro nero nel settore alberghiero in Romagna. Parla Massimiliano Chieppa, direttore del servizio ispettivo del Dipartimento del lavoro di Rimini. 'In Romagna, le condizioni di impiego irregolare sono un cancro diffuso Per ragioni economiche e culturali'
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lun 23 ago 2010 17:31 ~ ultimo agg. 00:00
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In un articolo di Matteo Marini che appare oggi sul sito dell’Espresso, segnalato dall’associazione ‘Rumori sinistri’, si continua a parlare del lavoro nero nel settore alberghiero in Romagna. Parla Massimiliano Chieppa, direttore del servizio ispettivo del Dipartimento del lavoro di Rimini, che commenta le ragioni delle proteste dei lavoratori stagionali degli hotel Mosè di Torre Pedrera, del Maracaibo di Rivazzurra o del K2 di Cesenatico. Secondo Chieppa, in Romagna, le condizioni di impiego irregolare sono un cancro diffuso. Per ragioni economiche e culturali.
Il 70-80 per cento delle attività che controlliamo – dice Chieppa – ha delle irregolarità.
Gli ispettori del lavoro in provincia di Rimini sono 26 compreso il nucleo ispettivo che fa capo ai Carabinieri e controllano le oltre 4.000 attività della provincia su segnalazione da parte dei lavoratori oppure nei confronti di aziende già nel mirino per precedenti.
Quest’anno a luglio c’è stata una impennata delle denunce del 50%. Erano 106 da giugno a fine agosto nel 2009. Quest’anno sono 156. In parte è dovuto al fatto che c’è più urgenza di avere i soldi subito, I motivi di denuncia più frequenti sono i prospetti paga non corrispondenti alla realtà e la retrodatazione.
le realtà più problematiche sono negli hotel a di fascia media, i tre stelle.
In Romagna la mentalità è rimasta quella della conduzione famigliare, con certi ritmi stagionali. Dall’altra c’è il fenomeno degli hotel in affitto, che impone di fare utili.
La situazione qui si avvicina molto alle problematiche tipiche nel Sud Italia. ‘Il salto culturale’, dagli anni ’60 in poi – conclude chieppa – qui non c’è stato.

Il servizio su L’Espresso online.

(nella foto bove la protesta dei dipendenti dell’hotel Mosè)