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Rimini

Hotel Mosè. Questione turisti da appianare. Sui lavoratori attacca la Cgil

In foto: Non sembra destinato a concludersi con la chiusura dell'hotel Mosè di Torre Pedrera il dibattito sul modello turistico riminese e sul tema dello sfruttamento. La Cgil continua a chiamare in causa le associazioni su quello che definisce un problema di coscienza.
Non sembra destinato a concludersi con la chiusura dell'hotel Mosè di Torre Pedrera il dibattito sul modello turistico riminese e sul tema dello sfruttamento. La Cgil continua a chiamare in causa le associazioni su quello che definisce un problema di coscienza.
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ven 27 ago 2010 16:35 ~ ultimo agg. 00:00
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Da parte loro le associazioni, Aia in testa, si stanno dando da fare per trovare una nuova sistemazione ai turisti sfrattati dal Mosè: anche se quelli che hanno deciso di rimanere sembrano pochi.
Il numero di quante camere servano si va ancora definendo, anche con l’intervento dell’amministrazione, ma all’ufficio Iat di Torre Pedrera, sede anche di Rimini Reservation e del consorzio Torre Pedrera Hotels, hanno già cominciato a sondare il terreno, per trovare camere libere da questo week-end e dalla prossima settimana. Qui durante tutta l’estate, in realtà, anche ben prima che scoppiasse la bomba hotel Mosè, di tanto veniva qualche ospite dell’albergo a chiedere che gli trovassero un’altra sistemazione.

Oggi si cercano le camere dove poter mandare i turisti che eventualmente resteranno a finire la vacanza dopo la chiusura dell’hotel Mosè, con un’ordinanza che parte il prossimo lunedì. Stamattina, comunque, tra i pochi turisti che avevano voglia di parlare al rientro in hotel per il pranzo, l’intenzione prevalente era di anticipare la partenza. “Anticipiamo a domani la partenza, dovevamo restare fino a domenica” ci dicono da lontano in diversi: i più sono stanchi dell’attenzione mediatica, e vorrebbero solo cercare di godersi le ultime ore di mare. “Non so se tornerò più in Riviera, ma sicuramente non tornerò più a Torre Pedrera” – dice un turista bolognese. “Siamo rimasti molto male”.

Se per la maggior parte di chi sta ancora al Mosè la vacanza sarebbe comunque finita col week-end, resta però un’altra incognita: quella di quanti avevano prenotato per settembre. Costa Romagna si preoccuperà di avvertirli di quanto successo e di sistemarli da qualche altra parte? Anche su questo aspetto l’Aia spiega che cercherà di darsi da fare nei limiti del possibile. Ma è proprio l’attenzione esclusiva sulla tutela dei turisti, oltre che dei propri associati, ad essere criticata dalla Filcams, che continua a sollevare anche la questione degli ex lavoratori da ricollocare. Già il 18 agosto, spiega il segretario Mauro Rossi, dal sindacato era partita una lettera, indirizzata a Aia, Fipe, Confesercenti, Confocommercio e vicesindaco Gamberini, con un appello a trovare una soluzione dignitosa per i lavoratori. Allegati alla lettera ci sono anche i cellulari dei lavoratori da diffondere, c’è scritto, “tra i vostri Associati”.

Al centro della questione, poi, ora non ci sono solo i lavoratori del Mosè: al sindacato si stanno rivolgendo, per le vertenze, anche ex dipendenti di altri hotel della catena, Maracaibo, Zodiaco e Boom. Situazioni sin qui solo parzialmente venute fuori, perchè con piccole cifre, fino a oggi, i dipendenti sono stati tenuti a bada dalle direzioni di quegli alberghi, ma che ora rischiano di esplodere da un giorno all’altro.

Il comunicato della Cgil:

Le furbesche prese di distanza non possono nascondere ormai l’insostenibilità del modello turistico riminese. Per la Filcams CGIL, la chiusura del Mosè e le levate di scudi non devono gettare fumo negli occhi:

Le furbesche prese di distanza non possono nascondere ormai l’insostenibilità del modello turistico riminese. Per la Filcams CGIL, la chiusura del Mosè e le levate di scudi non devono gettare fumo negli occhi: il sindacato tira in ballo l’intero settore turistico, che da una parte si scaglia contro chi non rispetta le regole, dall’altra, come evidenziano recenti controlli, evidenzia al suo interno gravi sacche di irregolarità Occorre ripensare il modello con tutte le parte sociali, ribadisce la Filcams. La qualità dei servizi passa dal rispetto delle regole. Anche se a Rimini, conclude la nota firmata dal segretario Mauro Rossi, non è così ovvio.

La nota della Filcams:

Torre Pedrera: simbolo dell’incapacità gestionale, dell’illegalità e della mancanza di serietà imprenditoriale!
La vicenda, che ha coinvolto e continua a coinvolgere diverse strutture alberghiere all’interno delle quali opera la ormai
“tristemente famosa” Costa Romagna, ha scatenato, su più fronti, alzate di scudi e prese di posizione – più o meno coerenti – anche da parte delle varie associazioni imprenditoriali.
Oltre che ad accendere i riflettori su problematiche che, a nostro parere,
non sono solo riconducibili ad un unico imprenditore e/o “tipologia” di imprenditori, tale situazione mette in evidenza l’ormai insostenibile ed inaccettabile “modello turistico” che, a prescindere dalle responsabilità
dei singoli, richiede uno sforzo di analisi che deve necessariamente andare “oltre” la singola vicenda!
C’è chi si preoccupa dei turisti e dell’immagine del territorio, della “cattiva pubblicità” che in questo ultimo periodo ha coinvolto non solo le strutture direttamente interessate ma “RIMINI” in senso lato…… A prescindere dalle responsabilità imprenditoriali che saranno definite alla fine dei percorsi intrapresi dagli organi ispettivi istituzionali e delle azioni legali che le parti interessate vorranno mettere in campo, val la
pena riflettere sulla necessaria condivisione di un “modello turistico riminese” che non può non coinvolgere a tutto campo e senza riserva
alcuna ( …e tanto meno senza furbesche prese di distanza….) di tutte le parti sociali coinvolte….
Le dichiarazioni da parte dell’Ispettorato riportate dagli organi di stampa in questo periodo e i risultati delle ispezioni da parte della Finanza, non solo non ci consolano, ma evidenziano anche che nel nostro territorio
esiste un “modus operandi” che proprio con il rispetto delle regole ha poco a che fare…..
Ormai non ci si scandalizza più del “mancato riposo” e degli interminabili turni di lavoro degli stagionali….. e nemmeno del fatto che vengono retribuiti a fine stagione (…e anche con compensi inferiori al dovuto….)
E se ciò produce immancabilmente problemi di sicurezza (…turni estenuanti non garantiscono certo l’attenzione dovuta e la capacità di salvaguardia dell’incolumità fisica….) e una scarsa qualità nei servizi offerti (…oltre ad aver bellamente calpestato tutti i diritti sul
lavoro…) sembra non preoccupare: pubblicizzare servizi e strutture a prezzi contenuti e concorrenziali sembra siano sufficienti a garantire la spendibilità del territorio sul “mercato del turismo”, senza invece
soffermarsi sulla reale qualità che poi, di fatto, può essere offerta in mancanza del rispetto delle regole.
E ancora, nel territorio riminese esistono strutture (…non solo alberghiere…) che operano nel pieno rispetto delle leggi e dei CCNL,
strutture ed imprese che, oltre a dover fare i conti con “la crisi” e con l’eccessiva pressione fiscale più volte denunciata da parte delle
associazioni datoriali, devono purtroppo fare anche i conti con i loro “collegi operatori” che del rispetto delle regole e delle Leggi hanno
ben poca coscienza e che, di fatto, non solo danneggiano i lavoratori, gli ospiti e la cittadinanza tutta (..alla quale sottraggono risorse…), ma danneggiano anche coloro che intendo essere “imprenditori” nel senso più nobile e completo della parola stessa.
Affermare, da parte di alcune associazioni, che è loro primo interesse tutelare i propri associati e i turisti, ci risulta riduttivo e, a nostro parere, poco lungimirante: i turisti, prima di essere tali in un ben definito momento del loro “tempo”, sono cittadini, lavoratori, pensionati, imprenditori, studenti…… che probabilmente, così come pongono attenzione negli acquisti “equo e solidali” e/o scelgono prodotti
di “marchi commerciali” che rispettano i diritti dei lavoratori, sarebbero contenti di utilizzare strutture, e quindi di partecipare alla sostenibilità e ricchezza di queste ultime, che non osano sfruttare nessuno!!!!
Sottolineare che la qualità dei servizi passa obbligatoriamente dal rispetto delle regole ci sembra ovvio, eppure ovvio proprio non è! (..cosa si evince da ciò, lasciamo libera interpretazione ai lettori…) .

COMUNICATO STAMPA
A ULTERIORE SPECIFICA DI QUANTO PUBBLICATO sulla stampa nelle ultime ore, a seguito del fatto che AIA a messo nel mirino la FILCAMS CGIL e il suo Segr. Generale, specifichiamo che riusciremo a farcene una ragione senza tanti turbamenti, ma il punto non è questo.
Alleghiamo al presente comunicato copia della lettera inviata il 18 Agosto a tutte le associazioni che associano ALBERGATORI e per conoscenza al vicesindaco per dimostrare che l’appello a trovare una soluzione al problema dei lavoratori del MOSE’ rappresentava come specificato nella telefonata che ha preceduto la missiva, a tutti i soggetti a cui è stata inviata, che era necessari trovare una soluzione per un gruppo di lavoratori e di lavoratrici che tra qualche giorno, dopo aver lavorato per il nostro sistema turistico, non avrebbero neanche avuto i soldi per tornare a casa loro!
Da questo punto di vista non è un problema che riguarda l’una o l’altra parte ma dovrebbe riguardare la coscienza di tutti!
A chi invece si erge a rappresentanza degli ALBERGATORI “che stanno nelle regole” chiediamo leggendo ciò che ha verificato l’ISPETTORATO DEL LAVORO e la GUARDI di FINANZA ( L’80% PER L’IPETTORATO E IL 100% PER LA FINANZA, DELLE STRUTTURE CONTROLLATE SONO RISULTATE CON IRREGOLARITA’ e ancora L’ISPETTORATO: QUELLO CHE è ACCADUTO AL GRUPPO COSTA ROMAGNA è UN CASO ISOLATO? NO E’ UN CANCRO DIFFUSO ORA SI PRENDONO DI MIRA I COPPOLA MA SONO COME UN CAPRO ESPIATORIO DIETRO IL QUALE SI NASCONDONO TUTTI GLI ALTRI! RIPORTATO DA L’Espresso del 24 Agosto) a chi sono associate queste strutture alberghiere? L’associazione degli Albergatori di Rimini ritiene di smarcarsi senza tentennamenti da queste strutture?
Concludendo per quanto riguarda gli Enti Bilaterali, gli stessi fanno parte delle previsioni inserite nel Contratto Nazionale dove all’interno vi sono sia i Associazioni dei datori di lavoro che le Organizzazioni Sindacali ma non possono sostituirsi per statuto agli uffici di COLLOCAMENTO.
Tanto era dovuto

FILCAMS CGIL Rimini
Segr. Gen. Mauro Rossi