La Marchioni (PD) in visita ai Casetti: per Cassiopea nessuna certezza su person
La visita, ricorda la parlamentare riminese, era programmata, segue altri incontri precedenti, e aveva all’ordine del giorno la situazione del carcere riminese, in attesa dell’arrivo del personale aggiuntivo che consenta l’apertura della nuova sezione a custodia attenuata.
“Il nome c’è già, sarà la sezione ‘Cassiopea’- prosegue la Marchioni – sono arrivati gli arredi che ne completano l’assetto, ma nonostante le molte dichiarazioni sulla priorità della sicurezza da parte del Governo, non è ancora in arrivo il personale, indispensabile per consentire l’apertura di questa nuova ala, con 50 posti di detenzione a custodia attenuata, la cui inaugurazione viene rinviata perché mancano le condizioni per gestirla”, ha proseguito la deputata.
“Il progetto di Cassiopea è una modalità di detenzione più ‘leggera’, ben applicata a Rimini, già sperimentata, e con buoni risultati,
nell’ultima fase di carcerazione; si avvale dell’apporto di educatori e psicologi, ed è efficace, perché è provato che sono molti di meno,
rispetto alle medie, quelli che, una volta scarcerati, tornano ‘dentro’.
La benassi ha fatto presente alla Marchioni che mancano però all’appello le unità aggiuntive richieste, sia della Polizia penitenziaria che del
personale civile, per poter far fronte agli impegni della nuova sezione. “Così come sono solo due i rinforzi arrivati per l’estate – dichiara la Marchioni – a fronte dei 5 dello scorso anno, e
nonostante il lavoro sia aumentato, e il carcere ora sia a disposizione di un territorio più ampio, dopo l’ingresso in provincia del sette comuni dell’Altavalmarecchia.”
“Agli slogan sulla sicurezza da garantire, il Governo deve far seguire i fatti, che si esprimono in personale e risorse: lo chiederò con
forza – conclude la Marchioni – per garantire condizioni dignitose di detenzione per chi ha sbagliato, sta pagando e deve avere opportunità di ricominciare, e sono più di 200 in questo momento i detenuti a Rimini; e per tutti coloro che lavorano nel carcere, sia i poliziotti che i civili”
(nella foto Bove, Carla Benassi)