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Al Palas arriva Castelli: ‘Non serve il sequestro ma l’indagine vada avanti’

Più che una visita, quella di Castelli di ieri sera, semplicemente uno sguardo al Palas. Ad accoglierlo, oltre ai giornalisti, un ingegnere, il dottor Schellino, uno dei responsabili tecnici dell’impresa di costruzione, amico di infanzia del viceministro che ha detto di essere lì per caso. Tra lui, difensore della regolarità dell’opera, e l’onorevole Pini, che ha ribadito la richiesta di controlli, si è aperto un piccolo battibecco, con in mezzo Castelli. “Se dice che c’è solo un pilastro sfigato, allora siete stati sfortunati, perchè nel controllo che è stato fatto è stato trovato proprio quello” – ha esordito Pini. “E’ un pilastro assolutamente normale!” ha risposto l’ingegnere. “Sono qui per difendere un lavoro tecnicamente apprezzabile, importante per la città di Rimini e che non ha assolutamente problemi statici”. “Mi fa molto piacere questo incontro casuale…” ha continuato ironicamente Pini. “Il mondo è piccolo…” ha riso Castelli. Alla fine è arrivata una stretta di mano e l’invito al viceministro a venire a vedere la struttura in altre circostanze.

Dopo questa parentesi, il viceministro ha chiarito che per il momento non serve alcun sequestro e che del caso non può occuparsi il Consiglio superiore dei Lavori pubblici perchè la competenza sull’opera è della Regione, aggiungendo che la magistratura non può non fare chiarezza visto quanto scritto negli esposti.

“In prima battuta – ha detto Castelli – la responsabilità di rilasciare il certificato di conformità dell’opera spetta agli organismi tecnici della Regione. Il ministero non ha diretta giurisdizione. E’ chiaro che è interesse di tutti arrivare alla verità. Il Consiglio Superiore dei Lavori pubblici è già intervenuto su alcune questioni specifiche, tipo la qualità degli acciai. Siamo i primi, naturalmente, ad augurarci che sia tutto a posto, anche perchè sono stati spesi tanti soldi pubblici”.

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