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70% riminesi si riversa sulla costa. Vitali: serve piano strategico provinciale

Il comune più piccolo della provincia è Morciano, con appena 5,4 km quadrati di superficie, davanti a Cattolica con 6,1; il più esteso invece è Rimini, con oltre 135 kmq, seguito dai nuovi arrivati Sant’Agata e Pennabilli. È uno dei dati delle statistiche sulla popolazione riminese che evidenziano come il 70% degli abitanti risiede nelle realtà costiere. Due sono i comuni con meno di 1.000 residenti, Casteldelci e Maiolo, quello più popoloso è invece il capoluogo con oltre 141mila abitanti (cresciuti di 10mila unità nell’ultimo decennio) davanti a Riccione (35mila) e Santarcangelo (21mila). Proprio la Perla Verde ha la densità abitativa più elevata, oltre 2000 abitanti per kmq, dopo Cattolica che ne ha oltre 2700 ed è, secondo gli esperti, ad un punto di saturazione. Da segnalare gli exploit positivi di San Clemente e Montescudo, che hanno più che raddoppiato la popolazione nell’ultimo decennio e di Bellaria che negli ultimi 5 anni ha aumentato i residenti di 5mila unità arrivando a 19mila, col 15,5% di abitanti tra 0 e 14 anni (anche se i comuni con più giovani sono Torriana, San Clemente e Montescudo, intorno al 16,5%). Sempre Bellaria è però la realtà più multietnica della provincia col 12,8% di stranieri sul totale dei residenti, rispetto ad una media provinciale del 9,4 e al picco in basso di Casteldelci (2,2). Il numero maggiore di stranieri, in valore assoluto, risiede però a Rimini. Le etnie più rappresentate sono Albanesi e Rumeni. Tornando all’età, il 20,6% della popolazione è over 65 con punte verso l’alto a Cateldelci (30%) e verso il basso a Montecolombo (12%).

Per quanto riguarda i flussi, la ricerca si sofferma su quelli da e per l’Alta Valmarecchia. ” “Si tratta – spiega Rossella Salvi dell’Ufficio Statistico provinciale – di flussi che esistevano già prima del passaggio dei 7 comuni. Attualmente sono 7.032 le persone immigrate dall’Alta Valmarecchia (il 76% ha più di 50 anni ed il comune di arrivo è Rimini nel 63% dei casi) mentre sono 2.145 i riminesi trasferitisi in Alta Valmarecchia (il 43% tra i 30 e i 50 anni e spesso per loro è un ritorno al comune di nascita).”

Oltre il 43% della popolazione provinciale risiede a Rimini e quasi il 25 negli altri comuni della costa. Un dato che evidenzia come negli ultimi anni la tendenza a migrare verso l’entroterra, legata spesso al prezzo più contenuto delle abitazioni, si sia bloccata lasciando il posto ad un processo inverso dovuto alla crisi e ai maggiori sbocchi lavorativi nelle realtà rivierasche. Si tratta di considerazioni che impongono una seria riflessione per non svuotare l’entroterra di persone e risorse. Tanto più con l’arrivo dei sette comuni dell’Alta Valmarecchia.
“E’ necessario rivedere il progetto della provincia in generale – spiega il presidente della provincia Stefano Vitali – perchè la cartolina del nostro territorio, con l’arrivo di una realtà così grande, è decisamente cambiata. Ci siamo accorti che l’economia non può più essere basata solamente su quello che accade sulla costa ma abbiamo bisogno di tenere conto dell’intera realtà provinciale. L’entroterra non deve essere solo un luogo di passaggio o un posto dove tornare a dormire per poi andare a lavorare da un’altra parte. Lo sviluppo del territorio deve essere per forza a 27 comuni e per questo – spiega ancora Vitali – è necessario partire subito col progetto del piano strategico provinciale. Abbiamo terminato il percorso di quello del comune di Rimini con la creazione dell’Agenzia e da settembre dobbiamo ripartire con questo nuovo progetto. Sarà più complicato, perchè ci sono 26 comuni ed innumerevoli associazioni, ma l’obiettivo è avere una visione globale della provincia. Un documento che sappia armonizzare lo sviluppo esaltando le singole peculiarità”.

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