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Cronaca Rimini

Sparatoria in via del visone. Tre arresti. Trovate le armi sepolte in giardino

In foto: Il movente è ancora da svelare ma gli investigatori della Squadra Mobile di Rimini hanno arrestato tre persone delle otto finite in questura ieri. Si tratta di due donne croate e un uomo albanese che ha esploso il colpo nel salotto dell'abitazione in via del visone a Rimini.
Il movente è ancora da svelare ma gli investigatori della Squadra Mobile di Rimini hanno arrestato tre persone delle otto finite in questura ieri. Si tratta di due donne croate e un uomo albanese che ha esploso il colpo nel salotto dell'abitazione in via del visone a Rimini.
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lun 15 mar 2010 13:49 ~ ultimo agg. 00:00
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Resta sempre il sospetto che si tratti di un tentativo di estorsione o un regolamento di conti per questioni di soldi, ma nella conferenza stampa di oggi, sul movente non è stata fatta chiarezza. La novità è che sono state ritrovate le armi e arrestate ‘solo’ tre delle 8 persone finite in Questura ieri. Si tratta di due donne croate: Nada Hrvatin di 37 anni e Dabelic Zrinka di 40 anni, e un uomo albanese, Habil Dervisha detto ‘bush’ di 33 anni, che ha esploso il colpo di pistola nel salotto in casa del serbo in via del Visone. Cinque invece le persone denunciate in stato di libertà. Gli investigatori hanno appurato che si tratta di due fazioni opposte di extracomunitari.

Dopo l’allarme lanciato dal serbo residente in via del Visone, la Squadra Mobile ha cominciato le indagini che si sono concluse all’alba di oggi.
Tutti gli arrestati gravitavano attorno al night club ‘La Perla’ di Riccione, le due donne si occupavano della gestione, l’uomo buttafuori nel locale.
A casa del serbo, 39 anni, residente a Rimini da 11, commerciante d’auto, sposato, con un figlio, ci sono andati il buttafuori e Nada, con l’intenzione di ‘chiarire’ alcune questioni. Il diverbio con il serbo è cominciato fuori, in giardino (davanti le telecamere di videosorveglianza) poi, sotto la minaccia della pistola estratta dall’albanese, è continuato in soggiorno, dentro casa. Il colpo è stato esploso dall’albanese quando anche il padrone di casa ha estratto la pistola. Il proiettile ha frantumato un vetro della villetta. La scena si è consumata sotto gli occhi di due amici del serbo, suoi ospiti in quel momento. Uno di questi è stato poi denunciato per detenzione illegale di munizioni per aver nascosto i proiettili dentro la sua auto, su richiesta dell’amico. I due malviventi sono scappati a bordo dell’auto del serbo (un Audi A6, da qui l’accusa di rapina aggravata), portandosi dietro anche la sua pistola. A questo punto entra in scena la Zrinka, domiciliata a Riccione, alla quale i ‘colleghi’ hanno consegnato le armi che lei ha dovuto occultare. Le due pistole calibro 7.65, sono state ritrovate sepolte nel giardino di una casa abbandonata in via Dante a Riccione, sotto una pietra.
L’Audi del serbo è stata ritrovata dalla polizia in via Portofino a Riccione.
Anche lui è stato denunciato per porto e detenzione abusiva di armi e munizioni. Al pronto soccorso gli hanno dato qualche giorno di prognosi per l’aggressione fisica subita dal buttafuori. Per gli arrestati le accuse sono di porto e detenzione abusiva di armi e munizioni, lesioni personali, rapina aggravata e favoreggiamento. Le due donne arrestate sono nel carcere di Pesaro e Forlì, l’uomo ai Casetti di Rimini.

(foto bove)