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Alex Zanotti, il racconto della Dakar alla conviviale del Panathlon Club Rimini

In foto: Alla serata ha partecipato anche il presidente della Federazione sammarinese motociclistica, Amedeo Michelotti.
Alla serata ha partecipato anche il presidente della Federazione sammarinese motociclistica, Amedeo Michelotti.
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mer 17 feb 2010 14:25 ~ ultimo agg. 00:00
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Emozioni fresche di pochi giorni, racconti dell’“Avventura” per eccellenza, quella con la A maiuscola. Alla conviviale del Panathlon Club Rimini di febbraio, svoltasi ieri sera all’Hotel Clarion Admiral Palace di Rimini, era presente Alex Zanotti, fantastico protagonista della Dakar di quest’anno – si legge in una nota del Panathlon Club Rimini -. Assieme a lui ha discusso di motociclismo e risposto alle domande dei soci il presidente della Federazione sammarinese motociclistica, Amedeo Michelotti.
Titolo della serata “ALEX ZANOTTI, CAMPIONE DEL MOTO RALLY”.
Il sammarinese Zanotti, più volte campione italiano del moto rally e 3° al Rally dei Faraoni di due anni fa, ha disputato la Dakar in sella a un’Aprilia ufficiale come portacolori del team Giofil. I risultati sono stati ottimi, 18° nella classifica generale e 2° in quella di classe (450).

«C’è grande passione, una preparazione che dura un anno, tanti sacrifici e poi la gara – racconta con emozione Zanotti -. Non c’è un attimo di respiro, quelli alla Dakar sono veramente sette giorni da passare in apnea, ore in cui incontri difficoltà fisiche ma pure mentali. Con chi parlo di più? Con chi mi confido? Beh, la prima persona è il meccanico: il mio (essendo pilota ufficiale ne ha uno) è Massimo Montebelli, che tra l’altro è qui di Rimini. A lui chiedo consigli del tipo “Domani attacchiamo o stiamo coperti?”, con lui faccio quelle chiacchierate che con gli altri piloti è difficile fare, non perché non ci sia solidarietà ma per la vicinanza in sé».

C’è tempo per avere paura?
«Effettivamente sì, giorno dopo giorno, osservando gli incidenti in gara, ti rendi conto di rischiare la vita. Mi è capitato quest’anno di soccorrere un pilota, Luca Manca, che era in pessime condizioni dopo un incidente: ho aspettato l’elicottero col cuore in gola e poi ho fatto quei 500 km che mancavano all’arrivo di tappa letteralmente con i brividi, sperando di non dovermi sentire dire all’arrivo che lui era morto. Fortunatamente non è stato così e adesso sta cominciando una lunga riabilitazione».

E a proposito di soccorsi, bella la storia del vicendevole scambio di favori, sempre nell’ultima Dakar, con un pilota turco…
«A 3 km dalla fine della seconda tappa, una prova cronometrata, ho rotto il motore. In parecchi non si sono fermati a dare una mano, ma questo pilota sì. Alla fine mi ha trainato fino all’arrivo, cosa che si è ripetuta poi il giorno dopo a parti invertire quando l’ho visto con l’acqua alla sella in un’altra situazione. Pazienza poi se lui era un amatore e gli obiettivi di classifica erano diversi».

Altro grande appuntamento motoristico è il Rally dei Faraoni, quali sono le principali differenze con la Dakar?
«Bellissima competizione anche il Rally dei Faraoni, tra le gare africane sicuramente la più bella. Le differenze però ci sono: questa è una corsa di sette giorni da 3000 km, la Dakar dura due settimane e di chilometri da percorrere ne ha 9000. Prima di disputarla pensavo tra me e me “Chissà, sarà due volte il Rally dei Faraoni…”. Sbagliato: se il Faraoni è l’antipasto, la Dakar è primo, secondo, contorno e frutta».

Ora per Zanotti un po’ di riposo, poi la ripresa della preparazione con un obiettivo fisso in testa, quello della Dakar 2011.

Amedeo Michelotti non è solo Presidente Fsm, ma anche responsabile della Commissione mondiale Enduro Rally. In soldoni, le regole con cui corre Zanotti le fa proprio Michelotti.

«La filosofia del rally? – si chiede Michelotti – Misurare l’affidabilità del pilota e della moto. Perché la Dakar non fa parte del Campionato del mondo? La Dakar è organizzata dalla Aso, società francese che tra le altre cose cura pure il Tour de France. È un business, ecco tutto, un affare per il quale gli organizzatori si intascano 12-14 milioni di euro alla volta. L’aura del mito giustamente rimane, ma le regole sono diverse da quelle delle altre gare: qui, in sostanza, vince il team più organizzato e quello con più soldi, capace di mettere insieme più meccanici e risorse».

C’è comunque anche il grande orgoglio del dirigente nelle parole di Michelotti.
«Fa grande piacere che una Federazione piccola come la Fsm, che conta 300 iscritti, possa trovare ogni tanto un campione di grande livello come Alex».

(nella foto, Amedeo Michelotti, Alessandro Giuliani, presidente Panathlon Club Rimini, e Alex Zanotti)