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Università. Polemica su poli romagnoli: pubblicità con ragazze in tuta aderente

In foto: Infuria la polemica sulla campagna pubblicitaria dei poli romagnoli dell'Università di Bologna. Il senato accademico dell'Alma Mater ha ordinato la rimozione dei manifesti comparsi di recente a Rimini, Cesena, Forlì e Ravenna.
Infuria la polemica sulla campagna pubblicitaria dei poli romagnoli dell'Università di Bologna. Il senato accademico dell'Alma Mater ha ordinato la rimozione dei manifesti comparsi di recente a Rimini, Cesena, Forlì e Ravenna.
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ven 10 lug 2009 17:06 ~ ultimo agg. 00:00
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Un po’ Wonderwoman,un po’ Charlie’s Angels, due bionde e due more come le veline o le vallette di Sanremo. Le fantastiche 4 che pubblicizzano i poli romagnoli non sono piaciute all’Università di Bologna, che ne ha ordinato l’immediato oscuramento.
Il caso è finito addirittura sui media nazionali alla voce veline e velinismo, argomento assai di moda.
La campagna, dal costo di 30mila euro, è stata pensata e finanziata dagli enti sostenitori dell’università in Romagna: Unirimini, Fondazione Flaminia a Ravenna e Serinar a Forlì e Cesena.
Molti, tra cui l’ex rettore Pier Ugo Calzolari e il presidente del polo riminese Giorgio Cantelli Forti, l’hanno accusata di svalutare sia l’università che la figura femminile.
“I problemi delle donne all’università sono ben altri e si chiamano discriminazione e mobbing” sostiene invece Sofia Ventura, la professoressa di scenze politiche di Forlì nota a livello nazionale per l’articolo contro la candidatura di veline alle elezioni europee pubblicato da Fare Futuro, la fondazione di Gianfranco Fini.
La Ventura smorza i toni della polemica: si tratta solo di una brutta pubblicità, dice, che però deve farci riflettere sulla nostra idea di università. “Ormai l’università e gli istituti superiori – ci ha detto al telefono la Ventura – vengono concepiti come dei prodotti. QUindi è chiaro che c’è un marketing sempre più aggressivo perchè l’obiettivo delle facoltà sembra essere diventato quello di attirare il maggior numero di studenti. Questo marketing secondo me allontana sempre più dal senso di quello che dovrebbero essere gli studi universitari”.

Newsrimini.it