Suddivisione aiuti pubblici pesca. Sindacati chiedono chiarimenti ad armatori
La nota dei sindacati
Tutto parte con l’impennata dei prezzi del carburante di un anno fa, che aveva portato le marinerie a fermarsi per ottenere dal Governo e dall’UE degli aiuti che compensassero questo minor guadagno dovuto all’incidenza del gasolio.
Il problema riguarda sia gli armatori(i proprietari delle barche da pesca) che gli equipaggi(i loro dipendenti), perché nella pesca la retribuzione è una parte del guadagno fatto dalla barca: la retribuzione si chiama infatti “alla parte”. Minor guadagno per la barca significa quindi, in proporzione, minor guadagno sia per l’armatore che per l’equipaggio.
Dopo incessanti trattative e pressioni di Sindacati ed Associazioni datoriali, come prima misura, a luglio 2008 il Governo decide di erogare agli armatori, in occasione del fermo pesca tecnico dell’agosto 2008, delle misure compensative che gli armatori hanno ricevuto nei mesi scorsi: si tratta di qualche migliaia di Euro, in proporzione alla dimensione della barca(per una barca di 100 GT, quindi circa 20 metri di lunghezza, sono arrivati circa 10.000,00 Euro).
In base al Contratto nazionale di lavoro gli aiuti pubblici che compensano i minori guadagni della barca, e quindi dell’equipaggio, devono essere suddivisi con i dipendenti.
Ma anche se non fosse scritto nel CCNL, lo direbbe il principio di equità: così come si suddividono le “sfortune”, si devono dividere anche le “fortune”.
Beh, è da quando si parlava solo della percezione da parte degli armatori di queste “misure compensative”, che il Sindacato cerca di incontrare le associazioni armatoriali(Federpesca – Legapesca – Federcoopesca – Agcipesca) per concordare le modalità ed i tempi per suddividere questi aiuti pubblici con i dipendenti, ma nonostante ripetuti solleciti non si è ancora ottenuta risposta.
E’ per questo che si è costretti a proclamare lo stato di agitazione, e ad indire assemblee rivolte agli equipaggi per decidere come proseguire.
Nelle assemblee fatte in passato si propose già di scioperare.
In Emilia Romagna le assemblee si terranno a Rimini questo venerdì, ed a Portogaribaldi il sabato.
Analogo stato di agitazione è proclamato nelle Marche, e si prevede già di coordinare le iniziative che verranno decise a Rimini e ad Ancona.
Le associazioni hanno ancora pochi giorni per darci una risposta.