Sfigurata con acido a S. Giovanni: tre arresti. Dietro, soldi e passioni
Si tratta di Giuseppe D’Onofrio, 52 anni, di
Montesarchio (Benevento); Rosetta Nuzzo, 37 anni, di Caserta e residente a Bonea (Benevento), nonchè nipote della vittima; Angelo Iadanza, 25 anni, di Benevento e residente a Montesarchio. Sono accusati di rapina
aggravata e lesioni personali aggravate, il primo come mandante, gli altri come esecutori materiali. La vittima si era trasferita da anni con il marito nel riminese dal casertano: i due erano titolari di una ditta di autotrasporti, poi alla morte del coniuge era rimasta da sola a gestirla.
Le indagini, coordinate dal pm Marino Cerioni, hanno stabilito che la porta dell’abitazione della donna non era stata scassinata dagli aggressori, che evidentemente conoscevano la
vittima. Seguendo la pista del movente passionale ed economico, gli investigatori si sono indirizzati su D’Onofrio, ex dipendente della vittima, con la quale aveva avuto anche una relazione: la donna gli aveva dato le chiavi di casa. Tra i due era finita per la conflittualità sorta in seguito a questioni economiche. D’Onofrio aveva poi cominciato una relazione con la nipote dell’aggredita, Rosa Nuzzo, fatto che aveva ancora di più peggiorato i rapporti. Inoltre dalle indagini è emerso che Iadanza, nipote di D’Onofrio, era fidanzato con la figlia della Nuzzo.
Le intercettazioni hanno confermato il complesso intreccio sentimentale e di interessi economici, conflittuali e divergenti, a causa dei quali sarebbe stata organizzata l’aggressione. Nel corso delle perquisizioni, a casa di D’Onofrio
i militari hanno trovato una pistola a tamburo Smith & Wesson calibro 22 con matricola abrasa e 22 cartucce. Per lui quindi anche l’accusa di possesso di armi clandestine. (ANSA).