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Valconca

Funerali Massimiliano Guazzolini. Il Vescovo chiede più vigilianza sul lavoro

In foto: E' stato il Vescovo di Rimini a celebrare nel pomeriggio il funerale di Massimiliano Guazzolini, l'operaio 41 enne vittima la scorsa settimana di un incidente sul lavoro alla Lam di San Giovanni in Marignano.
E' stato il Vescovo di Rimini a celebrare nel pomeriggio il funerale di Massimiliano Guazzolini, l'operaio 41 enne vittima la scorsa settimana di un incidente sul lavoro alla Lam di San Giovanni in Marignano.
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mar 22 gen 2008 18:40 ~ ultimo agg. 00:00
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E la chiesa marignanese di San Pietro non è riuscita a contenere le centinaia di persone che hanno voluto dare l’ultimo saluto a Massimiliano. Tra loro tanti colleghi d’azienda. In un clima di grande commozione Monsignor Lambiasi si è stretto con affetto alla moglie, ai figli e ai familiari del 41enne. Dopo la lettura del vangelo della morte e Resurrezione di Gesù nell’omelia il Vescovo ha ricordato l’impotenza che si vive davanti ad un dramma di questo tipo, un dramma che riguarda tutti. “Non si può considerare questo evento – ha aggiunto – una inevitabile fatalità, perchè non è ineluttabile ciò che è prevedibile”. “Ogni giorno in Italia si registrano 5 morti sul lavoro. Una drammatica realtà che invita – ha proseguito Monsignor Lambiasi – ad adoperarsi per una maggiore formazione alla sicurezza ma anche ad una più accurata vigilanza che deve coinvogere tutti: imprenditori, lavoratori e organi di controllo. Nessuno può cadere nel peccato di non occuparsi della salute dei lavoratori. Alla famiglia e agli amici il messaggio di non disperare, consolati dalla luce del vangelo della Pasqua. “La morte di Massimiliano – ha concluso il Vescovo – è un sacrificio che, fecondato dalla croce di Cristo, diventa redentivo per i suoi cari, per la comunità cristiana e per la società tutta”.

Di seguito l’omelia integrale del Vescovo Francesco Lambiasi:
“Quando Gesù morì si fece buio su tutta la terra. Si fa sempre buio sulla terra quando muore un figlio di Dio e il buio è ancora più fitto quando quel figlio muore in una maniera tragica e terribilmente assurda come è avvenuto per Massimiliano. Ora noi siamo chiamati a fare ciò che appare umanamente impossibile. E’ impossibile che ciò che è oscuro si possa rischiarare da se, ma ciò che è impossibile a noi è possibile a Dio, Lui solo può rischiarare il nostro buio con la luce della Pasqua. Sorelle e fratelli ci sentiamo poveri e impotenti di fronte a questa vicenda eppure siamo qui per dire alla sposa e ai figli di Massimiliano: non sentitivi soli, questo vostro dramma lo sentiamo anche nostro, ci riguarda tutti. Permetteci di chiederci con voi perchè è accaduta questa morte atroce. Noi non consideriamo questo evento una inevitabile fatalità, non è ineluttabile ciò che è invece prevedibile ed evitabile. Lo sappiamo, i principali fattori che causano queste terribili morti sono riconducibili all’organizzazione del lavoro. Non è possibile che nel nostro paese ci siano in media ben cinque morti sul lavoro al giorno. Si richiede pertanto una formazione alla sicurezza, ma anche una vigilanza sulla sicurezza che deve coinvolgere tutti, imprenditori, lavoratori, organi di controllo. La dottrina sociale della chiesa ribadisce che il lavoro è per l’uomo non l’uomo per il lavoro. Questo significa che i diritti dei lavoratori si basano sulla dignità della persona umana, come il diritto alla giusta remunerazione, al riposo e soprattutto ad ambienti di lavoro e processi produttivi che non rechino pregiudizio alla salute fisica e specialmente alla vita dei lavoratori. “La salute – ha scritto recentemente l’Osservatore Romano – non può essere un prodotto da vendere in cambio di un posto di lavoro. Nessuno può cadere nel peccato di non occuparsi a sufficienza della salute dei lavoratori, ognuno deve assumersi la propria responsabilità di fronte a questa nuova questione non solo sociale ma etica. Ed ecco la consolazione della fede. Non è un chiudere gli occhi sulla circostanze terribili di questa morte ma aprirli sull’altro versante su cui questa morte si affaccia: il versante dell’aldilà. La fede ci fa vedere ogni morte soprattutto quella più tragica come quella di un martire della fede, ma anche di un martire della pace o del lavoro imparentata con la fede del figlio di Dio. Il Padre dei cieli accoglie ogni figlio morente nelle braccia della sua Misericordia. Non dobbiamo disperare, non dobbiamo affliggerci. Noi ora vogliamo presentare al Padre la morte di questo fratello insieme alla morte di Cristo, questa offerta abbinata, rende la morte di Massimiliano un sacrificio che in modo misterioso, ma fecondato dalla croce di Cristo, diventa redentivo per i suoi cari, per la comunità cristiana e per la società tutta.”
(trascrizione a cura di Newsrimini.it)