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Icaro Sport

Non per forza campioni (vedi Inter). Presentata la Scuola Calcio 'Bellavista'

In foto: Il Rimini ha presenta la scuola calcio intitolata a Vincenzo Bellavista, il patron del sodalizio biancorosso scomparso di recente. Una scuola che si prefigge innanzitutto di educare i ragazzi, come dovrebbero fare tutte le esperienze di questo tipo.
Il Rimini ha presenta la scuola calcio intitolata a Vincenzo Bellavista, il patron del sodalizio biancorosso scomparso di recente. Una scuola che si prefigge innanzitutto di educare i ragazzi, come dovrebbero fare tutte le esperienze di questo tipo.
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mer 10 ott 2007 12:31 ~ ultimo agg. 30 nov 00:00
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A volte capita invece che i grandi si lascino prendere la mano, come nel caso dei pulcini dell’Inter finito sulla stampa nazionale.
40 reti in quattro partite di un quarto d’ora. Se l’allenatore minimizza e chiede come si fa a dire a un bambino di non tirare in porta, il sito nerazzurro titola con orgoglio “L’Inter ne fa 40 al Pergocrema”, riportando il tabellino completo, con tutti i marcatori.
La carta dei diritti del bambino, riportata invece sul sito del Pergocrema, evidenzia che il ragazzo che fa sport ha il diritto di divertirsi e di non essere un campione. Obiettivi che si è data la nuova “Scuola calcio Bellavista”, che ha scelto proprio come slogan “Il calcio che diverte”.
E dato che tra i più piccoli è facile che ci siano grossi divari, la Federazione ha studiato apposite regole: se una quadra è sotto di cinque gol può schierare un giocatore in più, si può riazzerare il punteggio negli intervalli. Anche se spesso basterebbe il buon senso dei grandi: “In queste situazioni – spiega Walter Sapucci, responsabile del settore giovanile della Rimini Calcio – il ruolo degli educatori, perché a questa età bisogna parlare più di educatori che di allenatori, é determinante. Si possono spingere i bambini a degli obiettivi intermedi, come un certo numero di passaggi prima di fare gol, chiedergli di segnare con il piede debole oppure cambiare i ruoli tra difensori e attaccanti in modo da limitare la differenza in campo. E’ chiaro però che é molto difficile dire a un bambino di non fare gol quando é davanti alla porta perché stai vincendo in maniera troppo larga. Non sarebbe neanche eticamente corretto. Noi – prosegue Sapucci – pensiamo che attraverso il calcio ci si ancora la possibilità di divertirsi nella maniera più sana, senza pensare a un eccessivo agonismo o senza pensare per forza di dovere diventare campioni. Il calcio é il modo più spontaneo che hanno i bambini per confrontarsi tra di loro”.

Le iscrizioni alla scuola calcio ‘Bellavista’ sono 120, con squadre che vanno dai bambini nati nel ’97 a quelli nel 2001. Ogni gruppo é seguito da tre allenatori.

(newsrimini.it)
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LA CARTA DEI DIRITTI DEL BAMBINO

Il diritto di divertirsi e di giocare.
Il diritto di fare sport.
Il diritto di beneficiare di un ambiente sano.
Il diritto di essere circondato ed allenato da persone competenti.
Il diritto di seguire allenamenti adeguati ai suoi ritmi.
Il diritto di misurarsi con giovani che abbiano la sua stessa possibilità di successo.
Il diritto di partecipare a competizioni adeguate alla sua età.
Il diritto di praticare sport in assoluta sicurrezza.
Il diritto di avere i giusti tempi di riposo.
Il diritto di non essere un campione.