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Economia Provincia

Assemblea Legacoop. La relazione del Vicepresidente su rapporto 2006

In foto: Pubblichiamo la relazione che il vicepresidente di Legaccop Rimini, Gilberto Grazia, esporrà ai Consigli di Amministrazione delle Cooperative Associate nell'assemblea di oggi. www.legacooprn.it
Pubblichiamo la relazione che il vicepresidente di Legaccop Rimini, Gilberto Grazia, esporrà ai Consigli di Amministrazione delle Cooperative Associate nell'assemblea di oggi.
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mer 27 giu 2007 11:05 ~ ultimo agg. 30 nov 00:00
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L’assemblea di terrà alle 15.30 alla Sala Conferenze della Società Gas Rimini.
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Negli ultimi anni, caratterizzati da una lunga fase di tendenze recessive dell’economia (crescita prossima allo zero, contrazione dei consumi), la cooperazione italiana ha rappresentato un positivo elemento di crescita sostenuta e costante, in controtendenza rispetto alla congiuntura economica generale.

Oggi, la cooperazione in Italia rappresenta il 7% del Prodotto Interno Lordo Nazionale ed in Emilia Romagna la cooperazione muove il 20% del P.I.L. regionale.

Ora, il Paese sulla spinta della crescita dell’economia mondiale, ha agganciato la ripresa internazionale ed è entrato in una fase di crescita e sviluppo, come riscontrabile da diversi indicatori:

– aumento del PIL (2006 + 1,9%);

– incremento della produzione industriale e dell’export;

– ripresa dei consumi interni;

– graduale risanamento dei conti pubblici (deficit 2007 al 2,5% del Pil, rispetto al 4,5% dell’anno precedente).

Questo nuovo e positivo quadro dell’economia, tuttavia, presenta alcuni aspetti strutturali di criticità per le imprese cooperative e per i comparti nei quali le imprese e i gruppi cooperativi operano.

Il forte incremento dei tassi di interesse spinge verso l’alto il costo del denaro, con relativi appesantimenti per le imprese alle prese con i tempi lunghi di pagamento delle pubbliche amministrazioni e per le imprese in cui l’incidenza degli oneri finanziari mette in discussione gli equilibrii di bilancio.

L’accesso al credito, l’incidenza dei tassi d’’interesse e più in generale il tema della finanza, rappresenta un tema nodale per una forma d’impresa come quella cooperativa che soffre di una condizione strutturale di sottocapitalizzazione.

Il tema degli strumenti finanziari a sostegno dei progetti di sviluppo cooperativo rappresenta una delle questioni al centro della riflessione e dell’iniziativa della nostra Associazione.

Inoltre, il generale aumento dei costi dell’energia, delle materie prime e dei carburanti, ha appesantito i bilanci dal lato dei costi e dall’altro ha ridotto la
marginalità delle imprese, in particolare per il settore primario (agricoltura, pesca) e per il comparto dei trasporti.

L’ISTAT, in questa fase registra un positivo andamento dei consumi (+4,2% della spesa complessiva); ma accanto a questo dato positivo, va considerato il preoccupante livello di indebitamento delle famiglie per un importo complessivo di 300 mld. €. (250 mld. mutui per la casa e 50 mld € per prestiti al consumo).

L’impennata del costo del denaro, con il pesante aumento dei tassi, comporta un forte appesantimento i 3,5 milioni di famiglie che hanno acceso mutui (la B.C.E. Banca Centrale Europea dal marzo 2006 ha attuato 6 rialzi portando il tasso dal 2,25% al 3,75%).

A marzo 2006 in Italia gli interessi sui mutui casa erano nell’ordine del 5,2% (0,5% in più rispetto agli altri paesi dell’area euro); cresce il numero delle famiglie in insolventi e in difficoltà (le banche hanno avviato procedure esecutive nei confronti di 400.000 famiglie).

Per quanto riguarda i consumi, all’interno del dato generale di crescita, va sottolineata:

la tendenza della stasi dei consumi sul food (pur in presenza sul food di un’inflazione zero);

il calo dei consumi di frutta e verdura;

l’incremento della spesa delle famiglie per consumi multimediali, telefonia ed elettronica.

Mi preme, inoltre, soffermarmi sul travaglio del paese, sugli elementi di instabilità del quadro politico, sul clima di scontro che caratterizza il confronto politico e che travalica la normale dialettica fra forze di governo e di opposizione; alla lunga questo clima alimenta una crescente sfiducia nella politica e un distacco dalle istituzioni.

I recenti andamenti elettorali delle amministrative, caratterizzati da un forte astensionismo e del successo dei partiti che professano l’antipolitica, rappresentano un campanello di allarme che andrebbe valutato attentamente.

La politica con la P maiuscola, deve trovare le energie per uscire da questa fase di fibrillazione permanente e di scollamento, per rilanciare il paese e dare risposta ai problemi dell’economia, dei cittadini e dei ceti operosi.

La perenne instabilità del sistema politico italiano, richiede una riforma del sistema elettorale che consenta condizioni di stabilità e renda possibile governare alla coalizione che vince le elezioni.

Sul versante fiscale, occorre recuperare ingenti risorse dall’ampia area di elusione ed evasione fiscale che va avanti vergognosamente da anni ed utilizzare il conseguente aumento di gettito per l’abbassamento delle aliquote IRPEF e della pressione fiscale.

L’Ufficio delle Entrate nei giorni scorsi ci ha informati che nel 2004:

la metà delle imprese ha dichiarato bilanci in perdita o a reddito zero;

il 95% dei contribuenti dichiara un reddito inferiore a 38.000 € lordi annui;

lo 0,7% dei contribuenti dichiara un reddito superiore a 100.000€ lordi annui;

un quinto del PIL prodotto in Italia non risulta (economia sommersa), si tratta di a una base imponibile non dichiarata di 270 miliardi di € (43,2 mld € di mancate entrate per evasione IVA).

Questi dati che si commentano da soli, stridono fortemente con il quadro ed il livello dei consumi in rapporto ai redditi dichiarati: più coerenza e meno ipocrisia!

Altro aspetto inquietante è rappresentato dall’espansione di forme di economia illegale e spuria, di ricorso a forme di lavoro irregolare e nero, di non rispetto delle regole.

Ciò, comporta gravi danni, in termini di destrutturazione del mondo del lavoro, sfruttamento e mancato rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro, concorrenza sleale, competizione selvaggia con le imprese irregolari che tendono a consolidarsi ed a mettere fuori mercato le imprese sane e strutturate.

L’economia sommersa produce tra il 15,9% ed il 17,6% del PIL (circa 170 mld. € anno); l’Italia è un paese che galleggia sull’economia sommersa; si stima che in Italia 4 milioni di persone lavorano in condizioni di irregolarità.

I ripetuti richiami del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ci ricordano che:

– ogni anno in Italia 1.300 morti sul lavoro (4 infortuni mortali al giorno);

– 900.000 infortuni.

Ancora oggi in Italia si muore sul lavoro, in molti casi per il mancato rispetto delle più elementari norme di sicurezza.

In base ai controlli svolti negli ultimi 6 mesi (agosto 2006-gennaio 2007) dagli uffici ispettivi, in edilizia su 10.000 cantieri ispezionati sono stati individuati 50.000 lavoratori in nero…un esercito fantasma.

Alcune centinaia di cantieri (personale in nero superiore al 20%) sono stati sospesi; l’azione ispettiva ha consentito l’assunzione di alcune migliaia di lavoratori.

In particolare nei settori dell’agricoltura e del facchinaggio, ma in generale anche nel comparto dei servizi, la situazione è a livelli di estrema criticità e richiede un’azione energica e costante.

Va riaffermata con determinazione una CULTURA DELLE REGOLE E DELLA LEGALITA’.

Nel complesso la legislazione italiana è fra le più avanzate, è del tutto carente ed inadeguato il sistema di vigilanza, i controlli, un efficace sistema sanzionatorio.

Alcuni primi provvedimenti, quali:

il potenziamento degli uffici ispettivi;

l’obbligo del tesserino di riconoscimento;

la comunicazione preventiva agli uffici del lavoro ( il giorno prima ) dell’assunzione;

il cosiddetto D.U.R.C. Documento Unico di Regolarità Contributiva;

gli indici di congruità;

rappresentano segnali significativi a cui accompagnare una pratica sistematica per l’affermarsi di una autentica cultura della legalità e delle regole.

Così come va superata, a partire dalle pubbliche amministrazioni, la prassi degli appalti al massimo ribasso, privilegiando la legalità e la qualità delle opere e dei servizi, optando per l’offerta economicamente più conveniente.

Da sottolineare infine, su questi temi, alcune iniziative specifiche assunte dal movimento cooperativo in questa fase:

21 giugno incontro con il Ministro Cesare Damiano sulla del lavoro irregolare e sulla cooperazione spuria, nel comparto facchinaggio e movimentazione;

27 giugno iniziativa nei confronti del Governo sull’annosa questione dei tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni.

Amici cooperatori , gentili invitati,
la presentazione del Rapporto 2006 sui Bilanci delle 148 cooperative associate Legacoop Rimini, a una prima lettura presenta un quadro sostanzialmente confortante; ma se si procede ad una lettura attenta dei dati e dei segnali che ci giungono dalle imprese e da un’analisi più approfondita, in realtà emerge una realtà in chiaro-scuro.

Le 148 cooperative e gruppi cooperativi presenti sul territorio sviluppano ricavi per complessivi € 700 milioni, con un incremento del 12% sull’anno precedente.

In particolare spicca il forte incremento dei volumi dei ricavi nei comparti del consumo (Coop Adriatica) che sfiora i 100 milioni di € (+137,69%), e la distribuzione (Conad) che sfiora i 290 milioni di € (+24,20%); questi dati di crescita a due e tre cifre si spiegano con fatti eccezionali ed irripetibili, quali l’apertura degli Ipermercati I Malatesta e Le Befane.

L’apertura dei due Ipermercati da un lato ha consolidato la presenza cooperativa nel comparto della distribuzione e del consumo ed ha determinato positivi effetti sul
versante occupazionale, in particolare occupazione femminile ed in larghissima parte a tempo indeterminato.

Nel complesso i dati relativi al fatturato 2006 presentano un andamento sostanzialmente positivo, vanno però correttamente evidenziate alcune situazioni di criticità e di sofferenza.

Il comparto dell’Agricoltura rappresenta la realtà che sta attraversando le maggiori difficoltà.

In particolare il comparto Vitivinicolo, registra da alcuni anni una drammatica diminuzione della remunerazione ai produttori per le uve conferite (siamo giunti a 21,5 € a q.le), sui rossi in tre anni un crollo del 40% dei listini.

Tutta la viticoltura di collina che rappresenta le colture di pregio, versa in una condizione di crisi acuta, con i produttori che non riescono a coprire i costi di produzione.

Paradossalmente, le imprese più giovani, più strutturate, quelle che in questi anni hanno effettuato consistenti investimenti, sono in difficoltà a far fronte agli ammortamenti, al pagamento delle rate dei mutui e relativi oneri finanziari.

Occorre, da un lato puntare a progetti di qualificazione della viticoltura riminese, promuovere tutte le iniziative di promozione e valorizzazione della viticoltura di qualità delle nostre colline; ma ciò non basta, serve un nuovo approccio complessivo, in termini di valorizzazione dei vini di qualità ed in particolare dei rossi e del Sangiovese dei colli di Rmini e ciò passa necessariamente attraverso un forte impegno delle FILIERE cooperative operanti nel settore, a partire dal Gruppo CEVICO, del G.I.V. Gruppo Italiano Vini, attraverso nuove politiche di filiera cooperativa e di commercializzazione.

La situazione dell’agricoltura è pesante anche negli altri comparti, orticoltura e conduzione terreni, con le nostre imprese cooperative alle prese con grosse difficoltà e con una gestione caratteristica da alcuni anni in negativo; non è più rinviabile una riflessione profonda sulle politiche aziendali e sugli attuali assetti.

I comparti dell’Edilizia e della Progettazione e Ricerca, nel 2006 mantengono volumi di ricavi importanti, anche se complessivamente in flessione rispetto al 2005, che è stata un’annata caratterizzata dall’impennata di fatturato conseguente alla costruzione dell’Ipercoop I Malatesta.

In questa fase il settore delle costruzioni a Rimini, presenta una tenuta, ma vanno colti i segnali di frenata del comparto immobiliare ed i significativi segnali di rallentamento provenienti da altri territori.

Per quanto riguarda le commesse provenienti dal pubblico, siamo in presenza di un forte calo degli appalti pubblici e di un allungamento dei tempi burocratici per la realizzazione delle opere.

Per quanto riguarda le infrastrutture, siamo in presenza di molti progetti di infrastrutturazione del territorio (Palacongressi di Rimini e di Riccione, T.R.C., terza corsia, nuova statale, Teatro, Stadio R. Neri, etc.), ma vanno sottolineati gli elementi di incertezza su procedure, modi, tempi, che rendono il quadro complesso ed indeterminato.

Per quanto riguarda il comparto della Pesca, nel 2006 i volumi di fatturato sono positivi, ma anche in questo caso vanno sottolineati alcuni elementi di forte criticità:

calo del numero delle imbarcazioni da pesca;

uscita di operatori dal settore per anzianità ed estrema difficoltà a reperire personale per le attività della pesca;

notevole incremento dei costi, in particolare del gasolio e netta riduzione della marginalità delle imprese.

Per quanto riguarda il settore della Cooperazione Sociale e particolarmente per le Cooperative di tipo A ( Socio-Educative-Assistenziali ), caratterizzata in molti casi da cooperative di piccole dimensioni, con bassa capitalizzazione e capacità di investimento, si è in presenza di una difficoltà a rimanere sul mercato.

Nel territorio riminese negli ultimi anni si è verificata una opartecipazione costante ai bandi di appalto di grosse realtà cooperative provenienti da altri territori e regioni e che si sono aggiudicate importanti appalti.

E’ necessario promuovere forme di aggregazione fra le nostre imprese cooperative , creando una realtà imprenditoriale coesa e strutturata, che abbia capacità economica di investimento in servizi complessi e la possibilità di erogare pacchetti completi di prestazione: analisi dei bisogni, progettazione, valutazione di fattibilità, costruzione delle strutture necessarie, promozione e gestione del servizio.

Più in generale, valutando le caratteristiche che contraddistinguono le realtà territoriali, va considerato che Rimini presenta un tessuto produttivo costituito da un’estesa presenza di piccole e medie imprese, complessivamente nel territorio operano 33.430 imprese.

Questo ricco ed esteso tessuto economico, da un lato rappresenta un prezioso patrimonio di autoimprenditorialità, dall’altro costituisce un fattore di debolezza per la estrema polverizzazione ed in termini di dimensione d’impresa;
ciò vale anche per la realtà cooperativa.

Occorre favorire processi di aggregazione, di messa in rete delle imprese, le quali singolarmente hanno difficoltà a crescere ed a reggere le sfide della competizione e del mercato.

Sono allo studio ed in alcuni casi all’esame delle cooperative associate, alcuni progetti di aggregazione (cooperative di tipo A, cooperative orticole, trasporto merci, cooperative della pesca, etc).

Da questo punto di vista, va sottolineato il valore dell’esperienza unitaria riminese del C.S.R. Consorzio Sociale romagnolo, che aggrega una ventina di cooperative sociali con buoni e significativi risultati in termini di volumi e di imprenditorialità.

Da sottolineare inoltre i Progetti che ci vedono impegnati, in alcuni casi con C.N.A., C.I.A. ed in altri casi con Confcooperative.

Mi limito ad elencare alcuni Progetti:

Area Porto di Rimini (nuovo mercato ittico, servizi alla pesca, nautica etc);

Transit Point/Distribuzione ecologica delle Merci in Città ( realizzazione di piattaforme logistiche e attivazione di prime forme di sperimentazione, ad esempio a Rimini: Centro Storico e Marina Centro );

Rimini Porta Nord (qualificazione dell’Area Porta Nord/Casello Autostradale Rimini Nord e realizzazione di un’area destinata alla Logistica, Area di sosta, Servizi per l’Autotrasporto e Funzioni Integrate);

PiùRimini ( creazione di un Marchio di promozione evalorizzazione dei prodotti del comparto AgroAlimentare, Enologico, Oleario, Ittico del territorio e delle aree limitrofe).

Più in generale, come ci ricorda il dottor Guido Caselli ( Direttore Area Studi Economici di Uniocamere Emilia Romagna ), lo sviluppo territoriale è strettamente intrecciato ad altre componenti finora trascurate, quali il Capitale Sociale e dall’interazione fra le diverse forme di capitale che sono alla base del Capitale Complessivo: capitale naturale, capitale tecnico o fisico, capitale umano, capitale sociale, capitale simbolico.

Una nuova lettura dell’economia che superi le tradizionali analisi economicistiche, ci porta a considerare l’importanza delle componenti sociali nello sviluppo territoriale, il valore e l’importanza del territorio, della comunità, del sistema valoriale e relazionale, del livello dei servizi e del welfare locale.

Rimini, come dimostra la svolta impressa con il processo di infrastrutturazione del dopo ’89, rappresenta un territorio con un forte dinamismo e una buona vitalità, una crescita costante negli ultimi anni del sistema fieristico-congressuale, del sistema dell’accoglienza e di crescita del grado di internazionalizzazione del tessuto economico.

I dati del rapporto 2006 ( e previsioni 2007 ) della Camera di Commercio, ci presentano un quadro positivo, caratterizzato da una crescita sostenuta del settore manifatturiero, buone performances dell’export, buon andamento del settore balneare e del fieristico congressuale e del settore del terziario avanzato e dei servizi al turismo, crescita del grado di utilizzo degli impianti, crescita del grado di internazionalizzazione delle imprese, incremento del numero delle società di capitale, dati positivi sul mercato del lavoro ( tasso di occupazione al 65.8% con un + 2% sul 2005, disoccupazione al 4,7% ); il punto di maggiore criticità viene anche in questo caso indicato nel comparto AgroAlimentare.

Il territorio riminese alle prese con un importante completamento del processo di infrastrutturazione, si trova in una fase particolarmente importante per le proprie prospettive; in particolare, oggi siamo alla vigilia dell’adozione di importanti strumenti :

P.T.C.P. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

Piano Strutturale del Comune di Rimini

Su queste questioni relative agli strumenti di pianificazione territoriale, avremo modo di confrontarci, a partire dalla Tavola Rotonda sul Piano strategico che Legacoop Rimini ha organizzato in questa giornata.