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Ric. pubbl: Imprese contro studi di settore. Aumentano le tasse

Le associazioni con una nota congiunta “esprimono fortissima preoccupazione e totale contrarietà rispetto allo sviluppo che ha assunto lo strumento studi di settore nel rapporto impresa – , considerandolo una vera involuzione, e di conseguenza un salto indietro nel tempo, la scelta unilaterale che l‘esecutivo sembra voglia testardamente perseguire, disattendendo lo stesso accordo firmato con i Ministri Bersani e Visco dalle Associazioni Nazionali dell’Artigianato e del Commercio nel dicembre 2006.

L’applicazione retroattiva delle nuove regole degli studi di settore sta avendo effetti inaccettabili sulle dichiarazione dei redditi relative al 2006, in quanto gli incrementi dei ricavi medi che scaturiscono dalle elaborazioni risultano spropositati rispetto alla reale redditività aziendale, provocando nei fatti un ulteriore ed insostenibile aumento della pressione fiscale. Questo si accompagna, inoltre, ad una ulteriore crescita di adempimenti burocratici complessi, difficili da interpretare e probabilmente inutili anche per la stessa Amministrazione fiscale. Tutto ciò viene percepito dalle piccole imprese come un deliberato proposito punitivo che porterà purtroppo alla chiusura di molte aziende e non all’auspicata emersione del sommerso.

Questo nuovo meccanismo, di valutazione del reddito prodotto dalle piccole imprese, corre poi il rischio di chiudere l’esperienza Studi di Settore nel caso in cui, com’è ipotizzabile, produrrà una considerevole defezione agli indicatori proposti.

Le Associazioni del Commercio e dell’Artigianato dell’Emilia Romagna non potendo più tollerare questo clima di generalizzazione che produce atteggiamenti unilaterali e vessatori contrastanti con lo stesso spirito dello Statuto del Contribuente, dichiarano lo stato di mobilitazione e si impegneranno ai vari livelli per porre in essere tutte le azioni possibili ad ottenere una sostanziale modifica applicativa dei nuovi meccanismi di valutazione del reddito prodotto dalle piccole imprese”.