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Consiglio aperto TRC: l'iter avanza, ma i comitati non demordono

In foto: Oggi pomeriggio il Consiglio Provinciale di Rimini si è riunito per una seduta aperta dedicata alla metropolitana di costa.
Oggi pomeriggio il Consiglio Provinciale di Rimini si è riunito per una seduta aperta dedicata alla metropolitana di costa.
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mar 29 mag 2007 19:16 ~ ultimo agg. 30 nov 00:00
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Se da una parte la Provincia ha fatto il punto sullo stato dell’opera, dall’altra hanno potuto prendere la parola anche i comitati che da anni si oppongono al progetto.
Niente punti di incontro. Anche dopo la partenza delle lettere di esproprio, i Comitati contro il TRC non demordono. E tornano a spiegare perché è un’ opera che non risolve problemi, ma ne crea.
“E che ha fallito del tutto nel confronto democratico coi cittadini”, accusa Roberto Cesarini, del Comitato No TRC di Riccione.
Il TRC è una scelta sbagliata a partire dalle strategie, dice Walter Moretti, del Comitato No TRC Rimini: non ci sarà lo spazio per realizzare i necessari parcheggi. Meglio, invece, potenziare l’esistente, sfruttando il trasporto pubblico e la stazione della fiera.
A Bellaria il punto di partenza è diverso,
spiega Sergio Magnani, del Comitato “Mandiamola a monte!”: la stessa ferrovia Rimini-Ravenna, che oggi spezza in due la città, va spostata a monte. Forti del parere dell’urbanista Sergio Preger, che propone addirittura di usare la stazione di Santarcangelo, collegandola alla costa con un trasporto compatibile. “E penso di non sbagliare – dice Magnani – parlando anche a nome di Viserba e Torre Pedrera, che vivono lo stesso problema”.

Mare e monte, replica l’assessore provinciale Rossini, saranno uniti da 9 sottovia, 3 sottopassi e 2 ponti.
Intanto l’iter procede, e dopo anni di false partenze e progetti accantonati il primo stralcio, quello tra Rimini e Riccione, pare in dirittura d’arrivo.

Pubblichiamo l’intervento con cui l’assessore alla Mobilità Rossini ha aperto la seduta:

Assessorato Mobilità e Lavori Pubblici
Trasporto rapido costiero: le ragioni di una scelta.
Credo che per affrontare nel modo migliore una discussione sul trasporto rapido costiero sia giusto partire dalla situazione generale della mobilità e del trasporto pubblico nella nostra provincia, questioni che hanno a che fare con traffico da un lato e inquinamento dall’altro.
Qualche settimana fa abbiamo affrontato in Consiglio il tema della sicurezza stradale e abbiamo visto come in termini di incidenti, nonostante qualche miglioramento, siamo in una situazione difficile, non ci allontaniamo infatti dai dati regionali e nazionali che ci vedono essere la maglia nera in Europa.
Tutto ciò non accade per caso. Il numero di auto che gira sulle nostre strade è impressionante. In provincia ci sono oltre 180.000 auto a cui si debbono aggiungere almeno altri 60.000 mezzi costituiti da motorini e motociclette. C’è quasi un veicolo per ogni abitante maggiorenne (601 auto ogni mille abitanti).
Una media tra le più alte in Emilia Romagna (608) ed altissima in Italia (587), ovvero nel paese che detiene il primato di auto per abitante in Europa (Gran Bretagna 413)
E’ evidente che c’è qualcosa che non funziona.
Sottolineo che non si tratta soltanto, per così dire, di un problema di ambiente, ma è ormai una questione economica. Sosteniamo costi altissimi in termini di impatto ambientale, di incidenti stradali, ma anche di costi connessi alla salute e alla malattie che derivano da questo sistema, dal traffico che genera rumore, dalla contabilizzazione dei costi dei ritardi, dall’elevatissimo costo dei trasporti privati che incide in maniera determinante sul costo delle merci e dei servizi penalizzando e mettendo in difficoltà l’intero sistema economico quando si confronta con la concorrenza degli altri paesi.
Abbiamo avuto modo di ricordare che questi costi complessivamente intesi incidono per circa il 14% dell’intero prodotto interno lordo di questa provincia.
E’ evidente che il problema richiede una risposta seria, radicale. Non è solo questione di produrre macchine che inquinino meno. È un problema di qualità dell’aria, di ambiente, ma anche di un modo diverso di concepire e vivere lo spazio pubblico. E’ insomma un problema di qualità della vita in senso generale. Del resto la nostra stessa vocazione turistica ci impone di prestare particolare attenzione a che tipo di città e di spazio pubblico e privato vogliamo. La concorrenza tra territori turistici ormai si gioca sul versante della pianificazione territoriale e della qualità percepita, come ormai è sempre più chiaro.
Inoltre le importanti scelte compiute in termini di offerta fieristica e congressuale ci impongono di confrontarci con queste scelte e su questi temi.
La scelta del TRC si inserisce a pieno titolo all’interno di questo ragionamento non a caso una recente ricerca curata dall’università di Siena sull’indice di sostenibilità economica e del welfare(ISEW) in provincia di Rimini si conclude affermando che “ l’obiettivo di qualsiasi amministrazione pubblica dovrebbe gradualmente perseguire, nell’ottica di un miglioramento della qualità della vita, è ridurre il numero di auto in circolazione nelle città per restituire spazio al verde pubblico, alle zone pedonali, alle persone a piedi e in bicicletta.”
Il TRC è parte integrante di tale scelta, anzi è il fulcro attorno al quale articolare un diverso sistema della mobilità.
Abbiamo bisogno di creare una alternativa efficace e ambientalmente sostenibile al traffico privato. Il TRC è lo strumento per realizzare in concreto questa scelta. Ora siamo alla fase dell’attuazione del tratto tra Rimini e Riccione, ma appunto è un parte di un disegno più ampio che vede da un lato il potenziamento e la riqualificazione della linea ferroviaria tra Ravenna e Rimini, dall’altro il proseguimento del TRC dalla stazione di Rimini fino alla stazione della Fiera.
Insomma una mobilità sulla costa romagnola completamente ridisegnata capace di spostare grandi numeri e quindi di coniugare efficacia e sostenibilità.
Certo c’è da lavorare con RFI e Trenitalia, insieme alla Regione sul rispetto degli impegni presi per quanto riguarda il tratto Ravenna Rimini, ma diverse questioni sono già state affrontate, dal rifacimento di alcune stazioni, alla progettazione della variante di Faenza per spostare il traffico merci sulla linea emiliana e quindi alleggerire il traffico sulla linea adriatica, liberandolo invece per un servizio cadenzato e assolutamente migliore anche in termini di materiale rotabile.
Colgo l’occasione per segnalare che con l’entrata in vigore dal 10 giugno dell’orario ferroviario estivo farà servizio di linea anche nella nostra provincia il nuovo terno VIVALTO, a due piani, con servizi di salita e discesa a livello dei marciapiedi, dotato di area condizionata, più veloce e più silenzioso. E’ di questi servizi che abbiamo bisogno anche per vincere le resistenze e i pregiudizi di chi vede nelle ferrovia un servizio inutile o addirittura dannoso.
Noi abbiamo la fortuna di avere una linea ferroviaria al servizio della costa: per questo dobbiamo migliorala e renderla di maggiore qualità, non batterci per spostarne la sede più a monte; così facendo si incentiverebbe infatti la necessità di ulteriori collegamenti e spostamenti fino a creare altra pendolarità, altra divisione e altri interventi costruiti in un territorio già saturo.
Del resto questi concetti sono ampiamente presenti nel PTCP attuale e verranno con maggior forza ribaditi nel nuovo PTCP.
Proprio per ribadire il ruolo strategico di porta verso est e verso il mediterraneo che vogliamo avere, la Provincia inserirà la previsione dell’alta velocità anche per Rimini, al fine di garantire i collegamenti dal centro e dal nord Europa in una relazione diretta e precisa con i nodi strategici di Milano e di Bologna. In tal modo recupereremo quel concetto e quella rete tipica del corridoio adriatico che sembrava aver subito una battuta di arresto.
Voglio sottolineare quanto sia importante in tale contesto aver ripristinato i collegamenti via mare con la Croazia e con la Slovenia. Una situazione che spesso sottovalutiamo ma che è di estrema rilevanza nell’ottica dell’intermodalità e della mobilità al servizio del turismo.
Tornando al TRC insisto sul fatto che occorre considerarlo una parte importante di un processo che prevede il riordino dell’intero sistema del trasporto pubblico locale.
Prima di tutto aumentando il numero degli utenti che oggi si aggira intorno all’8%, un numero insoddisfacente e che addirittura diminuisce se prendiamo a riferimento coloro che lo usano per motivi di lavoro.
C’è da fare un lavoro sulle forme organizzative del servizio, ottimizzando ciò che prevede la legge regionale, e quindi rivedendo gli assetti delle proprietà e dell’esercizio della rete. In primo luogo con l’obiettivo di favorire la concorrenza e quindi attuando quanto è stato di recente introdotto dal decreto Bersani e guardando con interesse al prossimo decreto Lanzillotta in merito ai servizi pubblici. E’ un lavoro che dovremmo fare in occasione del rinnovo degli accordi di programma e prima della scadenza del periodo di durata della gara del TPL.
Non c’è dubbio però che il passo fondamentale è avere alcune direttrici che siano capaci di intercettare significativi flussi. La tratta tra Rimini e Riccione una volta realizzata prevede 1500 persone trasportate ogni ora, con una durata del viaggio di 22 minuti per percorrere circa 10 km, con 15 fermate circa ogni 600 metri, oltre alla due stazioni di inizio e fine corsa ed una velocità commerciale certa di 30 km/h.
Attorno alla nuova tratta deve crescere un insieme di parcheggi scambiatori che mettano per davvero in rete il TRC con il resto delle linee, parcheggi scambiatori, sia per auto che bici, ma anche stazioni dotate di funzioni diverse: dal commercio, al tempo libero, ai servizi.
Insomma il TRC deve essere in primo luogo un’occasione di ricucitura della città del mare con la città storica e con l’entroterra. Un’occasione di riqualificazione urbana capace di mettere in relazione la stazione di Rimini che deve diventare un punto di snodo dell’intermodalità in cui arriva la ferrovia, il trasporto pubblico, le auto private.
Stesso discorso vale per l’Aeroporto che, considerato l’aumento dei passeggeri a cui è ormai stabilmente avviato, deve essere collegato con il resto della costa da Bellaria Igea Marina a Cattolica. Inoltre non va dimenticato il collegamento con il Polo del Benessere della Novarese.
Bisogna, inoltre, considerare che la stazione di Riccione, a ridosso del nuovo Palacongressi, va pensata come una tappa e non come un punto di arrivo, proprio per raggiungere l’obiettivo di un TPL che attraverso percorsi protetti e separati dal resto della sede stradale assicura certezza dei tempi di percorrenza oltre che affidabilità e comodità garantita in primo luogo dall’introduzione delle nuove tecnologie.
Un ulteriore sforzo deve essere fatto, attraverso la realizzazione dell’anello filoviario già progettato, collegando TRC, nuovo palazzo dei congressi di Rimini e Auditorium.
Tutto questo fa parte dell’idea di una nuova permeabilità mare/città che sarà possibile anche attraverso i numerosi sottovia (9), sottopassi (3), ponti (2), da costruire che si aggiungeranno a quelli già esistenti.
Concludo dicendo che il TRC non va considerato come un unico elemento inserito all’interno dell’attuale immutato sistema della mobilità. Sarebbe un opera fondamentale ma non cambierebbe in maniera importante le nostre abitudini.
Il TRC va inserito nelle altre iniziative in corso:
l’ampliamento dell’autostrada a tre corsie
l’inserimento dei lavori per la nuova statale nel piano poliennale dell’ANAS per 2007/11
la rete delle piste ciclo-pedonali
il servizio di trasporto collettivo a chiamata
la realizzazione dei poli per il transit point (Rimini e l’area sud)
il potenziamento dei collegamenti ferroviari
la prosecuzione delle politiche gestionali della mobilità che va dal car sharing alla razionalizzazione degli spostamenti casa lavoro e casa scuola.
Questa è la logica alla base delle strategie previste dagli strumenti di pianificazione e programmazione ai diversi livelli di governo (nazionali, attraverso il Ministero delle Infrastrutture, regionali provinciali e comunali), che hanno come obiettivo le azioni orientate alla riduzione del congestionamento e al superamento dei bassi livelli di accessibilità alle varie componenti del complesso urbano.
E’ questo insomma il sistema per dare risposte concrete alle necessità dei cittadini residenti ma anche dei flussi e degli spostamenti turistici tipici sia del turismo balneare (con l’accentuazione dei fine settimana) che del turismo dei congressi e delle fiere, sul quale attraverso ingenti investimenti, stiamo puntando in maniera assolutamente eccezionale.
Nel merito del progetto, sui dati e sulle caratteristiche tecniche lascio spazio all’intervento dell’Agenzia della Mobilità, con la quale deve proseguire il proficuo rapporto sin qui avuto.
Dopo l’approvazione della delibera del Cipe adottata dal precedente Governo, dopo gli impegni presi dal Ministro Di Pietro e l’avvio delle procedure di esproprio siamo alla fase decisiva e quindi dobbiamo intensificare gli sforzi per partire con la prima tratta e vedere approvato il progetto definitivo della seconda.
Per risolvere i problemi della mobilità non possiamo assolutamente permetterci di perdere tempo.