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Provincia

Acqua: a Rimini costi limitati rispetto agli altri capoluoghi

In foto: Acqua, nel confronto delle spese Rimini é il capoluogo di Provincia meno caro in Regione. Del tema si occupa il mensile Tutto Rimini Economia:
Acqua, nel confronto delle spese Rimini é il capoluogo di Provincia meno caro in Regione. Del tema si occupa il mensile Tutto Rimini Economia:
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ven 4 mag 2007 12:52 ~ ultimo agg. 30 nov 00:00
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Emergenza acqua: è degli ultimi giorni la notizia che la Regione Emilia Romagna ha stanziato un milione di euro per mettere a punto iniziative per il risparmio idrico. Partendo dall’allarme siccità, il nuovo numero del mensile TRE – TuttoRiminiEconomia (in edicola da oggi) mette in luce le tariffe del servizio idrico integrato per uso domestico, partendo dalla graduatoria dei capoluoghi di provincia italiani (106) stilata dall’Osservatorio Prezzi&Tariffe di Cittadinanzattiva.
Dall’indagine emerge che a Rimini il costo medio dell’acqua nel 2006 è di 0,56 euro al metro cubo (con un aumento dell’1,8% rispetto al 2005). In media, sottolinea il mensile TRE, in un anno una famiglia tipo riminese sostiene per l’acqua una spesa di 251 euro (meno della media regionale di 263 euro, ma più della media italiana di 215 euro), con un incremento del 2,9% rispetto alla spesa sostenuta nell’anno precedente (244 euro).
L’aumento dunque c’è, ma se confrontato con le spese annue degli altri capoluoghi di provincia emiliano-romagnoli, assume tutto un altro significato: esclusa Parma (dove la spesa è rimasta invariata, pari a 224 euro), Rimini è la città dove l’aumento è stato minore. Il massimo si raggiunge a Piacenza dove con un passaggio da 146 a 181 euro l’aumento è stato del 24%. L’aumento medio a Rimini non è neanche la metà di quello medio regionale (+5,6%) e di quello nazionale (+5%). (vedi tabelle in allegato)

Scomposte le tariffe medie applicate ad ogni singola voce (acquedotto, depurazione, fognatura e quota fissa) Rimini è infine il capoluogo meno caro in regione ad esclusione degli oneri di depurazione, con una quota fissa di 6 euro contro una media regionale di 10 euro.
Il rischio ora è che questi bassi costi non favoriscano un consumo ancora più elevato. In tempi di siccità.