Mercato lavoro 2006. Cresce l'occupazione ma rimane la 'criticità' rosa
n provincia, ad un aumento della popolazione più marcato di quello regionale (specie per gli uomini tra 25 e 54 anni) non coincide un uguale crescita delle forze lavoro così come l’ampliamento della base demografica non determina un equivalente crescita dell’offerta di lavoro: nel 2006 gli over 15 sono cresciuti di 2.827 unità e ben il 54,3% è rimasto inattivo. Percentuale in salita al 68,17% tenendo conto solo delle donne. Proprio la marcata differenza di genere è elemento caratterizzante il riminese. Se è positivo infatti che diminuiscano le persone in cerca d’occupazione (nel triennio 2004-2006 la flessione tocca il 25%) lo è meno che questa dinamica si attenui nell’ultimo anno ed avvantaggi di più gli uomini. Il numero di donne disoccupate nel 2006 si riduce del 9,6%, ad un ritmo inferiore anche a quello nazionale. Su 100 disoccupati in provincia oltre 60 sono donne. Il tasso di disoccupazione globale è il 4,21%, disaggregando i dati poco meno del tre per gli uomini il 6 per le donne. Cresce l’occupazione, dell’1,5% su base annuale e del 6 triennale, attestandosi al 65,9%, media tra il 76% maschile (in linea con la regione) ed il 55,7 femminile. Uno sguardo globale sul mercato del lavoro riminese mette infine in evidenza alcuni aspetti. Cresce infatti l’incidenza del lavoro dipendente (più 12% in tre anni), probabile risultato dell’emersione degli irregolari, anche se gli indipendenti sono un occupato su tre. Il territorio, ricco di piccole imprese, ha poi sempre più bisogno di grandi aziende strutturate, che con ricerca e marketing offrano opportunità anche per i laureati riminesi.
Le dinamiche settoriali riflettono alcuni punti caratteristici dell’economia provinciale. In controtendenza si segnala una crescita dell’agricoltura con 1.150 addetti in più. Più contenuta invece la dinamica relativa all’industria in senso stretto con una contrazione degli occupati nell’ultimo anno mentre cresce notevolmente il settore costruzioni (1349 unità in più), con ritmi superiori a quelli regionali.
Il terziario invece, da sempre punto di forza dell’economia locale, subisce nel triennio 2004-06 una perdita di 890 addetti (- 1,51 nel raffronto 2005-06).