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Rimini

Il comune pensa ad una 'città dei bambini' con spazi ludico-didattici

In foto: Guardare la realtà da un metro d'altezza con occhi attenti e curiosi. Un punto di vista non facile, per adulti indaffarati e di corsa, ma necessario per pensare una città a misura di bambino, dove gli spazi, le strade, gli ambienti siano alla portata degli under12.
Guardare la realtà da un metro d'altezza con occhi attenti e curiosi. Un punto di vista non facile, per adulti indaffarati e di corsa, ma necessario per pensare una città a misura di bambino, dove gli spazi, le strade, gli ambienti siano alla portata degli under12.
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gio 26 apr 2007 15:39 ~ ultimo agg. 30 nov 00:00
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E’ il progetto su cui sta lavorando l’assessore comunale riminese Elisa Marchioni, con delega alla “Qualità della vita dei bambini”. “Le nostre città – ha spiegato l’assessore – sono pensate per adulti che lavorano. I bambini hanno un punto di vista completamente diverso. Il loro è uno sguardo curioso e non efficientista”. Alla nuova idea di città non possono, quindi, mettere mano solo gli adulti. Tra le iniziative che l’assessorato avvierà a settembre ci sarà una ricerca tra i più piccoli per conoscere la loro percezione della città e laboratori in cui i bambini si proveranno come urbanisti. Entro un paio di settimane sarà costituito anche un comitato scientifico ad hoc e il primo passo sarà mettere in rete i servizi e le realtà che già sul territorio si rivolgono ai bambini. A maggio partiranno i primi esperimenti di piedibus, percorsi pedonali protetti da casa a scuola per gli alunni delle elementari Toti e delle Celle. Ma visto che il progetto vuole avere lo sguardo fiducioso dei bambini, si punta a qualcosa di più significativo. Creare una vera e propria città dei bambini coinvolgendo altri enti pubblici, ma anche privati, sfruttando le esperienze consolidate in città come Genova, Parigi, San Francisco. Sul luogo si sta ancora lavorando ma l’assessore assicura che ci sono già diversi in contatti. “L’idea è di creare un luogo fisico dove per tutto l’anno bambini e genitori possano svolgere attività insieme. Spazi didattici, ma anche ludici. E’ un progetto a cui il comune non può lavorare da solo, ma l’amministrazione può essere il soggetto promotore”.