newsrimini.it

44 patenti ritirate nel fine settimana. Da oggi settimana sicurezza stradale

Le pattuglie dei carabinieri impegnate nei controlli sulle strade al rientro dalle discoteche hanno ritirato infatti ben 44 patenti per guida in stato d’ebrezza, 37 a Rimini e sette a Riccione.
L’età degli automobilisti sanzionati va dai 19 ai 45 anni mentre il livello più elevato di alcol nel sangue (2,19) è stato riscontrato in un peruviano residente a Rimini.
Intanto oggi si è tenuto un consiglio provinciale aperto dedicato proprio alla sicurezza stradale: dopo una relazione dell’assessore alla mobilità, Rossini, i consiglieri hanno votato un ordine del giorno nel quale si impegnano a dare attuazione alla direttiva Eco Drive, per creare tra i giovani una cultura della “mobilità responsabile”.

L’intervento dell’ass. Alberto Rossini
“Ritengo quanto mai opportuno aver accettato l’invito di dedicare una riunione
del Consiglio in occasione della Settimana mondiale sulla sicurezza stradale.
Per incidenti muoiono nel mondo più di un 1.200.000 persone e oltre 3,5 milioni
rimangono feriti, e gli incidenti sulla strada sono al nono posto tra le cause
di morte.
Molto si è fatto e si sta facendo, ma considerata la situazione è chiaro che non
è ancora abbastanza.
In particolare l’Italia ha un numero di incidenti stradali molto alto. Nel 2005
abbiamo avuto 5.426 morti e 13.727 feriti con un costo sociale di oltre 30
miliardi di euro. Voglio ricordare che molte sono morti che hanno a che fare
con il mondo del lavoro perché circa 400 sono i decessi avvenuti in itinere ,
come ha certificato la stessa Inail nel 2002. Aggiungo che tra le persone più
giovani gli incidenti stradali sono la prima causa di morte.

L’ Unione Europea persegue l’obiettivo di ridurre gli incidenti del 50% entro il
2010, tramite un programma, chiamato Vision Zero, che è stato recepito anche
dall’Italia, la quale mette a disposizione finanziamenti per interventi sulle
strade statali, provinciali e comunali. Ricordo che la Provincia ha
intercettato finanziamenti per la strada provinciale 14 Santarcangelo, Poggio
Berni, Torriana, per la quale è prevista a breve la realizzazione degli
interventi.

La situazione italiana ha conosciuto un trend negativo dal ’99 al 2002 per
migliorare dal 2003 al 2005 soprattutto per effetto della patente a punti. Il
Consiglio dei Ministri ha varato nel mese di marzo un atto di indirizzo per il
governo della sicurezza stradale attraverso il quale si intendono varare una
serie di misure per raggiungere l’obiettivo della riduzione del 50% degli
incidenti e soprattutto delle morti, proprio per allinearci al resto d’Europa.
I tassi di incidentalità italiani sono di circa il 13% più alti della media
europea e sono il doppio dei paesi più virtuosi come l’ Olanda, la Svezia, il
Regno Unito, la Norvegia.
Nonostante tutto dal 1995 al 2005 l’Italia ha registrato una delle più esigue
riduzioni tra tutti i paesi europei. Il tasso di mortalità per milione di
abitanti da noi è pari a 92, mentre è del 56 il Gran Bretagna, del 49 in Svezia
e del 46 in Olanda, del 65 in Francia e dell’88 in Francia.

Non c’è dubbio che a determinare questa situazione contribuisce e non di poco il
numero molto alto di mezzi che girano sulle nostre strade. In Italia ci sono 754
veicoli per abitante , mentre le medie europee sono del 15- 20% più basse. Va
subito detto chela nostra Provincia ha un tasso molto alto sia di veicoli che
di auto. Siamo a 601 automobili per abitante contro una media della Regione di
608 ed italiana di 587. Città come Londra si fermano a 413 Barcellona a 350,
Praga 551, Lisbona 597. Ciò che impressiona in Italia e vale anche da noi è
altissimo numero di moto, sono ben 10 milioni, siamo primi in Europa seguiti
dalla Spagna che però ha 3 milioni, e non a caso molti degli incidenti vedono
coinvolte le moto.

Nella nostra Provincia nel 2005 sono stati registrati 2.507 incidenti che hanno
causato 36 morti e 3.450 feriti sulle nostre strade, con un trend in
diminuzione, ma ovviamente i dati restano particolarmente preoccupanti. Ciò che
balza subito agli occhi è che l’80% degli incidenti si verifica su strade
urbane, coinvolgendo in un gran numero di casi proprio le moto. Dei 36 morti 8
invece sono su strade extra urbane e la prima strada ad essere coinvolta è
proprio la statale Adriatica.
Dal 2002 ad oggi abbiamo avuto una diminuzione degli incidenti del8,8% e del
10,4% dei feriti e del 18,1% dei morti.

La diminuzione di incidenti è stata ottenuta grazie agli interventi di messa in
sicurezza che sono stati realizzati dalla Provincia e dai Comuni.
Purtroppo, per la Provincia di Rimini i dati restano molto preoccupanti,
soprattutto sulla Strada Statale 16 “Adriatica”, che secondo le elaborazioni
dell’ACI è la prima strada statale sia per numero di incidenti che per numero
di incidenti gravi.
Sulla S.S.16, nel triennio 2000 – 2003, sono stati registrati 8 morti e ben 1039
feriti. Segue a poca distanza, rispetto al numero di incidenti, la Provincia di
Ravenna, interessata da un altro tratto della S.S.16, a dimostrazione del fatto
che ormai questa strada è completamente superata e, come chiediamo da tempo, è
necessario realizzare un nuovo tracciato.
A dimostrazione di ciò, cito ancora altri pochi dati: la S.S.16 ha un tasso di
incidentalità per chilometro che è del 13,77, con un trend in aumento, mentre
la Strada provinciale 258 “Marecchiese”, ad esempio, ha un tasso di
incidentalità per chilometro del 6,80, quindi meno della metà.

Ciò dimostra che dove si interviene secondo una logica di programmazione, come
nel caso della Marecchiese, lavorando con continuità al fine di impostare una
metodologia coerente, si raggiungono ottimi risultati. Laddove invece non si
interviene e a monte non è neppure riscontrabile una visione complessiva,
rispetto agli interventi da realizzare, è chiaro che gli incidenti non solo non
diminuiscono, ma purtroppo aumentano.
Un altro aspetto che desidero evidenziare è la tipologia di utenti della strada
in rapporto alle percentuali di incidentalità rilevate sul nostro territorio.
Per esempio, nel campo dei feriti coinvolti negli incidenti il 43% è costituito
da automobilisti, il 38% da motociclisti, il 5% da pedoni, l’8% da ciclisti e il
6% dalle altre tipologie.

Questa è in sintesi la fotografia della Provincia di Rimini.
Ritengo che sia importante confrontarsi con altre esperienze, e che, invece di
lamentarsi di quello che altri enti, l’ANAS ad esempio non fanno, sia meglio
tentare di mettere in piedi iniziative e strategie molto concrete, e partire
dalle situazioni più difficili.
Da questo punto di vista penso che le Province e i Comuni, insieme alle Regioni
possano impostare un programma di lavoro preciso, anche partendo da esperienze
fatte altrove. Occorre un lavoro nel medio e nel lungo termine che, come nel
fortunato caso della Marecchiese, produca dei risultati.

È bene quindi essere molto operativi, partendo da concezioni e metodologie che
puntino a risultati molto precisi, invece di aspettare soltanto che altri
intervengano.
Da questo punto di vista ritengo che dobbiamo far tesoro anche di esperienze che
vengono da fuori.
Aggiungo, infine, che la sicurezza è una questione che coinvolge anche la
cultura della mobilità.
Senza un radicale cambiamento dei comportamenti sulle nostre strade,
difficilmente avremo riduzioni significative degli incidenti.
La sicurezza stradale si compone di tre fattori: le infrastrutture, i mezzi che
circolano ed il comportamento di chi guida. Nel primo caso servono investimenti
per mettere in sicurezza le strade e per realizzare nuove arterie lì dove vi
sono deficit di viabilità. E’ il caso della statale 16 e delle più importanti
opere di livello provinciale. Di sicuro il potenziamento del trasporto pubblico
è un altro fattore decisivo
La sicurezza passiva dei veicoli sta certamente migliorando attraverso i
continui progressi tecnologici che rendono standard le innovazioni un tempo
poco diffuse. Però deve essere ridotta la mobilità veicolare, oltre che per i
noti problemi di inquinamento anche per problemi di sicurezza. Meno auto in
circolazione significa meno rischi, in particolare nelle aree urbane, dove
soprattutto i mezzi pesanti dovrebbero circolare in maniera molto ridotta.
Va perseguita con coerenza una politica di tutela degli utenti deboli (golfi di
fermata per i mezzi pubblici, attraversamenti rialzati, sedi protette,
manutenzione stradale, ecc.).
Va potenziata, come sta facendo la Provincia, la rete delle piste ciclabili
messe in sicurezza e separata dal resto della carreggiata.
Deve essere data priorità di intervento ai percorsi collettivi creando misure
specifiche per i percorsi casa lavoro e casa scuola (vedi gli esempi del Gros e
del liceo Classico ed ora del polo scolastico di Viserba). Con un po’ di
coraggio possono essere aumentare le aree con i limiti di velocità a 30 km /h.
Ciò ad Amburgo ha ridotto i morti per incidenti del 90%.
Alcuni Esempi postivi ci sono e oltre alle iniziative della Provincia ricordo
che il Comune di Cattolica è un esempio per tutta Italia.

C’è da fare molto anche a livello di comportamenti e di educazione stradale
anche attraverso apposite campagne di comunicazione di livello nazionale e
facendo impegnare i personaggi più rappresentativi. Il presidente Chirac ad
esempio nel 2002 si è impegnato personalmente contro la “violenza della
strade”, come lui stesso l’ha definita.
A mio parere non servono nuove leggi ma il rispetto preciso e puntuale di quelle
esistenti.
Maggiori controlli, maggiore prevenzione e un più radicato senso di
responsabilità di ciascuno di noi. Quanti ormai abitualmente guidano con il
telefonino in mano, o parcheggiano in doppia fila creando pericolo. Molti
incidenti sono provocati da una eccessiva velocità.
Molti giovani neppure si rendono conto di mettere in pericolo la vita propria e
degli altri.

Un lavoro importate è quello da fare, a mio avviso, nelle auto-scuole e nelle
scuole in particolare con riferimento ai neo patentati. E’ necessaria una nuova
cultura della sicurezza stradale. Ma più in generale della mobilità..
Recentemente la Regione Emilia Romagna ha sottoscritto un protocollo di intesa
con le autoscuole per avviare importanti iniziative in termini di formazione
professionale per il personale abilitato all’insegnamento e per promuovere una
cultura della sicurezza, noi abbiamo già intrapreso questo percorso e dobbiamo
continuare., nelle politiche già attive del mobility manager, nella redazione
dei piani di spostamento casa lavoro e casa scuola, negli investimenti e nelle
opere da realizzare.

Immediatamente però possiamo assumere alcuni impegni relativi ai dati, alla
conoscenza e ad una sempre maggiore collaborazioni con gli altri enti pubblici
e privati che con la viabilità e la mobilità sono direttamente coinvolti.
E’ in questo senso che abbiamo predisposto un ordine del giorno che impegna la
Giunta a muoversi in questa direzione, verificando periodicamente le cose
fatte e stabilendo un programma di lavoro operativo con le scuole e con le auto
scuole che proprio in questi giorno sono stati oggetto di un opportuno
provvedimento di liberalizzazione che spero aiuti anche a conseguire i
risultati che attraverso questa giornata tutti quanti ci auguriamo.”