Venerdì sera su E'TV Romagna la prima puntata di 'Chi Sport'
La prima puntata, dedicata alle attività di orientamento allo sport per i bambini, sarà trasmessa domani sera.
“Il nostro obiettivo – spiega l’ideatore della trasmissione, Roberto Bonfantini – è presentare, con una formula semplice, una panoramica delle offerte sportive del territorio riminese, dall’atletica al nuoto, dalla pallamano al baseball, solo per fare qualche esempio. Ogni puntata si aprirà con la presentazione della disciplina da parte di un istruttore. L’intervista sarà alternata a fasi di una seduta di allenamento. I numeri relativi alla pratica della disciplina verranno forniti da un rappresentante della Federazione. I praticanti o, quando possibile, i campioni nostrani racconteranno cosa li ha spinti a praticare proprio quello sport. Non mancherà il parere del medico, con gli aspetti positivi ma anche quelli negativi legati alla pratica sportiva. E in chiusura di puntata saranno forniti indirizzi e recapiti utili. Il titolo, “Chi Sport”, vuole sottolineare la volontà di mettere al centro dell’attenzione la persona: chi pratica sport e chi lo insegna, a tutti i livelli. Lo sport quindi come momento di aggregazione e divertimento, mettendo al bando gli eccessi dell’agonismo. La trasmissione vuole essere una sorta di guida alla pratica sportiva per tutti, con una particolare attenzione ai giovani, senza tralasciare i diversamente abili e gli amatori. Il primo ciclo consta di otto puntate. Ci auguriamo però che il progetto possa continuare nei prossimi anni”.
“Chi Sport” si avvale del contributo dell’Assessorato allo Sport della Provincia di Rimini.
“Lo sport è uno dei fattori importanti del Welfare, del sistema sociale anche della nostra provincia – dice l’assessore provinciale allo Sport, Andrea Gnassi -, perché porta con sé un insieme di valori, fa incontrare le famiglie, ha un’azione educativa verso i bambini. Capire lo sport e praticarlo significa anche vivere meglio. Allora, raccontare le storie, i protagonisti, le azioni che si svolgono su un campetto di periferia, in una palestra o in una scuola, vuol dire raccontare un mondo che è protagonista tutti i giorni ma di cui non si parla tanto”.