Prodi-Berlusconi, il dibattito visto da Giuseppe Chicchi e Giampaolo Bettamio
Prodi e Berlusconi si sono affrontati su domande piuttosto tecniche formulate dai due giornalisti scelti per il primo ‘round’ di confronto, Marcello Sorgi, editorialista della Stampa e da Roberto Napoletano, direttore del Messaggero, con tempi di risposta scanditi dall’orologio, in un clima serrato ma senza colpi di scena. A presiedere il tavolo, fra i due ‘contendenti’, Clemente Mimun, più arbitro che giornalista. Il dibattito così regolamentato ha giovato alla chiarezza, per Giuseppe Chicchi, candidato alla Camera per l’Unione; che non trova più efficaci risse verbali più adatte ad alzare l’auditel che ad informare davero i cittadini. Chicchi valuta più capace di sintesi Prodi, che non ha mai sforato i tempi previsti, e che è stato più capace di parlare a tutti, non solo ai suoi sostenitori; troppo ossessionato dal dimostrare le cose realizzate con cifre, dati e numeri gli è invece apparso Berlusconi. Chicchi al microfono di Radio Icaro ha commentato: “un’insistenza sul lavoro svolto dal Governo che fa pensare che debba dimostrare qualcosa di cui lui stesso non è convinto”.
Per Giampaolo Bettamio, senatore e Sottosegretario agli Esteri, in cerca di riconferma per Forza Italia, il dibattito si è concluso sostanzialmente con un ‘pari’, ma la formula così rigida è stata poco efficace, ha penalizzato il dibattito e le doti di comunicatore di Berlusconi. Un round di rodaggio, insomma, quello di ieri, dove il grande assente è stato il futuro del Paese: un tema che, auspica Bettamio, dovrà essere affrontato nei prossimi appuntamenti. I due candidati cui abbiamo chiesto dia fare da giuria, concordano su un aspetto: il faccia a faccia televisivo non sposta voti, e non è efficace per modificare le convizioni degli indecisi. Piuttosto, rafforza l’opinione di chi è già convinto. Così, scherza Bettamio, “oggi i sostenitori di Prodi gridano vittoria, e quelli di Berlusconi anche”.