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Lavoro ingrato per ispettori del lavoro: un presidio davanti Prefettura

In foto: Per denunciare la difficile situazione degli impiegati della Direzione Provinciale del Lavoro, CGIL-CISL-UIL organizzano un presidio davanti alla Prefettura di Rimini per martedì dalle 10 alle 12.
Per denunciare la difficile situazione degli impiegati della Direzione Provinciale del Lavoro, CGIL-CISL-UIL organizzano un presidio davanti alla Prefettura di Rimini per martedì dalle 10 alle 12.
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lun 20 mar 2006 17:28 ~ ultimo agg. 00:00
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A Rimini, si legge in una nota dei sindacati, attualmente, a fronte di una pianta organica di 35 ispettori ce ne sono solo 5 in servizio alla DPL.
Questi, nel dettaglio, i motivi della protesta:
restano scoperti gli organici, solo per il periodo elettorale entreranno in servizio 860 nuovi ispettori del lavoro (2.300 gli attuali; 12 arriveranno a Rimini);
è pregiudicata la normale operatività perché mancano risorse per spese correnti di funzionamento ordinario quali: postali, spese telefoniche, manutenzione apparecchiature (personal computer, stampanti, fax, fotocopiatori, programmi informatici …), cancelleria e materiale di facile consumo (carta, penne, toner …) tanto che per alcune pratiche in alcune DPL si chiedono al cittadino carta e francobolli;
è annullata l’indennità di trasferta: ciò significa che gli ispettori devono ridurre drasticamente l’attività di vigilanza nei luoghi di lavoro (rispetto della legalità per: salute e sicurezza dei lavoratori, contrasto al lavoro nero e all’abusivismo, evasione contributiva, tutela delle lavoratrici madri …) perché possono recarsi solo nei luoghi raggiungibili con mezzi pubblici;
si rischia l’esternalizzazione di attività fondamentali nel ruolo istituzionale del Ministero del Lavoro (funzioni legate a vertenzialità collettiva, gestione degli ammortizzatori sociali esistenti, immigrazione, promozione e sviluppo della cooperazione) e la riduzione di efficienza delle commissioni di conciliazione pubbliche e private;
sono stati bloccati i processi di formazione e riqualificazione del personale (nonostante gli accordi sottoscritti sia nel contratto nazionale di lavoro che nel contratto aziendale) e ciò comporta un peggioramento dell’organizzazione del lavoro e una riduzione dell’efficienza degli uffici.