Assunzioni in calo, flessibilità in crescita. Anche per il settore artigiano, che conta in provincia di Rimini 9.932 imprese (4.774 nel settore casa) e 21 mila addetti, si fa sentire la congiuntura economica non positiva.
Il numero di imprese che dichiarano di voler assumere si riduce rispetto al 2004 del 18%, mentre cresce notevolmente la quota di aziende (in particolare abbigliamento, meccanica, comunicazione) indecise o addirittura sicure di non effettuare nel 2006 nuove assunzioni. I motivi sono presto detti: il 49% ha l’organico completo ma per il 33% è l’incertezza dei mercati a frenare la crescita. Solo le aziende in espansione sono disposte ad assumere. Aumenta però la flessibilità: aldilà infatti dei profili professionali più difficili da trovare, che vengono in genere bloccati col tempo indeterminato, sempre più spesso nelle imprese artigiane si ricorre a contratti a tempo determinato (sia tempo pieno che parziale). Questo anche perchè gli ordinativi sono spesso a breve termine ed è quindi complesso pianificare attività a lunga scadenza. Per uscire dalla crisi le soluzioni sono sempre le stesse: puntare sull’innovazione e fare sistema. Ma per poterlo fare è necessario il sostegno anche pubblico con incontri e tavoli di concertazione con le categorie. Il rilancio passa anche, e soprattutto dalle economie “esterne”: servizi infrastrutture, possibilità di mettere in piedi collaborazioni pubblico-privato.
Una curiosità. Pur essendo quello dell’artigianato un settore giovane, i titolari hanno mediamente 44 anni ed il 20% degli occupati sono apprendisti con meno di 24 anni, il sistema maggiormente utilizzato per reperire il personale è il “fai da te”. Ben distante il ricorso ad agenzie interinali, al collocamento pubblico e a Buon Lavoro Cna che pure soddisfa l’80% di chi vi ricorre.