Al Teatro Corso arriva il musical. In scena 'Pigmalione' tratto da My Fair Lady
La prima scena si apre sulle imponenti colonne della chiesa di S. Paolo a Londra, opera di Inigo Jones, torrenti di pioggia estiva, spettatori eleganti in abito da sera, pedoni affannati alla ricerca di un taxi, gente del popolo, venditori, un professore e una fioraia. Una delle più famose commedie di tutti i tempi, delle più impegnative e sfarzose, con i balli
all’ ambasciata, le corse di cavalli, la casa di Higgins (tempio di studi fonetici), e la lussuosa abitazione della signora Higgins. Un imponente allestimento con un grande cast, tante comparse, una regia di prestigio, scenografie imponenti e costumi sgargianti. “Pigmalione” o “My fair lady” è una moderna favola di Cenerentola, è un apologo, solo in apparenza frivolo, sulle differenze di classe che l’accento e la pronuncia rivelano. Un apologo sorretto da un torrente di aforismi, paradossi e
trovate comiche sapientemente amalgamati in un dialogo pirotecnico, inimitabile.
Nel ruolo di “Pigmalione”, il professor Higgins, uno dei migliori attori italiani, specializzato in questo repertorio e reduce dai grandi successi wildiani con L’importanza di chiamarsi Ernesto e Un marito ideale (rispettivamente primo e terzo spettacolo italiano per numero di spettatori nelle ultime due stagioni), Geppy Gleijeses. Alfred Doolittle è Marco Messeri, prezioso comico toscano, protagonista con Troisi, Moretti e Mazzacurati di tanti film importanti del più recente cinema italiano. Liza
Doolittle, la fioraia -duchessa è Marianella Bargilli, tra i protagonisti più amati dell’ultima edizione del Grande fratello. Ha studiato recitazione all’ Actor’s Studio di New York con Marylin Fried e in Italia con Beatrice
Bracco e Nikolaj Karpov. La regia di Roberto Guicciardini, la traduzione di Masolino D’Amico, le musiche (in larga parte quelle del musical) a cura di Matteo D’Amico.