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Sempre meno riposo nella domenica del villaggio … commerciale

“La domenica come giorno da dedicare al Signore, ma anche di riposo, di incontro e di festa”. Un richiamo arrivato più volte dalla Diocesi di Rimini, soprattutto alla luce della realtà turistica della città.
Quando comincia la stagione balneare, infatti, il rischio è che tutti i giorni siano uguali, in particolare per chi col turismo ci lavora. Ma, oltre all’estate, un altro fenomeno negli ultimi anni ha influito sull’identità della domenica: il commercio. A parte le aperture straordinarie sotto le feste, fino a qualche anno fa chi voleva passare la domenica tra i negozi doveva infilarsi sulla superstrada per San Marino, se non addirittura in A14 per una gita all’Ikea di Bologna. Poi anche a Rimini hanno aperto negozi, soprattutto magazzini di medio-grandi dimensioni, che hanno adottato la formula “aperto anche la domenica pomeriggio” anche per il buon responso di pubblico.
E ora i due nuovi giganti del commercio, l’Iper delle Befane e l’Ipercoop Malatesta, annunciano l’apertura domenicale per tutto l’anno. Oggi per chi abita a Rimini il grande commercio non è più così difficile da raggiungere. E’ entrato in città, alle porte nord e sud, tanto che é quasi impossibile evitarlo.
Non occorre più mettere in conto interminabili file ai semafori della consolare per il Titano per andare dove cd e videoregistratori costavano meno.
L’Iper Rubicone propone sì l’apertura domenicale in vista delle feste, che parte questa settimana, ma da gennaio, fanno sapere dal centro commerciale di Savignano, la domenica si torna a chiudere. Ad aprire la domenica negli ultimi tempi ci ha provato una parte dei commercianti del centro storico di Rimini, anche se molti scelgono di rispettare il giorno di riposo. Tutti, però, al di là della domenica si sentono penalizzati da un’amministrazione che poco o nulla fa per incentivare l’accesso in centro. Il trend, comunque, sembra essere quello che chi la domenica non sceglie di aprire, resta penalizzato. E così la domenica cambia: per le centinaia di addetti chiamati al lavoro, ma anche per i cittadini. E nelle nuove battaglie interne nel commercio riminese, a farne le spese rischia di essere il giorno da dedicare al Signore, al riposo e alla festa.