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Lavoro Provincia

Mobilitazione contro la precarietà. I numeri degli atipici nel riminese

In foto: “Nessun lavoro senza diritti e tutele”, questo il tema della giornata di mobilitazione nazionale contro la precarietà organizzata oggi da Nidil Cgil e Arci.
“Nessun lavoro senza diritti e tutele”, questo il tema della giornata di mobilitazione nazionale contro la precarietà organizzata oggi da Nidil Cgil e Arci.
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lun 24 ott 2005 16:05 ~ ultimo agg. 00:00
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Al centro delle critiche la legge 30 del 2003, la cosiddetta Legge Biagi, giudicata la soluzione sbagliata per rimettere in moto il mercato lavorativo. Per Renato Socci, segretario Nidil Cgil Rimini, e Gianluca Fabbri, del dipartimento Mercato del lavoro, la legge 30 permette l’utilizzo di un numero eccessivo di tipologie lavorative, spesso non giustificate da esigenze produttive.

In Italia gli atipici sono oltre 4 milioni. In provincia sono invece 19 mila gli iscritti alla gestione separata Inps, quella per gli atipici (collaboratori di vario genere, associati in partecipazione, assunti con contratti di somministrazione) anche se la posizione di alcuni potrebbe essersi modificata. La Cgil lamenta infatti la difficoltà di avere dati statistici affidabili. Difficoltà che emerge anche alla voce “disponibili al lavoro”: secondo l’Istat sarebbero 8 mila nel riminese, secondo i Centri per l’Impiego 20 mila. Gli avviamenti al lavoro nel 2004 in provincia sono stati quasi 70 mila, il 26,2% però part time, contro il 2% di 10 anni fa. Il 23% dei lavoratori ha fatto anche più avviamenti in un anno, a testimoniare la scarsa stabilità del posto. L’economia riminese infatti, molto legata ai servizi ed alla stagionalità, per la Cgil risente ancora di più della precarietà.
Tra le richieste del sindacato, l’abolizione della legge 30, la ridefinizione delle tipologie lavorative ed una maggiore lotta alla precarietà che, spesso, proprio gli enti pubblici favoriscono. Il maggior numero di assunzioni con contratti di collaborazione (co.co.co.) avviene infatti nelle amministrazioni pubbliche.