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Emergenza casa, allarme CGIL: servono alloggi ad affitto calmierato

In foto: Proprio alla vigilia della consegna dei primi alloggi ERP costruiti dall'Acer in Provincia di Rimini, in località Orsoleto (vedi notizia pubblicata alle 11.02), la CGIL di Rimini interviene sul tema casa con una nota firmata dal segretario Graziano Urbinati, denunciando la grave mancanza di alloggi a canoni agevolati:
Proprio alla vigilia della consegna dei primi alloggi ERP costruiti dall'Acer in Provincia di Rimini, in località Orsoleto (vedi <a href=http://www.newsrimini.it/index.php?sid=37273>notizia</a> pubblicata alle 11.02), la CGIL di Rimini interviene sul tema casa con una nota firmata dal segretario Graziano Urbinati, denunciando la grave mancanza di alloggi a canoni agevolati:
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mer 28 set 2005 17:17 ~ ultimo agg. 00:00
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Per una provincia che ha costruito la propria fortuna sull’ospitalità e di conseguenza sulla capacità di edificare alloggi temporanei per i vacanzieri, il concetto di casa è naturale che appaia spesso distorto. Casa che diventa albergo, investimento, bene rifugio, rendita fondiaria, motore immobiliare. La casa come dimora per cittadini stanziali, necessità primaria e fattore di coesione sociale è argomento poco ghiotto per i poteri economici forti. Tra l’altro lo spostamento di cospicue liquidità sulla rendita immobiliare non aiuta il sistema economico produttivo ad investire su stesso e a rinnovarsi e qualificarsi.
Nella provincia di Rimini le famiglie proprietarie dell’abitazione in cui vivono sono il 75%. Se si considera che il costo medio di un affitto è di 600-700 euro mensili è facile comprendere che sia più “economico” fare un mutuo, magari ventennale o trentennale.
Più economico perché non si può fare altrimenti, ma quanti ben volentieri rinuncerebbero a questo debito a vita se si trovassero alloggi con facilità, a prezzo equo e senza anticipazioni di diverse mensilità? Attualmente però è impensabile che la rotta possa essere invertita e solo una forte presenza di edilizia residenziale pubblica potrebbe regolare il mercato. L’ERP provinciale presenta la percentuale più bassa di tutta la Regione con 1800 alloggi circa (pari al 3,5% del patrimonio ERP regionale). La sua incidenza sul sistema casa è solo dell’1,5% e non riesce a calmierare né il prezzo né gli affitti a fronte di una domanda di 2.154 alloggi ERP.
I dati dell’ultimo censimento dicono che il numero delle famiglie è aumentato del 16,5% e che è diminuita la composizione dei nuclei familiari (in media 2,6 per nucleo) con più anziani soli, più single, più famiglie monogenitore. Gli immigrati regolari, circa 20.000, rappresentano l’8% della popolazione e vivono per il 72% in condizioni di sovraffollamento.
Altro elemento che altera un mercato già distorto è quello rappresentato dagli studenti, circa 5.000 costretti a pagare per un posto letto 250-300 euro.
Il caso della nonna senza tetto che chiede di essere adottata non è che il coperchio di una pentola dentro la quale molti non vogliono vedere cosa si nasconde realmente. Come possiamo considerarci una società civile e sviluppata sapendo che migliaia di persone vivono in alloggi fatiscenti e sovraffollati? La vergogna sociale spesso si consuma nelle chiacchiere dei vicini casa, e in qualche caso arriva sulle pagine dei giornali quando le forze dell’ordine scoprono gli invivibili “laboratori cinesi” o le stanze dove stanno ammassati tanti “vu cumprà”. Accanto al controllo del territorio da parte di chi, a vario titolo, ne ha la responsabilità, è urgente che i Comuni investano sulle politiche abitative innanzi tutto recuperando e riqualificando il patrimonio immobiliare esistente sia pubblico che privato. Inoltre vanno definiti appositi dispositivi sanzionatori per assicurare la stabilità abitativa, penalizzando fiscalmente le case sfitte e salvaguardando la legalità contrattuale e fiscale.
Riteniamo e proponiamo che tutti i soggetti a responsabilità sociale coinvolgibili: amministrazioni, imprese, banche, fondazioni, attraverso una programmazione concertata anche con le parti sociali, debbano darsi l’obiettivo minimo, per i prossimi anni, oltre all’ERP che va ampliata, di 1000 alloggi a 300 euro di affitto al mese e senza che per questo vengano realizzati nuovi insediamenti.
Ciò, considerando i tagli effettuati dal governo Berlusconi all’edilizia popolare e la svendita del patrimonio pubblico, favorirebbe il bisogno di alloggi dei lavoratori in mobilità, delle giovani coppie, di anziani, studenti, immigrati e di tutti coloro che ne hanno bisogno. Auspichiamo che tale obiettivo venga inserito nei programmi di legislatura per le prossime elezioni amministrative comunali.

Graziano Urbinati
Segreteria CGIL Rimini