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Rimini

Occhio a dove costruiamo: arriva la carta su potenzialità archeologica

In foto: Una carta delle potenzialità archeologiche del Comune di Rimini, per conoscere il patrimonio che si è sedimentato negli anni sotto i nostri piedi ed è spesso oggetto di saccheggi ed occultamenti.
www.comune.rimini.it
Una carta delle potenzialità archeologiche del Comune di Rimini, per conoscere il patrimonio che si è sedimentato negli anni sotto i nostri piedi ed è spesso oggetto di saccheggi ed occultamenti.<br><a href=http://www.comune.rimini.it target=_blank>www.comune.rimini.it</a>
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mer 26 gen 2005 19:30 ~ ultimo agg. 00:00
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La novità é stata presentata oggi in Comune dopo il passaggio avvenuto martedì in Giunta.

Una città che si nasconde sotto la città: trovare antiche strade, case, resti di acquedotti di un tempo passato, per secoli sepolti sotto terra, anche non ad una grande profondità, a Rimini è un classico.
I resti della città che fu vengono quasi sempre scoperti per caso, durante il rifacimento di una strada oppure la costruzione di un edificio.
Quando avviene il ritrovamento i lavori vengono bloccati dalla Sopraintendenza: è necessario, ma si perde molto tempo.
Qualcuno, allora, prende scorciatoie illegali, occultando o distruggendo i resti, ma questo è un reato penale.
Con la carta delle potenzialità archeologiche il comune di Rimini vuole prevenire questi incidenti e fornire rapidamente una mappa di tutto il territorio comunale in uno spettro che arriva fino alle soglie del 1800.

Realizzata in due anni dal sistema informativo territoriale del comune di Rimini, Sopraintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna e Associazione Riminese per la Ricerca Storica ed archeologica, la carta conta cinquecento siti schedati e verrà continuamente arricchita con particolari più precisi e nuove scoperte.
Questo strumento sarà parte integrante del piano strutturale che verrà presentato all’inizio dell’estate, dopo le elezioni regionali. Ogni qual volta si andrà a chiedere un permesso per costruire, il Comune verificherà la classificazione del territorio e vincolerà la concessione al rispetto del suolo in cui si va a costruire, secondo le fasce di potenzialità archeologica che vanno dalla più alta a quella assente.

Ascoltiamo Marcello Cartoceti, presidente ARRSA.