Cattedrale gremita per la Messa dei Popoli. L'integrazione come priorità
www.diocesi.rimini.it

I canti, i costumi, i colori di una chiesa, che ha la sua identità nell’essere cattolica, universale, capace di raccogliere espressione diverse della stessa fede. I magi arrivarono da Oriente per adorare il bambino, ieri dai 4 continenti sono arrivati in tanti per la messa dei popoli.
Un appuntamento che sempre più è l’espressione di una diocesi impegnata in creare percorsi di vera integrazione con le persone che vengono da lontano. Ascoltiamo Amanda Lopez, coordinatrice Messa dei Popoli, e Mons. Aldo Amati, Vicario della Diocesi di Rimini.
Gli immigrati ha ricordato il Vescovo nella sua omelia non sono stranieri, ma fratelli. Qui lavorano, questa è la loro casa, qui cresce la loro famiglia. Tra le proposte concrete per una vera integrazione che non sia assistenza paternalistica l’ingresso di alcuni membri immigrati in ogni consiglio pastorale. Importante anche tenere viva la tradizione religiosa di ogni popolo, perché inserirsi in una comunità non significa smarrire la propria identità. Un invito anche a fare un censimento di chi vive sul territorio, non tanto come mera conoscenza statistica, ma come primo passo per inserimento nelle comunità degli immigrati.
Ascoltiamo ancora Mons. Aldo Amati.
Importante è costruire un dialogo vivo, nella fraternità ecumenica, anche nei confronti dei cristiani non cattolici. Il Vescovo ha rivolto un pensiero e una preghiera particolare anche alle vittime del Maremoto in Asia, pur chiedendo di non dimenticare sull’onda dell’emozione le tante persone e famiglie che a Rimini sono emarginati, senza casa, senza lavoro.