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Rimini

Al Novelli 'Sogno di una notte di mezza estate' di Shakespeare

In foto: La stagione del teatro Novelli di Rimini prosegue venerdì alle 21 con una rivisitazione del “Sogno di una notte di mezza estate”, di William Shakespeare, allestito dalla Società per attori, diretta da Giuseppe Marini. Informazioni e biglietteria tel. 0541/24152.
www.comune.rimini.it/cultura/
La stagione del teatro Novelli di Rimini prosegue venerdì alle 21 con una rivisitazione del “Sogno di una notte di mezza estate”, di William Shakespeare, allestito dalla Società per attori, diretta da Giuseppe Marini. Informazioni e biglietteria tel. 0541/24152. <br><a href=http://www.comune.rimini.it/cultura/eventi_culturali/anno-2004/teatronovelli-2004/schede-2004/sogno-notte.htm target=_blank>www.comune.rimini.it/cultura/</a>
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gio 13 gen 2005 09:32 ~ ultimo agg. 00:00
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LA presentazione dello spettacolo da parte della compagnia:
Dario Biancone, Giorgio Colangeli, Giordano De Plano, Marta Ferranti,
Alessandra Ingargiola, Vinicio Marchioni, Maurizio Palladino, Stefania
Politi, Nina Raia, Claudio Santamaria e Giulio Turli sono in scena con il testo di Shakespeare per la regia di
Giuseppe Marini.
Un disegno registico, ancora una volta inedito e critico, teso a rivelare,
dietro l¹apparente cornice favolistica della commedia, il suo nucleo più
segreto e inquietante, il potenziale di frustrazione e di violenza
conflittuale che il desiderio, in particolare il desiderio erotico-sessuale
e la sua instabilità portano con sé.
Shakespeare mette in scena il pernicioso meccanismo della ‘aemulatio’,
l¹irresistibile, quanto sconfessata e temuta tendenza dell’uomo a ‘tradursi’
nell”altro’ e le conseguenze mostruose che ciò comporta, e tratta questa
materia coniugando genio poetico e precisione antropologica in maniera
stupefacente.
La notte di mezza estate diventa, in questa esplorazione, una ‘noche
oscura’, che inverte i ruoli e introduce il tempo del desiderio e dove i
personaggi subiscono un collasso della ragione.
Una festa grottesca e
folle, dove il caos e la dismisura dettano le loro regole generando
equivoci, identità confuse, doppi mostruosi.
Tutto è imitazione, senza più possibilità di distinguere la copia
dall’originale, sembra dirci Shakespeare e la stupefacente similitudine col
nostro mondo contemporaneo balza subito agli occhi.
Una dolorosa prova
collettiva che rischia di inghiottire tutti i personaggi, che ne fanno
parte, nel loro tragico destino, evitato a malapena soltanto per la loro
fortuna di appartenere a una commedia (e non alla tragedia che meriterebbero
e che si sforzano di provocare) e per di più, a una commedia romantica
dove però, a ben guardare, il vero amore, nel cui nome tutti parlano e
credono di agire, non esiste. È solo una bellissima forma fluttuante,
evanescente, illusoria in quel caleidoscopio di variazioni combinatorie di
un etereo nulla che è un sogno di una notte di mezza estate.