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Rimini

Stato e filosofia del mattone: Melucci interviene a Convegno Architetti

In foto: Questa mattina, nel suo intervento in apertura del convegno "Le occasioni dell'architettura" in corso alla sede della Provincia in via Dario Campana, promosso dall'Ordne degli Architetti di Rimini, il vicesindaco e assessore all'urbanistica Maurizio Melucci ha analizzato l'attuale situazione e 'filosofia' del mattone riminese. Pubblichiamo la traccia del suo intervento:
 Questa mattina, nel suo intervento in apertura del convegno
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gio 16 dic 2004 13:30 ~ ultimo agg. 00:00
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Ringrazio per l’invito perché sicuramente è un convegno di grande spessore che affronta i temi del governo del territorio con un respiro adeguato ad un aspetto così strategico per le nostre città.

Un convegno che tra l’altro avviene nel mezzo di un dibattito sulle nostre realtà che ha tenuto banco in queste settimane. Un dibattito che non sempre mi è sembrato all’altezza dei problemi con molte semplificazioni ed anche luoghi comuni ed inesattezze.

Mi scuso se colgo l’occasione per non fare un saluto formale ma indicare, anche se brevemente, le linee sulle quali stiamo lavorando.

Innanzitutto una premessa:

l’amministrazione comunale del sindaco Ravaioli, quando si è insediata la prima volta nel 1999, si è trovato approvato definitivamente dalla provincia il PRG di Benevolo. Un prg sofferto con un iter amministrativo durato circa 6 anni, e con un approvazione da parte della provincia che ha modificato, annullato, ridimensionato alcune previsioni (ad esempio Peep).

A ciò va aggiunto che nel 1999 è accaduto un altro fatto amministrativo importante: l’approvazione del ptcp da parte della provincia. Uno strumento di pianificazione strategico che indicava in modo preciso la gestione del territorio provinciale.

Rispetto a questa situazione, dopo aver valutato come si dice i pro e i contro abbiamo ritenuto che la cosa migliore fosse quella di completare ed aggiornare ciò che nel prg non era adeguato o mancava.

Posizione che abbiamo mantenuto anche quando uscì la legge regionale 20 scegliendo non la strada della realizzazione dei nuovi strumenti urbanistici previsti dalla legge me bensì prevedendo la procedura dello ‘Spacchettamento’ del prg, avendo però prima attivato quegli interventi integrativi e correttivi che riteniamo necessari.

Tra l’altro non è vero che siamo i più lenti in regione: sono 119 i comuni che hanno attivato le procedure della legge 20 a cui si aggiungono 9 comuni, tra i quali Rimini che utilizzano l’articolo 43 della legge 20.

Altre soluzioni avrebbero bloccato la città per altri anni senza dare soluzioni a problemi che erano immediati.

E qui entro nel merito di alcuni di questi interventi:

– Riattivare le aree per Peep (viserba, ma anche dopo la variante al ptcp Gaiofana ed Orsoleto)

– Riattivare le aree produttive ( Viserba, 1° maggio)

– Ma soprattutto l’atto di indirizzo sulla mobilità e sistema dei parcheggi che è la vera priorità di questo territorio e ci serve per la messa in rete di importante interventi di infrastrutture (Fiera, Palasport, darsena, Caar, Tribunale). Atto completato, presentato nei quartieri e pronto per la discussione in consiglio. Colgo questa occasione per dire che ne manderemo copia agli ordini per una valutazione.

– Rivisitazione per le aree del forese dell’annoso problema dei ghetti storici e non.

– Realizzazione del piano spiaggia

– Recupero delle colonie

Parallelamente a questo lavoro particolarmente impegnativo abbiamo messo al lavoro dei tecnici per uno studio preliminare sulle esigenze socio demografiche della città rispetto alle nostre previsioni urbanistiche e per il tema della perequazione urbanistica dei comparti.

A conclusione di questo impegnativo lavoro andremo all’adeguamento del nostro prg nei nuovi strumenti previsti dalla legge regionale. Impegno previsto per la prossima primavera.

Questo il lavoro dell’amministrazione comunale in estrema sintesi ed anche a grande linee. Tralascio altri particolari come l’approvazione del palas che faremo oggi in Consiglio comunale (investimenti di 82 milioni di €).

Ma qui inserisco un’altra considerazione.

Viene detto che il palas è frutto di una discussione politica ma non anche tecnica. Bene. Voglio semplicemente ricordare che queste funzioni (comprese quelle dell’iper) sono inserite nel PTCP strumento di pianificazione di primaria importanza per l’individuazione dei funzioni di scala provinciale.

Debbo dedurre che neanche il Ptcp approvato nel 1999, rivisto nel 2001 è uno strumento adeguato di pianificazione.

Detto questo affronto due o tre questioni che mi stanno a cuore:

– Troppo cemento: dopo un iter di 6 anni per l’approvazione del prg è normale che si sblocchino situazioni bloccate da anni. Tuttavia dei 250 comparti che è suddiviso il prg solo il 20% dopo 5 anni è partito od è in fase istruttoria. Quindi ci sono tutte le condizioni per ragionare sui temi che prima citavo in modo adeguato.

– Non abbiamo realizzato nulla con i motori immobiliari. Il palasport è figlio di un piano integrato approvato nel 1998 che per altro trovò allora molto consenso nella città. Mi si dice che altri comuni sono meglio di Rimini e questo mi fa piacere; voglio però ricordare che due strutture sportive importanti realizzate in altri comuni sono state fatte con un motori immobiliari. Sui motori immobiliari un ultima considerazione: c’è una avversione di principio o c’è un problema di trasparenza per l’individuazione dei partner privati?
Nel primo caso sono opinioni legittime, nel secondo caso noi se mai faremo interventi con il privato useremo la procedura del progetto di finanza.

Condivido un punto: coinvolgere di più gli ordini sulla progettazione della città. Ma per fare questo è necessario aprire canali di comunicazione più produttivi di quelli attuali. Oggi su tutti gli interventi più strategici le nostre collaborazioni sono fuori Rimini. In particolare con professionalità legati al mondo dell’università come l’architetto Felicia Bottino tramite Oikos. Penso vi siano tutte le condizioni per un coinvolgimento di professionalità locali.

Concludo con un paio di riflessioni.

1) Rendita fondiaria o immobiliare. Sono d’accordo con il proff. Zamagni. Queste forme di rendita rappresentano un cancro per l’intera economia soprattutto in una realtà come la nostra. Non la risolviamo con gli strumenti urbanistici ma con la ripresa di fiducia nei confronti del mondo economico che fa impresa. Il caso Pamalat ha spostato ingenti risorse finanziarie dalle imprese ad un bene rifugio come il mattone.
Questo fatto ha aumentato la pressione immobiliare in particolare nella nostra realtà dove alto è il livello di benessere. Questo aspetto che mi auguro congiunturale ha ridotto le possibilità di intervento nella zona turistica. Noi abbiamo fatto una scelta netta: in zona turistica non si cambiano destinazioni da alberghi in residenziale. Inoltre stiamo lavorando assieme agli albergatori alla realizzazione di una STU per liberare spazi e creare servizi in zona turistica. E’ un altro tassello di quel mosaico che sarà poi rappresentato dal piano strutturale.

2) Costo delle opere pubbliche. Ho indicato l’emergenza la priorità à Mobilità. Oggi i costi di una strada per il 50% servono per le aree, gli espropri. Sono cifre ingenti, che assieme ad una riduzione delle capacità di investimenti dello stato e degli enti locali rende problematica la realizzazione delle opere necessarie. Credo che sia matura una riflessione su questi aspetti che rischiano di bloccare impportanti investimenti per la qualità della vita delle nostre città.

Vi ringrazio per l’attenzione e mi auguro che questo confronto possa arricchire tutti noi.