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Rimini

Il dialogo contro il disagio. La riflessione dopo l'operazione 'Oblio'

In foto: L'operazione Oblio, che ha portato all'arresto di nove giovani riminesi accusati di spaccio nei confronti di minorenni, ha suscitato scalpore, soprattutto per le modalità: gli stessi spacciatori invitavano gli adolescenti al primo buco.
L'operazione Oblio, che ha portato all'arresto di nove giovani riminesi accusati di spaccio nei confronti di minorenni, ha suscitato scalpore, soprattutto per le modalità: gli stessi spacciatori invitavano gli adolescenti al primo buco.
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gio 7 ott 2004 12:57 ~ ultimo agg. 00:00
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Un fatto, però, che apre anche una riflessione su quello che si può fare per non abbandonare i giovani a sé stessi.
Atti estremi che però sono l’approdo finale di un percorso, nato da un disagio che può toccare tutti.
Per qualcuno può diventare una picchiata verso il basso, a seconda di quanti passi si fanno verso i vicoli ciechi, di quanta forza si ha nel fare le proprie scelte.
Un disagio ancora rimediabile se si riescono però a leggere i richiami e i segnali che i ragazzi inviano.
Il punto di partenza è abbastanza preciso: il momento in cui il ragazzo si ritrova solo con il suo gruppo, senza altre persone, luoghi, attività a fare da riferimento concreto. Col rischio che il ragazzo più grande, quello che si tende a vedere come il leader, sia quello capace di spingerti verso la manovalanza del piccolo crimine. Situazioni più facili da trovare nelle periferie: ai Padulli c’é la parrocchia con un campo sportivo, tre bar, ma non una piazzetta o una sala di ritrovo.
Ai ragazzi servono luoghi ma più di ogni altra cosa proposte educative che, oltre che dalla parrocchia, devono arrivare da famiglia e istituzioni Dialogare con loro non è facile, ma è vitale, come spiega don Marco Foschi, parroco dei Padulli.