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Facevano prostituire minorenni rumene nel ravennate: due arresti

Ancora una volta questura di Rimini e di Ravenna hanno lavorato gomito a gomito per sgominare un’organizzazione che sfruttava giovani prostitute straniere.
Le particolarità dell’operazione, che si è conclusa nella notte tra lunedì e ieri, sono due: le ragazze erano tutte minorenni, e non erano state portate in Italia con il solito miraggio di un lavoro ‘onesto’ ed una vita migliore.
Le cinque adolescenti, tra i 15 ed i 17 anni, tutte rumene, sapevano quel che avrebbero dovuto fare sulle strade della Romagna, ma credevano alla promessa di poter tornare in patria con l’esatta metà del guadagno, circa mille euro al giorno.
Per il resto il sodalizio criminale non ha regalato sorprese: base logistica a Rimini, l’ ideale per via delle strutture ricettive, e trasferte notturne per le strade di Cervia, dove le giovani lavoravano sotto l’occhio attento di Fatyon Sulay, 19 anni, albanese, braccio destro Floryn Coragata, 34 anni, rumeno clandestino, considerato dagli inquirenti la mente del gruppo. Sarebbe stato impossibile arrivare a quest’ultimo senza la testimonianza delle ragazze: per non destare sospetti, non alloggiava nemmeno nello stesso residence di Torre Pedrera e al momento dell’arresto, lunedì sera, guardava comodamente un film all’interno della sua Mercedes.
Ma per convincere le ragazzine a collaborare c’è voluta tutta le professionalità, tutta la pazienza degli agenti impegnati nei controlli: un po’ per età, che le rende facilmente malleabili, un po’ per mentalità, che le ha portato a ricevere come dovute alcune delle pene corporali inflitte loro dagli sfruttatori e subito compensate da qualche regalo: un capo firmato, un paio di stivali, quel tanto che basta ad un’adolescente cresciuta nella miseria per sentirsi arrivata. Una parola una, un chiarimento dell’altra, e tre di loro hanno finito per vuotare il sacco: l’arresto di Sulay e Coragata sarà convalidato domani. Le cinque ragazzine sono state affidate ad una comunità protetta.