Una lunga notte d'attesa. A casa Pari il sindaco e il prefetto
La famiglia è in contatto continuo con la Farnesina e ieri pomeriggio il sindaco ed il prefetto hanno portato ai genitori di Simona il sostegno di tutta la città. Nel tardo pomeriggio nella casa è stata istituita un’unità di crisi: a disposizione della madre Donatella, medico legale, e del padre Luciano, avvocato riminese, anche un’auto per gli eventuali spostamenti a Roma.
Il sindaco di Rimini ed il presidente della provincia, che ha appreso la notizia pochi minuti prima dell’inizio del consiglio provinciale, hanno condannato l’atto terroristico e hanno chiesto alle autorità italiane ed europee di attivarsi con forza per la liberazione delle nostre connazionali.
A nome del vescovo di Rimini mons.
Mariano De Nicolò, il parroco di San Girolamo, don
Renato Bartoli, ha fatto visita nella sera alla famiglia di Simona
Pari, che risiede nel territorio della stessa parrocchia di
Marina Centro.
”Don Bartoli – afferma il vicario generale della diocesi,
mons. Aldo Amati – ha rappresentato la vicinanza del vescovo e
della chiesa riminese alla famiglia”.
Monsignor Amati, precisando che al momento non sono ancora
state indette veglie di preghiera, ha spiegato che ”con il
rapimento di Simona Pari, persona tranquilla, in Iraq per un
intervento umanitario, siamo colpiti a casa nostra dal clima di
violenza presente oggi in quel Paese”.
Parole di solidarietà alla famiglia anche da Andrea Gnassi, presidente della commissione Turismo e cultura della Regione, che ha proposto una fiaccolata di pace in città.
Nella tarda serata di ieri il padre di Simona, Luciano, si è fermato qualche minuto con i cronisti. Ascoltiamo le sue parole.
Anche il Rimini Social Forum ha organizzato per oggi a mezzogiorno un presidio di fronte alla prefettura e ha chiesto di essere ricevuto dal prefetto per ribadire la necessità di un immediato ritiro delle truppe in Iraq.