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Omicidio di Vittorio Galli: il movente ancora oscuro per gli inquirenti

Diverse erano le relazioni d’affari di Galli, che nel ’97 aveva traformato la ”Tenuta del tempio antico”, in un’azienda di successo.
L’omicidio ha
avuto tutte le caratteristiche di un’esecuzione in stile
mafioso, compiuta da professionisti: l’assassino é
stato portato all’azienda agricola da un complice.

Se é difficile trovare un movente plausibile, ancora più complessa é la caccia al
killer, un uomo tra i 35 e i 40 anni, anche se i figli dell’imprenditore, a lungo
ascoltati dagli investigatori sia domenica che ieri, a quanto si é
appreso, ne hanno fornito una descrizione alquanto dettagliata.
L’unica cosa che sembra certa é che a far fuoco in pieno
volto a Vittorio Galli sia stato davvero un professionista,
anche se il calibro della pistola usata per l’esecuzione,
una 765, é inusuale per una simile azione criminale.

L’omicida é arrivato verso le 12.30 a bordo di una
utilitaria, pare una Fiat 500, nell’aia del complesso, che
stava ospitando anche un ricevimento di nozze. E proprio per due
invitati che avevano sbagliato posto sono stati scambiati dalla
moglie, Valentina, quando ha visto l’auto ripartire a tutta
velocità: ”Sembrava si stesse ribaltando”, ha detto.
Testimoni oculari dell’agguato sono stati il figlio e la figlia
dell’imprenditore, quest’ultima appena ricomparsa sull’aia di
casa dove aveva portato salsicce cucinate. ”Sei Vittorio
Galli?”, gli avrebbe urlato l’assassino prima di fare fuoco.
L’imprenditore é stato colpito a morte mentre stava verniciando
una panchina.
Oggi dovrebbe essere eseguita l’autopsia sul corpo
dell’imprenditore. L’inchiesta é coordinata dal pubblico
ministero riminese Marino Cerioni. Non sarebbero stati però ancora trovati elementi utili.