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Provincia Turismo

Crisi strutturale, potere d'acquisto e osservatori: Martinese replica ai sindaci

In foto: Dopo la conferenza degli amministratori locali sull'andamento della stagione e sulle prospettive del nostro turismo, interviene Walter Martinese, docente di economia ed ex responsabile dell'Ufficio Studi della CGIL di Rimini, con una nota dal titolo "Estate 2004: Rimini regge il vento della crisi od è in crisi strutturale?" che pubblichiamo:
Dopo la conferenza degli amministratori locali sull'andamento della stagione e sulle prospettive del nostro turismo, interviene Walter Martinese, docente di economia ed ex responsabile dell'Ufficio Studi della CGIL di Rimini, con una nota dal titolo
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lun 16 ago 2004 11:59 ~ ultimo agg. 00:00
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I sindaci dei comuni della costa ed il Presidente della provincia di Rimini hanno comunicato alla stampa una serie di dati circa l’andamento della stagione turistica riminese.

I dati del primo semestre 2004, illustrati dal Presidente della provincia Fabbri, evidenziano un calo sia degli arrivi che delle presenze, questo calo è letto come una tenuta della costa riminese rispetto ad altre località turistiche nazionali ed internazionali, preoccupa invece il “fatturato”, afferma sempre il Presidente, che è in diminuzione (ma di questo non vengono forniti dati).
Mentre il mese di luglio adiruttura evidenzierebbe un aumento di presenze ed una diminuzione di arrivi.

Il Presidente ha ribadito la precisione di questi dati che sono il frutto di elaborazioni della stessa provincia, non ho dubbi sulla veridicità di questi dati conoscendo le competenze e la serietà dell’Ufficio Statistico della provincia di Rimini la cui responsabile dott.ssa Rossella Salvi si occupa da anni di elaborare i dati statistici degli arrivi e della presenze, dati forniti dagli stessi albergatori.

Vorrei fare alcune osservazioni su questi dati :
1°) La flessione degli arrivi rispetto al 2003 è ormai un risultato che si ripete da parecchi anni, siamo quindi in presenza di un trend negativo di medio periodo, molto preoccupante.

2°) Il solo dato degli arrivi e delle presenze non dimostra il reale andamento economico della stagione estiva, occorre conoscere il fatturato di settore, che si ottiene solo ricercando la capacità di spesa del turista che arriva in riviera. Su questo sono anni che come ex responsabile dell’Ufficio Studi della Cgil ho richiamato l’attenzione delle istituzioni.
Da questo punto di vista è evidente che la crisi è molto più grave, chi viene ha meno soldi da spendere, per le vicende che tutti sappiamo.
Il potere d’acquisto dei lavoratori in questi anni si è notevolmente ridotto sia per gli operai sia per gli impiegati ed il ceto medio in genere, che sono stati i clienti abituali dell’estate riminese, non parliamo poi del potere d’acquisto dei giovani, che hanno difficoltà sempre maggiore a trovare un’occupazione e quando la trovano è un’occupazione precaria ed a basso reddito che deriva dai nuovi contratti di lavoro flessibili (vedi applicazione legge 30 del 2003 sui lavori atipici emanata dall’attuale governo).
La stessa componente di turismo estero soffre degli stessi problemi, il turista tedesco sconta la grave crisi del proprio paese e quindi non parte o se parte ha meno soldi da spendere e sceglie sempre più località diverse dalla nostra costa.
Secondo miei calcoli a livello di entrate finanziarie questo primo scorcio di stagione estiva complessivamente (componente nazionale ed estera) subisce un calo del 30% al 40%. Già lo scorso anno la spesa dei viaggiatori stranieri nel riminese era diminuita del 29% ottenendo il peggior risultato tra le province adriatiche (dati Prometeia, rapporto sull’Economia della provincia di Rimini 2003 – 2004 presentato dalla CCIA di Rimini nel marzo del 2004).

3°) Nello stesso rapporto economico, una mia ricerca sugli andamenti economico finanziari del periodo 1997/2001, di un panel di imprese della provincia di Rimini, evidenziava che il settore industriale manifatturiero aveva ottenuto nel periodo un incremento dei ricavi di oltre il 60% con punte per alcuni segmenti del 100%, mentre nello stesso periodo il settore alberghi e pubblici esercizi aveva ottenuto una diminuzione di ricavi del 7,7%.
Nel 2002 l’incremento del settore industriale otteneva ancora un aumento del 4,6% rispetto al 2001 mentre continuava l’arretramento del settore turistico con una ulteriore diminuzione dei ricavi del 2,2% rispetto al 2001, il settore otteneva il peggior risultato economico degli ultimi 15 anni ,anni della crisi delle mucillagini.

I dati del 2003, ancora in elaborazione, evidenziano invece un calo anche del settore manifatturiero, che continua nel 2004, ed un ulteriore perdita di fatturato del turismo che si aggrava in questo primo periodo del 2004.
Questi dati dimostrano che forse siamo ormai in presenza di una “crisi strutturale del modello turistico riminese”, ma non solo riminese, a parte il concetto di ”modello”, che credo sia esistito solo nel primo periodo del ciclo economico del turismo e cioè dalla fine degli anni cinquanta a metà degli anni settanta, dopo abbiamo avuto una sovrapposizione di una serie di modelli o di turismi (la teoria dei cento turismi e della città dolce) che hanno prolungato il ciclo di vita del servizio turistico locale, ma senza affrontare i nodi strategici del sistema turistico locale nel suo complesso.


4°) La necessità di avere dati sempre più puntuali e approfonditi è il tema del giorno: tutte le categorie contestano i dati forniti dalla pubblica amministrazione, ma in cinquanta anni di turismo l’Associazione degli albergatori non ha mai prodotto un proprio Osservatorio sulle dinamiche economiche del turismo, come mai? L’Associazione degli Industriali riminesi elabora semestralmente un Osservatorio congiunturale rapido sugli andamenti dei settori manifatturieri, la Lega delle Cooperative riminesi elabora una sua ricerca annuale sugli andamenti delle società cooperative, le stesse Associazioni agricole elaborano ricerche di settore.
L’Associazione degli albergatori invece improvvisa dati e tendenze ed è puntuale nel richiedere alle amministrazioni pubbliche risorse e finanziamenti per gli scopi più vari.

A partire dal 1989, anno della crisi delle mucillagini, la CGIL di Rimini, in cui per 18 anni ho avuto la responsabilità dell’Ufficio Studi & Ricerche elaborando oltre cinquanta ricerche nel settore del turismo, in un Convegno “Turismo quale futuro, turismo cercasi dati “ a cui partecipò l’allora Segretario Generale Antonio Pizzinato, evidenziò la necessità di un Osservatorio sul turismo a carattere locale, ancora in altri Convegni manifestò l’esigenza di tale strumentazione ed elaborò progetti strategici sul turismo, come nel Convegno del 1991 “100 Imprese del turismo analisi e progetti”a cui partecipò Il Segretario Generale Bruno Trentin (Grand Hotel di Rimini) ,in quello del marzo del 1995 sempre al Grand Hotel di Rimini “Turismo proposte del sindacato” organizzato unitariamente da CGIL ,CISL ed UIL ,ed in ultimo nel Convegno del giugno 2003 “Crisi del modello, sviluppo sostenibile” concluso ancora una volta da un Segretario Nazionale come Guglielmo Epifani.
A tutte queste proposte ed iniziative nè le forze economiche locali nè le Istituzioni Pubbliche locali hanno mai dato una risposta od hanno tenuto in considerazione i suggerimenti, in special modo in tema di lavoro come quello di superare la storica problematica del lavoro irregolare nel turismo.
Perché?

5°) Una proposta almeno sui dati: perché non istituire un Centro Studi Superiore del Turismo che affronti le politiche trasversali legate al contesto turistico attraverso :

a) analisi delle dinamiche dei flussi turistici e dei flussi finanziari del settore
b) analisi delle dinamiche del “mercato del lavoro ”stagionale”
c) analisi delle dinamiche ambientali e territoriali

Da questo punto di vista credo che l’Università di Bologna come Polo di ricerca sia il naturale riferimento ed in particolare la sede di Rimini dove è presente da tempo la facoltà di Economia del Turismo, essa potrebbe anche accedere ai bandi internazionali per il reperimento delle risorse necessarie e darebbe una scientificità statistica ed economica autorevole alle ricerche, garantirebbe una neutralità oggettiva dei dati ed in ultimo potrebbe far risparmiare cospicue risorse che i vari Osservatori del turismo consumano sia a livello locale che regionale.
Di questa proposta me ne farò personalmente portavoce all’interno del corpo accademico riminese.

6°) Per questi motivi credo che il problema dell’economia turistica riminese vada affrontato con un ottica veramente di sistema che si ponga il problema di risolvere una crisi strutturale e non congiunturale.
Ho l’impressione che si voglia ancora dare una lettura congiunturale al problema ed anche le proposte dei pubblici amministratori vanno in questa direzione.

Guglielmo Walter Martinese
Professore a contratto Università di Bologna Facoltà di Economia Sede di Rimini .
Ex Responsabile Ufficio Studi & Ricerche CGIL Rimini