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Assassinio Giorgioni: il killer colpisce a Roma. Commozione ai funerali

Ci si chiede come Liboni abbia potuto superare indenne i posti di blocco sparsi per il centro Italia dal giorno dell’omicidio, gli investigatori in queste ore sono molto cauti, ma tutti gli elementi, compresa la ferita al braccio che Liboni si era fatto medicare pochi giorni prima del delitto in un ospedale dell’entroterra farebbero risalire alla sua identità. Nelle prossime ore verranno confrontati anche i proiettili sparati stamani con quelli che hanno ucciso il carabiniere. I militari hanno riconosciuto la medesima pistola utilizzata per l’omicidio di Giorgioni, una 38 special.
Intanto c’è stata grande commozione e rabbia stamani a Novafeltria, dove è stato proclamato il lutto cittadino nel giorno dell’ultimo saluto a Giorgioni.

Chiusi gli uffici, abbassate le saracinesche dei negozi, tutti nella chiesa di San Pietro alle 10 per salutare per l’ultima volta Alessandro Giorgioni, 36 anni, ucciso davanto ad un bar di Pereto di Sant’Agata da un bandito in fuga cui aveva chiesto i documenti.
Anche chi conosceva solo di vista quel ragazzone alto e sorridente ha voluto essere presente: Alessandro si era arruolato giovanissimo e da più di 16 anni viveva a Novafeltria, dov’era molto conosciuto e ben voluto. Si era sposato con Simona, una giovane commessa del posto, ed aveva un bimbo di 5 anni, Leonardo. Una volta entrato in chiesa, il piccolo è scoppiato in lacrime abbracciato alla bara del papà; il feretro è stato accolto dal picchetto d’ onore dei
carabinieri alla presenza anche del comandante generale dell’
Arma gen. Luciano Gottardo e del comandante della Regione
Carabinieri Marche Antonio Reho, del sottosegretario alla Difesa Filippo Berselli.
Tutta la comunità si è stretta attono a Simona e Leonardo, con un calore che ha spinto la giovane, a fine cerimonia, a ringraziare pubblicamente tutta la città: il vescovo della Diocesi di San Marino-Montefeltro Paolo
Rabitti ha iniziato la celebrazione invitando il bandito che ha
ucciso il carabiniere a ravvedersi: un appello vero e proprio
al pericoloso latitante Luciano Liboni, 46 anni, ricercato per l’
assassinio e per altri episodi di sangue, a costituirsi.