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Rimini

Sequestro Tourquoise: la Confcommercio condanna la leggerezza

In foto: Tra gli addetti ai lavori del turismo, il giorno dopo il sequestro la vicenda Tourquoise è ancora al centro dell’attenzione: il presidente del Consorzio Riviera dei Parchi Claudio Villa, ospite oggi di un convegno di Promozione Alberghiera, ha detto che “bisogna avere chiaro quello che si vuole fare. Se si voleva fare una discoteca notturna bisognava dichiararlo”. E oggi interviene anche la Confcommercio di Rimini con una nota che pubblichiamo:
Tra gli addetti ai lavori del turismo, il giorno dopo il sequestro la vicenda Tourquoise è ancora al centro dell’attenzione: il presidente del Consorzio Riviera dei Parchi Claudio Villa, ospite oggi di un convegno di Promozione Alberghiera, ha detto che “bisogna avere chiaro quello che si vuole fare. Se si voleva fare una discoteca notturna bisognava dichiararlo”. E oggi interviene anche la Confcommercio di Rimini con una nota che pubblichiamo:
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mar 4 nov 2003 17:11 ~ ultimo agg. 00:00
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L’epilogo della vicenda Turquoise dovrebbe insegnarci che agire con improvvisazione e leggerezza è una scorciatoia dannosa. Non ce l’abbiamo con l’impresa che ha realizzato il super bagno, ma con il modo in cui tutta la vicenda è stata gestita.
Mentre per anni si è negata a tutti la possibilità di intervenire sull’arenile, improvvisamente lì è stato concesso di tutto e di più.
Da qui l’infuriare delle polemiche. Proteste per la natura dei provvedimenti autorizzativi, per il ballo notturno, per la musica a tutto volume, per il servizio balneare carente, per la chiusura al traffico della strada e via di questo passo.
Il tutto indicando il nuovo bagno come il modello da imitare.

Nessuno mai si è posto il problema di uno studio su quale tipo di servizi avremmo davvero bisogno. Nessuna ricerca di marketing. Soprattutto nessun piano di spiaggia.
Ora si piange sul fatto che Cervia, Cesenatico e altre località le vasche idromassaggio le hanno e nessuno le sequestra. Esiste la piccolissima differenza che in quei comuni il piano di spiaggia c’è. Lì i bagnini sanno cosa è possibile fare e cosa è vietato. Qui da noi no. Si badi bene che anche non avere un piano può essere una scelta valida. Ma allora tale scelta va difesa e motivata. Altrimenti finiamo tutti nel pallone. Anzi finiamo tutti in mano della ispezioni della forestale….
Adesso ci auguriamo che il processo di innovazione avviato sulla spiaggia non si blocchi e che non si crei un sequestro che duri quanto quello della Murri!