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Partono i lavori per la banda larga da Rimini a Bologna

In foto: Sono partiti i cantieri da Rimini a Bologna per la realizzazione della nuova rete a banda larga e la Regione dà il via anche al programma di sostegno per la ricerca di prodotti e servizi innovativi per la pubblica amministrazione (e-government), per la formazione a distanza (e-learning), per prodotti multimediali, per software di rete (tra imprese e nei sistemi di logistica).
Da martedì 17 settembre sarà pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione il bando “per la ricerca e sviluppo per la società dell’informazione”, attuazione della Misura 1.1 del Piano telematico regionale che stanzia 4 milioni di euro a sostegno di progetti di ricerca applicata da svolgere in regione nel campo delle ICT , sulle tecnologie informatiche e telematiche.
“La Regione Emilia-Romagna – ha affermato l’assessore regionale alle attività produttive Duccio Campagnoli - ha scelto di concentrare il proprio programma per lo sviluppo su un’idea di sistema regione e di reti per l’innovazione e innanzi tutto cominciamo da un’azione appunto di sistema che da un lato ha promosso la realizzazione di una nuova rete infrastrutturale per le connessioni telematiche e dall’altro promuove l’impegno per la ricerca in primo luogo in questi campi”.
I programmi di ricerca dovranno riguardare attività rilevanti per la società dell’informazione regionale (il sistema della pubblica amministrazione, la comunicazione, il sistema produttivo) applicati alla realizzazione di prodotti innovativi; oppure realizzare nuovi insediamenti di attività di ricerca in questi campi da parte di aziende italiane e straniere nella nostra regione; oppure realizzare la creazione o il consolidamento di nuovi laboratori e centri di Università ed Enti impegnati in progetti in questi settori.
Le ricerche dovranno avere preciso riferimento a cinque ambiti: sistemi multimediali; tecnologie ed applicazioni richiedenti la banda larga; sviluppi di applicazioni per ambient intelligence; piattaforme e contenuti per l’e-learning; applicazioni telematiche per le reti di imprese ed i distretti industriali. “Siamo convinti infatti – ha aggiunto Campagnoli - che in Emilia-Romagna possiamo e dobbiamo dare l’esempio di un nuovo deciso sforzo di investimenti innanzi tutto nella nuova tecnologia informatica e telematica e per l’intreccio tra formazione, comunicazione e multimedialità. Sono queste infatti le innovazioni più pervasive che riguardano insieme territorio, società, pubblica amministrazione e imprese e quindi possono aiutarci a sviluppare qualità e anche nuova produttività in modo sinergico”.
“Crediamo – ha concluso l’Assessore - sia questa la vera dimensione nuova in termini di politica industriale da promuovere. L’altra sfida per l’Emilia-Romagna, d’altra parte, è oggi quella di cominciare a promuovere nuova conoscenza, nuova impresa, nuovo lavoro anche oltre i campi più tradizionali del nostro sistema produttivo”.
Il presidente del Comitato scientifico per la realizzazione del Piano Telematico Gabriele Falciasecca ha riferito: “Siamo di fronte a una Regione (ed è una delle prime a farlo) che si prende l’impegno di aumentare la competitività globale, con finanziamenti destinati alla ricerca. E questi dovrebbero avere un sostegno anche a livello nazionale ed europeo”.
“Inoltre le modalità del finanziamento – ha aggiunto Falciasecca- non sono ‘a pioggia’ e privilegiano la costruzione di una rete in cui i soggetti devono colloquiare tra loro: un fatto che crea le basi per essere più strutturati rispetto all’Unione europea”.

MODALITÀ PER LA PRESENTAZIONE DEI PROGETTI I progetti potranno essere presentati da consorzi o associazioni temporanee (già costituite o da costituirsi in caso di finanziamento) tra Università dell’Emilia-Romagna o enti di ricerca con almeno una sede in regione (in particolare quelli accreditati dal Ministero). I progetti dovranno essere connessi in vario modo (mediante partecipazione diretta, manifestazione d’interesse, sponsorizzazioni) con imprese o loro consorzi che vantino almeno un’unità locale tra Rimini e Piacenza o comunque che siano disposte ad aprirla a finanziamento del progetto avvenuto.
I partecipanti dovranno comunque offrire precise garanzie: vantare esperienza nella realizzazione di progetti di ricerca a livello nazionale ed internazionale; avere disponibilità di adeguate competenze scientifiche con pluriennale esperienza in questi settori; assicurare la disponibilità propria o la garanzia d’accesso a laboratori ed attrezzature necessarie per realizzare l’attività di ricerca. L’idea di fondo è infatti quella di favorire, attraverso la Misura 1.1, la costituzione di gruppi di lavoro misti di dimensioni ed esperienza tali da garantire loro buone opportunità di successo nel momento in cui si tratterà di industrializzare e lanciare sul mercato i prodotti d’eccellenza che saranno stati individuati. Sessanta giorni per le domande La Regione potrà arrivare a coprire fino al 50% della spesa complessiva. A tal fine sono considerate spese ammissibili quelle relative alle nuove risorse professionali impegnate; acquisto di attrezzature altamente specializzate ed inerenti il tema di ricerca (fino al 30% del costo). Saranno comunque ritenute ammissibili solo le spese effettuate dopo la firma del contratto. A disposizione per il 2003 ci sono 4 milioni di euro. I progetti dovranno avere comunque durata biennale. Le domande dovranno essere presentate a mezzo raccomandata con avviso di ricevuta alla Regione entro 60 giorni dalla pubblicazione del bando sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna, prevista per il 17 settembre 2003. Modulistica e bando sono comunque disponibili sui siti Ermes Imprese (www.ermesimprese.it) e Regione Digitale (www.emiliaromagnadigitale.net). Sugli stessi siti sarà pubblicizzato l’Info Day, un incontro con i tecnici regionali – previsto entro la prima metà dei 60 giorni a disposizione per presentare il progetto – durante il quale i soggetti intenzionati ad aderire al bando potranno richiedere tutti i chiarimenti necessari. Tutto il percorso avrà tempi certi. La prima fase di valutazione dei progetti non potrà durare infatti più di 45 giorni. Al termine i proponenti selezionati avranno almeno 30 giorni di tempo per presentare una versione più esaustiva del progetto. La seconda fase, di negoziazione, dovrà concludersi poi entro 40 giorni. Il 25% del finanziamento sarà erogato alla firma del contratto. Le restanti tre quote, di pari importo, ogni tre mesi, previa valutazione del Nucleo. Solo in presenza di un andamento positivo della ricerca il progetto potrà ottenere il finanziamento anche per il secondo anno di attività.
Sono partiti i cantieri da Rimini a Bologna per la realizzazione della nuova rete a banda larga e la Regione dà il via anche al programma di sostegno per la ricerca di prodotti e servizi innovativi per la pubblica amministrazione (e-government), per la formazione a distanza (e-learning), per prodotti multimediali, per software di rete (tra imprese e nei sistemi di logistica).<br> 
Da martedì 17 settembre sarà pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione il bando “per la ricerca e sviluppo per la società dell’informazione”, attuazione della Misura 1.1 del Piano telematico regionale che stanzia 4 milioni di euro a sostegno di progetti di ricerca applicata da svolgere in regione nel campo delle ICT , sulle tecnologie informatiche e telematiche. <br>

“La Regione Emilia-Romagna – ha affermato l’assessore regionale alle attività produttive Duccio Campagnoli - ha scelto di concentrare il proprio programma per lo sviluppo su un’idea di sistema regione e di reti per l’innovazione e innanzi tutto cominciamo da un’azione appunto di sistema che da un lato ha promosso la realizzazione di una nuova rete infrastrutturale per le connessioni telematiche e dall’altro promuove l’impegno per la ricerca in primo luogo in questi campi”.<br> 
I programmi di ricerca dovranno riguardare attività rilevanti per la società dell’informazione regionale (il sistema della pubblica amministrazione, la comunicazione, il sistema produttivo) applicati alla realizzazione di prodotti innovativi; oppure realizzare nuovi insediamenti di attività di ricerca in questi campi da parte di aziende italiane e straniere nella nostra regione; oppure realizzare la creazione o il consolidamento di nuovi laboratori e centri di Università ed Enti impegnati in progetti in questi settori.<br> 
Le ricerche dovranno avere preciso riferimento a cinque ambiti: sistemi multimediali; tecnologie ed applicazioni richiedenti la banda larga; sviluppi di applicazioni per ambient intelligence; piattaforme e contenuti per l’e-learning; applicazioni telematiche per le reti di imprese ed i distretti industriali.
“Siamo convinti infatti – ha aggiunto Campagnoli - che in Emilia-Romagna possiamo e dobbiamo dare l’esempio di un nuovo deciso sforzo di investimenti innanzi tutto nella nuova tecnologia informatica e telematica e per l’intreccio tra formazione, comunicazione e multimedialità. Sono queste infatti le innovazioni più pervasive che riguardano insieme territorio, società, pubblica amministrazione e imprese e quindi possono aiutarci a sviluppare qualità e anche nuova produttività in modo sinergico”.<br>
“Crediamo – ha concluso l’Assessore - sia questa la vera dimensione nuova in termini di politica industriale da promuovere. L’altra sfida per l’Emilia-Romagna, d’altra parte, è oggi quella di cominciare a promuovere nuova conoscenza, nuova impresa, nuovo lavoro anche oltre i campi più tradizionali del nostro sistema produttivo”.<br>
Il presidente del Comitato scientifico per la realizzazione del Piano Telematico Gabriele Falciasecca ha riferito: “Siamo di fronte a una Regione (ed è una delle prime a farlo) che si prende l’impegno di aumentare la competitività globale, con finanziamenti destinati alla ricerca. E questi dovrebbero avere un sostegno anche a livello nazionale ed europeo”.<br>
“Inoltre le modalità del finanziamento – ha aggiunto Falciasecca- non sono ‘a pioggia’ e privilegiano la costruzione di una rete in cui i soggetti devono colloquiare tra loro: un fatto che crea le basi per essere più strutturati rispetto all’Unione europea”.<br><br>

MODALITÀ PER LA PRESENTAZIONE DEI PROGETTI
I progetti potranno essere presentati da consorzi o associazioni temporanee (già costituite o da costituirsi in caso di finanziamento) tra Università dell’Emilia-Romagna o enti di ricerca con almeno una sede in regione (in particolare quelli accreditati dal Ministero). I progetti dovranno essere connessi in vario modo (mediante partecipazione diretta, manifestazione d’interesse, sponsorizzazioni) con imprese o loro consorzi che vantino almeno un’unità locale tra Rimini e Piacenza o comunque che siano disposte ad aprirla a finanziamento del progetto avvenuto.<br> 
I partecipanti dovranno comunque offrire precise garanzie: vantare esperienza nella realizzazione di progetti di ricerca a livello nazionale ed internazionale; avere disponibilità di adeguate competenze scientifiche con pluriennale esperienza in questi settori; assicurare la disponibilità propria o la garanzia d’accesso a laboratori ed attrezzature necessarie per realizzare l’attività di ricerca.
L’idea di fondo è infatti quella di favorire, attraverso la Misura 1.1, la costituzione di gruppi di lavoro misti di dimensioni ed esperienza tali da garantire loro buone opportunità di successo nel momento in cui si tratterà di industrializzare e lanciare sul mercato i prodotti d’eccellenza che saranno stati individuati. 

Sessanta giorni per le domande
La Regione potrà arrivare a coprire fino al 50% della spesa complessiva. A tal fine sono considerate spese ammissibili quelle relative alle nuove risorse professionali impegnate; acquisto di attrezzature altamente specializzate ed inerenti il tema di ricerca (fino al 30% del costo). Saranno comunque ritenute ammissibili solo le spese effettuate dopo la firma del contratto. 
A disposizione per il 2003 ci sono 4 milioni di euro. I progetti dovranno avere comunque durata biennale. Le domande dovranno essere presentate a mezzo raccomandata con avviso di ricevuta alla Regione entro 60 giorni dalla pubblicazione del bando sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna, prevista per il 17 settembre 2003. Modulistica e bando sono comunque disponibili sui siti Ermes Imprese (www.ermesimprese.it) e Regione Digitale (www.emiliaromagnadigitale.net). Sugli stessi siti sarà pubblicizzato l’Info Day, un incontro con i tecnici regionali – previsto entro la prima metà dei 60 giorni a disposizione per presentare il progetto – durante il quale i soggetti intenzionati ad aderire al bando potranno richiedere tutti i chiarimenti necessari.
Tutto il percorso avrà tempi certi. La prima fase di valutazione dei progetti non potrà durare infatti più di 45 giorni. Al termine i proponenti selezionati avranno almeno 30 giorni di tempo per presentare una versione più esaustiva del progetto. La seconda fase, di negoziazione, dovrà concludersi poi entro 40 giorni. Il 25% del finanziamento sarà erogato alla firma del contratto. Le restanti tre quote, di pari importo, ogni tre mesi, previa valutazione del Nucleo. Solo in presenza di un andamento positivo della ricerca il progetto potrà ottenere il finanziamento anche per il secondo anno di attività.
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lun 15 set 2003 18:06 ~ ultimo agg. 00:00
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Sono partiti i cantieri da Rimini a Bologna per la realizzazione della nuova rete a banda larga e la Regione dà il via anche al programma di sostegno per la ricerca di prodotti e servizi innovativi per la pubblica amministrazione (e-government), per la formazione a distanza (e-learning), per prodotti multimediali, per software di rete (tra imprese e nei sistemi di logistica).

Da martedì 17 settembre sarà pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione il bando “per la ricerca e sviluppo per la società dell’informazione”, attuazione della Misura 1.1 del Piano telematico regionale che stanzia 4 milioni di euro a sostegno di progetti di ricerca applicata da svolgere in regione nel campo delle ICT , sulle tecnologie informatiche e telematiche.

“La Regione Emilia-Romagna – ha affermato l’assessore regionale alle attività produttive Duccio Campagnoli – ha scelto di concentrare il proprio programma per lo sviluppo su un’idea di sistema regione e di reti per l’innovazione e innanzi tutto cominciamo da un’azione appunto di sistema che da un lato ha promosso la realizzazione di una nuova rete infrastrutturale per le connessioni telematiche e dall’altro promuove l’impegno per la ricerca in primo luogo in questi campi”.

I programmi di ricerca dovranno riguardare attività rilevanti per la società dell’informazione regionale (il sistema della pubblica amministrazione, la comunicazione, il sistema produttivo) applicati alla realizzazione di prodotti innovativi; oppure realizzare nuovi insediamenti di attività di ricerca in questi campi da parte di aziende italiane e straniere nella nostra regione; oppure realizzare la creazione o il consolidamento di nuovi laboratori e centri di Università ed Enti impegnati in progetti in questi settori.

Le ricerche dovranno avere preciso riferimento a cinque ambiti: sistemi multimediali; tecnologie ed applicazioni richiedenti la banda larga; sviluppi di applicazioni per ambient intelligence; piattaforme e contenuti per l’e-learning; applicazioni telematiche per le reti di imprese ed i distretti industriali.
“Siamo convinti infatti – ha aggiunto Campagnoli – che in Emilia-Romagna possiamo e dobbiamo dare l’esempio di un nuovo deciso sforzo di investimenti innanzi tutto nella nuova tecnologia informatica e telematica e per l’intreccio tra formazione, comunicazione e multimedialità. Sono queste infatti le innovazioni più pervasive che riguardano insieme territorio, società, pubblica amministrazione e imprese e quindi possono aiutarci a sviluppare qualità e anche nuova produttività in modo sinergico”.
“Crediamo – ha concluso l’Assessore – sia questa la vera dimensione nuova in termini di politica industriale da promuovere. L’altra sfida per l’Emilia-Romagna, d’altra parte, è oggi quella di cominciare a promuovere nuova conoscenza, nuova impresa, nuovo lavoro anche oltre i campi più tradizionali del nostro sistema produttivo”.
Il presidente del Comitato scientifico per la realizzazione del Piano Telematico Gabriele Falciasecca ha riferito: “Siamo di fronte a una Regione (ed è una delle prime a farlo) che si prende l’impegno di aumentare la competitività globale, con finanziamenti destinati alla ricerca. E questi dovrebbero avere un sostegno anche a livello nazionale ed europeo”.
“Inoltre le modalità del finanziamento – ha aggiunto Falciasecca- non sono ‘a pioggia’ e privilegiano la costruzione di una rete in cui i soggetti devono colloquiare tra loro: un fatto che crea le basi per essere più strutturati rispetto all’Unione europea”.

MODALITÀ PER LA PRESENTAZIONE DEI PROGETTI
I progetti potranno essere presentati da consorzi o associazioni temporanee (già costituite o da costituirsi in caso di finanziamento) tra Università dell’Emilia-Romagna o enti di ricerca con almeno una sede in regione (in particolare quelli accreditati dal Ministero). I progetti dovranno essere connessi in vario modo (mediante partecipazione diretta, manifestazione d’interesse, sponsorizzazioni) con imprese o loro consorzi che vantino almeno un’unità locale tra Rimini e Piacenza o comunque che siano disposte ad aprirla a finanziamento del progetto avvenuto.

I partecipanti dovranno comunque offrire precise garanzie: vantare esperienza nella realizzazione di progetti di ricerca a livello nazionale ed internazionale; avere disponibilità di adeguate competenze scientifiche con pluriennale esperienza in questi settori; assicurare la disponibilità propria o la garanzia d’accesso a laboratori ed attrezzature necessarie per realizzare l’attività di ricerca.
L’idea di fondo è infatti quella di favorire, attraverso la Misura 1.1, la costituzione di gruppi di lavoro misti di dimensioni ed esperienza tali da garantire loro buone opportunità di successo nel momento in cui si tratterà di industrializzare e lanciare sul mercato i prodotti d’eccellenza che saranno stati individuati.

Sessanta giorni per le domande
La Regione potrà arrivare a coprire fino al 50% della spesa complessiva. A tal fine sono considerate spese ammissibili quelle relative alle nuove risorse professionali impegnate; acquisto di attrezzature altamente specializzate ed inerenti il tema di ricerca (fino al 30% del costo). Saranno comunque ritenute ammissibili solo le spese effettuate dopo la firma del contratto.
A disposizione per il 2003 ci sono 4 milioni di euro. I progetti dovranno avere comunque durata biennale. Le domande dovranno essere presentate a mezzo raccomandata con avviso di ricevuta alla Regione entro 60 giorni dalla pubblicazione del bando sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna, prevista per il 17 settembre 2003. Modulistica e bando sono comunque disponibili sui siti Ermes Imprese (www.ermesimprese.it) e Regione Digitale (www.emiliaromagnadigitale.net). Sugli stessi siti sarà pubblicizzato l’Info Day, un incontro con i tecnici regionali – previsto entro la prima metà dei 60 giorni a disposizione per presentare il progetto – durante il quale i soggetti intenzionati ad aderire al bando potranno richiedere tutti i chiarimenti necessari.
Tutto il percorso avrà tempi certi. La prima fase di valutazione dei progetti non potrà durare infatti più di 45 giorni. Al termine i proponenti selezionati avranno almeno 30 giorni di tempo per presentare una versione più esaustiva del progetto. La seconda fase, di negoziazione, dovrà concludersi poi entro 40 giorni. Il 25% del finanziamento sarà erogato alla firma del contratto. Le restanti tre quote, di pari importo, ogni tre mesi, previa valutazione del Nucleo. Solo in presenza di un andamento positivo della ricerca il progetto potrà ottenere il finanziamento anche per il secondo anno di attività.