Indietro
menu
Bellaria Igea Marina Cronaca

Viaggio fatale: Orfeo Bartolini è morto in Afghanistan

In foto: Era partito dal “Caffè Petrolini” di Bellaria lunedì 17 marzo a bordo della sua Honda 600 Parigi-Dakar vecchia di venti anni, diretto a Calcutta per un pellegrinaggio sulla tomba di Madre Teresa.
Era partito dal “Caffè Petrolini” di Bellaria lunedì 17 marzo a bordo della sua Honda 600 Parigi-Dakar vecchia di venti anni, diretto a Calcutta per un pellegrinaggio sulla tomba di Madre Teresa.
di    
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 11 apr 2003 17:02 ~ ultimo agg. 00:00
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Un viaggio in moto che lo ha portato ad attraversare Turchia ed Iran. E che dall’Afghanistan lo avrebbe portato in India. La sua avventura si è fermata in Afghanistan, nella provincia meridionale di Zabul. Lì Orfeo Bartolini è rimasto ucciso. Lo confermano fonti della Farnesina.
Arrivato nel distretto di Shajoi, a circa 90 chilometri da Qalat (il capoluogo della provincia, dove sono attivi diversi gruppi di sbandati talebani armati) ha avuto un guasto alla moto e, secondo le prime informazioni, dopo aver percorso un breve tratto a piedi potrebbe aver chiesto aiuto ad alcuni locali. Ma è stato aggredito, anche se le circostanze sono ancora tutte da accertare, probabilmente per rapina.
Il suo cadavere è stato trasferito a Kabul, città dalla quale la salma verrà rimpatriata. La polizia locale sta seguendo le indagini e l’ambasciata italiana a Kabul ha attivato tutte le fonti per fare chiarezza sull’accaduto. Alcuni interrogatori da parte delle autorità afghane sono già in corso.

Orfeo Bartolini non era nuovo a questo genere d’imprese: qualche anno fa aveva percorso con la sua moto le strade meno battute dell’Africa. Dal suo viaggio era nato il libro “Capetown Bellaria – La sfida” pubblicato nel ’99 da Fara Editore.

Liviana Bartolini, moglie di Orfeo, ha avuto la
notizia della morte del marito nella mattina da un
funzionario della Questura di Rimini. ”Lo avevo sentito al
telefono sabato scorso e mi era parso sereno e anche contento.
Era stato in Iran, ospite di una famiglia che lo aveva trattato
benissimo, portandolo a fare un giro turistico. racconta la moglie – Mi ha detto che
si trovava ad Herat e che avrebbe proseguito in Afghanistan. Mi
ha anche detto che faceva freddo. Poi più niente fino a quando un poliziotto si é presentato alla mia porta
per darmi la notizia della sua morte…”.

”Mi hanno detto – continua – che non lo avrebbero ucciso per
la moto. Piuttosto, forse, per rubargli il telefonino: ma anche
della moto non c’è traccia. Magari credevano che avesse molti
soldi addosso, mentre lui viaggiava quasi unicamente con travel
cheque”.
La moglie di Bartolini avrebbe voluto mettersi subito in
viaggio: ”Ma le autorità ci hanno sconsigliato di partire, l’Afghanistan é troppo pericoloso. E non sappiamo nemmeno quando
ci restituiranno il corpo per poterlo seppellire”.

Abbiamo raccolto alcuni commenti dei vicini del bar Bartolini, appena saputa la notizia.