Al Bonci in scena la 'Governante' dello stabile di Catania
www.teatrobonci.it


Da Giovedì 13 a sabato 15 febbraio ore 21.
Domenica 16 febbraio 2003 (turno L) ore 15,30.
TEATRO STABILE DI CATANIA
LA GOVERNANTE
Di Vitaliano Brancati
Con
ANDREA JONASSON – PIPPO PATTAVINA
E con LUCA BIAGINI
FRANCESCO DI VINCENZO, LOREDANA MARINO
PIPPO PROVVIDENTI, PAMELA TOSCANO, CONCITA VASQUEZ
Scene GIOVANNI CARLUCCIO
Costumi ALBERTO VERSO
Musiche GERMANO MAZZOCCHETTI
Luci FRANCO BUZZANCA
Regia WALTER PAGLIARO
Prezzi: Intero €uro 21, ridotto €uro 18, speciale studenti e loggione €uro 13
Modalità: la biglietteria del Teatro (tel. 0547/355959) è aperta per la prenotazione e la vendita dei biglietti dal martedì al sabato secondo il seguente orario:
ore 10-11; 16,30 –17,30 solo prenotazioni telefoniche
ore 11-12,30; 17,30 – 19 solo vendita diretta allo sportello della biglietteria
Nei giorni di spettacolo la biglietteria riapre alle 20, la domenica alle ore 14,30 per lo
sbigliettamento
Comunicazioni brevi e informazioni Tel. 0547/355911
La governante di Vitaliano Brancati è una bambinaia francese a servizio presso una famiglia di siciliani a Roma, il cui capostipite è all’antica e pieno di pregiudizi, mentre il figlio, un vanesio, lascia molto spazio alla moglie che ne approfitta per flirtare con uno scrittore salottiero.
Con la sua condotta irreprensibile, la governante si fa benvolere dall’anziano signore, ma poi la situazione precipita quando, dopo aver accusato di tendenze saffiche una giovane cameriera semianalfabeta venuta da profondo Sud, causandone il licenziamento e quindi indirettamente la morte, viene a sua volta colta in fragranti pratiche omosessuali, e si impicca.
“La sostanza della vicenda è più la calunnia che l’amore fra le due donne”: così Vitaliano Brancati protestò contro la censura, che il 18 gennaio 1952 non aveva approvato il copione de “La governante”. Ma quella difesa d’ufficio non sortì alcun effetto: la commedia potè essere rappresentata solo quattordici anni dopo la morte dell’autore.
Non c’è da meravigliarsi. Più che il tema del lesbismo, alla censura importava l’accusa pesante che – come sottolinea anche la battuta di uno dei personaggi della pièce, lo scrittore – nella commedia si lasciava contro la censura medesima come spia della cultura conservatrice, ipocrita e riformista dell’epoca: “Moralità? La moralità italiana consiste tutta nell’istituire la censura. Non solo non vogliono leggere o andare a teatro, ma vogliono essere sicuri che nelle commedie che non vedono e nei libri che non leggono non ci sia nessuna delle cose che essi fanno tutto il giorno, e dicono”.
Walter Pagliaro e Giovanni Carluccio – regista e scenografo di questo allestimento – dividono l’azione tra lo spazio della quotidianità (ritratti di famiglia, mobili coloratissimi, giocattoli dei bambini) e la dimensione dell’inconscio e della memoria (una sorta di antro semibuio, rivelato a tratti da pannelli scorrevoli); tra gli interpreti – tutti notevolissimi – spiccano Andrea Jonasson, perfettamente a suo agio nel ruolo della governante Caterina, e Pippo Pattavina, un vecchio Leopoldo Platania ricco di tutti gli umori e tremori di una “sicilianitudine” sconfitta.
I costumi sono di Alberto Verso, le musiche di Germano Mazzocchetti.