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Rimini Turismo

Una stagione non facile: il commento di fine estate del sindaco Ravaioli

In foto: A commento della stagione turistica che si avvia alla conclusione il sindaco di Rimini Alberto Ravaioli, che prorpio ieri ha reso noto il passaggio della delega al Turismo (in precedenza da lui detenuta) al vicesindaco Maurizio Melucci, rende pubblico il suo intervento a un recente convegno dei DS proprio sul tema del turismo:
A commento della stagione turistica che si avvia alla conclusione il sindaco di Rimini Alberto Ravaioli, che prorpio ieri ha reso noto il passaggio della delega al Turismo (in precedenza da lui detenuta) al vicesindaco Maurizio Melucci, rende pubblico il suo intervento a un recente convegno dei DS proprio sul tema del turismo:
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gio 12 set 2002 18:53 ~ ultimo agg. 00:00
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La conclusione della stagione balneare ha visto quest’anno intrecciarsi un dibattito che è andato al di là del solito balletto in libertà del ‘più gente, meno gente’ cui eravamo abituati in passato.
La contrazione di arrivi e presenze registrata nell’estate 2002- pur sensibilmente inferiore alle impressioni ‘catastrofiche’ di alcuni attestandosi su un – 2% nel mese di luglio per quanto riguarda il settore alberghiero e allineandosi al millesimo ai dati complessivi gennaio-luglio registrati nell’eccezionale 2001- ha avviato una discussione che, pur con accenti e toni diversi, è stata capace di mettere in evidenza e in relazione un tema di fondo e due problemi contingenti. Partiamo da quest’ultimi.
Il primo: l’intero mondo occidentale sta vivendo una congiuntura economica e finanziaria (oltre che di fiducia) sfavorevole che si ripercuote immediatamente sui consumi ‘non indispensabili’, a partire dalla vacanza. Se non può essere imputato ad alcuno la crisi in cui versano Paesi come la Germania, tradizionalmente portati ad investire nell’industria del ‘futile’, v’è quantomeno da ripensare al sistema degli Osservatori turistici che ha avuto un ruolo clamorosamente fuorviante rispetto ad attese e aspettative degli addetti ai lavori per l’estate 2002. Il secondo: il problema ambientale non è più un qualcosa di generico e lontano ma un elemento che deve per forza rientrare nella valutazione delle politiche amministrative e turistiche. L’urgenza di avere analisi scientifiche non parziali- come è accaduto sinora- su eventuali cambiamenti del clima e stato di salute del Mare Adriatico è ancora più pressante se si pensa che azioni strutturali da parte di enti pubblici e di soggetti privati relative a interventi di risanamento e riorganizzazione dell’arenile non possono prescindere da tali considerazioni scientifiche.

Il tema di fondo- che rappresenta anche la cornice della possibile soluzione- è il rinnovamento/riqualificazione dell’offerta turistica. Pur essendo d’accordo con chi sostiene come il modello Rimini anche in questa stagione difficile abbia tenuto meglio (molto meglio…) rispetto ad altri concorrenti, sono altresì convinto che non si possa eludere un problema comunque prioritario. Prima di indicare però le linee che a parer mio sono fondamentali per un programma di azione omogeneo e completo, voglio soffermarmi su un passaggio politicamente necessario.
Si discute appropriatamente di condivisione di obiettivi tra pubblico e privato, di patti concertati, di ‘fare ed essere sistema’, di coalizzarsi e fare lobby in senso positivo ma dietro alle enunciazioni di principio scorgo il sottile rischio che l’intera questione diventi la palestra o il palcoscenico per mostrare muscoli e potere, per sterili competizioni che avrebbero come unico risultato il perdere di vista il fine. Prima di siglare accordi sugli strumenti, forse bisognerebbe definire questo aspetto per così dire culturale e comunque ‘morale’. E qui la politica intesa largamente può e deve avere un ruolo centrale. Non esistono e non hanno ragione di esistere primi della classe sulla problematica turistica.

Per quanto riguarda la strategia forte in grado di supportare un più complesso processo di riqualificazione dell’offerta turistica (si agisce sul prodotto e non solo sulla commercializzazione di esso), provo sinteticamente a puntualizzare:

Ambiente: è necessario innanzitutto avere uno studio scientificamente attendibile su cambiamenti climatici e presenza di mucillagini nel Mar Adriatico. Questo per uscire dal teatrino delle opinioni personali, siano esse catastrofiste o ottimistiche in eccesso. Sullo stesso tema credo sia quantomeno opportuno che la Regione valuti la problematica Ambiente non solo nella sua declinazione turistica e marina ma che essa diventi un elemento prioritario nella discussione politica e amministrativa 365 giorni all’anno. Questo può tradursi, a mero titolo esemplificativo, in un maggiore sostegno economico ai Comuni- come Rimini- che investono risorse importanti nel risanamento ambientale, in un’estensione territoriale più vasta- con l’aiuto delle Province- della campagna autunnale e invernale sulla qualità dell’aria (che deve essere un punto positivo e qualificante dell’offerta), in progetti che permettano di legare in maniera più efficace i paesi dell’entroterra con quelli della costa;
Opere strutturali: rientra in parte anche il punto precedente visto che il rifacimento della rete idrica e fognaria rappresenta anch’esso un’opera strutturale. Mi limito comunque a sottolineare macro campi di azione quali la viabilità, i porti, l’aeroporto. Settori che non solo hanno bisogno di risorse finanziarie per essere adeguati a una domanda sempre più sensibile a questi aspetti ma anche una focalizzazione più rigorosa da parte della classe dirigente- pubblica e privata- riminese.
Troppo spesso in passato si sono persi treni importanti- e non solo per quanto riguarda la terza corsia dell’A14- per un eccessivo frazionamento di interessi e richieste
Progetti: un Palacongressi di livello europeo e armonizzato con il tessuto della città, una riorganizzazione dell’arenile che può avvenire in due fasi (alcune misure già attive per il 2003 e successivamente l’avvio della realizzazione del piano spiaggia e del Parco Marina Centro), l’utilizzo delle colonie (il Comune di Rimini sta definendo in queste settimane con la Regione l’acquisto della Novarese), il Trc, gli investimenti per la qualità diffusa della città, il rinnovamento delle strutture sportive, la valorizzazione dei contenitori culturali e del patrimonio monumentale;
Innovazione e qualità: giusto pretenderle dalla parte pubblica ma da questo discorso non può esimersi il privato, cui vanno sì garantite opportunità fiscali (incentivi e sgravi) e risorse economiche ma che deve anch’esso dar prova di fiducia credendo nella riqualificazione e non aspettandola. Trovo ad esempio opportuno un ripensamento della politica dei prezzi- tanto più importante quanto estesa la crisi economica-, magari giocata anche con caratterizzanti strumenti del marketing.
Marketing territoriale: il territorio che si presenta unitario all’esterno significa anche che si rende in qualche misura più autonomo rispetto a politiche di promozione eccessivamente generalizzanti da una parte e parcellizzate dall’altra.
Ho voluto qui indicare solo alcuni aspetti di un percorso molto più articolato che- non dimentichiamolo- per quanto riguarda la parte pubblica dovrà essere incanalato in passaggi amministrativi canonici che potrebbero far svanire l’abbrivio preso con la interessante discussione cominciata a stagione balneare non terminata.
Ecco, questo è un altro punto delicato: sarà importante individuare nuovi strumenti e iter amministrativi in grado di rispondere celermente e con flessibilità a problemi non più rimandabili.