Indietro
menu
Provincia Scuola

Tanti alunni di tante etnie sui banchi delle scuole riminesi

In foto: Una scuola plurietnica. Aumentano anche ad anno scolastico iniziato gli alunni stranieri iscritti negli istituti elementari della provincia. Per loro le cose non sono sempre facili.
Una scuola plurietnica. Aumentano anche ad anno scolastico iniziato gli alunni stranieri iscritti negli istituti elementari della provincia. Per loro le cose non sono sempre facili.
di    
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 26 set 2002 11:29 ~ ultimo agg. 00:00
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

I problemi di inserimento per questi ragazzi sono frequenti e derivano soprattutto dall’impossibilità di comunicare. La conferma viene da Antonio Montemaggi, direttore delle scuole del circolo didattico 1 di Rimini, con 77 alunni stranieri di cui 26 albanesi, 6 cinesi, 5 tunisini e 4 argentini: “Molti di loro non parlano italiano; è il caso soprattutto dei cinesi, ucraini e albanesi – commenta – con loro, spesso, per capirsi, occorre usare i gesti”.
Continuano ad arrivare bambini di paesi extracomunitari – ormai 60 su 777 iscritti in totale – anche alle scuole “Decio Raggi”, “Celle” e “Santa Giustina” del circolo didattico 2: in prevalenza cinesi, con un aumento negli ultimi anni anche di sudamericani. “Le difficoltà organizzative per noi insegnanti sono molte – spiega la direttrice Domenica Mauri, che illustra le soluzioni adottate: progetti personalizzati e collettivi di educazione alla convivenza interculturale. Coinvolti nelle iniziative anche i genitori immigrati e riminesi per diffondere tra loro un atteggiamento di maggiore tolleranza.
Ancora più consistente rispetto al totale il numero degli immigrati presenti sui banchi delle scuole “Miramare” e “Conforti” del circolo numero 7, 60 su 103: di questi, nel solo istituto di Miramare, come afferma la direttrice Maria Rosa Pasini la maggioranza proviene da Albania (con 8 bambini) e Macedonia (a quota 7), e ci sono anche rappresentanti dell’Argentina e del Bangladesh. Per loro, al circolo 7, i progetti di alfabetizzazione non mancano: lavori di gruppo misti in cui bambini immigrati con gravi problemi nella comprensione della lingua italiana possano confrontarsi con altri più avanti nell’apprendimento. A volte è previsto anche l’intervento di un mediatore linguistico per comunicare con alunni e genitori.
Corsi di italiano rivolti a bambini e famiglie sono in atto, invece, all’Istituto Comprensivo di Bellaria, dove i bambini immigrati indicati dalla direttrice Mara Marani sono 150, di cui 3 arrivati solo nel primo giorno di scuola. Tanti i disagi riscontrati, cui si cerca di rimediare con strumenti didattici appositi e tanta disponibilità. “Sono soprattutto i cinesi e marocchini ad avere tempi di apprendimento più lunghi – spiega la Marani – perché fanno più fatica a staccarsi dalle loro radici rispetto, ad esempio, ai bimbi dell’Europa dell’est. Per insegnare a loro l’italiano ci serviamo di vocabolari e testi specializzati, ma anche di tanta gestualità e affetto per metterli a loro agio. Il loro disagio non è solo linguistico – continua: spesso non hanno soldi sufficienti per comprarsi libri e quaderni, così chiediamo agli alunni del posto di dar loro in prestito dei libri usati”. Ma spesso, più che i bambini, sono le mamme ad avere problemi di inserimento: “Molti immigrati iscritti da noi hanno mamme che vivono in uno stato di emarginazione linguistica e culturale e così non possono avere aiuto neanche da loro – continua la direttrice dell’istituto bellariese. “Per questo, già da sei anni, organizziamo dei corsi di alfabetizzazione anche per i genitori dei nostri alunni stranieri. Finora la loro partecipazione è stata buona e ha dato discreti risultati”.