Sabato la Dedicazione della Cattedrale celebrata dal Vescovo
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nell’occasione avverrà la proclamazione ufficiale e pubblica del nuovo titolo onorifico di Basilica, con il quale la chiesa è stata insignita dalla S. Sede.
La festa della Dedicazione della chiesa cattedrale – informa la Diocesi di Rimini – è fra le solennità più significative dell’Anno Liturgico: l’edificio sacro, infatti, è simbolo della Chiesa Particolare, cioè della Diocesi, e della presenza in essa del Signore: la chiesa di pietre è simbolo della Chiesa-popolo di Dio.
La Dedicazione della Cattedrale di Rimini avvenne nel settembre 1950, a conclusione della laboriosa ricostruzione dopo i bombardamenti, che avevano distrutto tutta la parte absidale e il tetto, avevano compromesso la facciata monumentale e lesionato in più punti le pareti. La ricostruzione del Tempio Malatestiano, il monumento simbolo di Rimini, segnò la ripresa della vita della Città, rimasta quasi completamente distrutta dalla guerra.
Il titolo di Basilica è stato conferito alla Cattedrale di Rimini dalla Congregazione per il Culto Divino, per facoltà ricevuta dal Papa, su istanza del Vescovo Mons. Mariano De Nicolò.
Il titolo – si legge in una nota della Diocesi – è un grande onore: tra l’altro, premia anni di lavoro per restituire al Tempio Malatestiano la sua bellezza artistica e la sua funzionalità come chiesa.
Fra le prime cure del Vescovo De Nicolò, infatti, si annovera proprio l’amore per la Cattedrale, per la quale si attivò fin dall’inizio del suo episcopato per realizzare un restauro completo, durato vari anni.
Un contributo decisivo al restauro fu offerto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, mentre la direzione dei lavori fu svolta dalla Soprintendenza; il progetto di sistemazione dell’area celebrativa, adeguata alle norme liturgiche, fu realizzato secondo le indicazioni del Ministero Beni Culturali.
Fra le “condizioni” per concedere il titolo di Basilica Minore, oltre alla dignità storica e artistica, è sottolineata la funzionalità liturgica: i vari elementi necessari per la celebrazione della liturgia – altare, ambone e sede del celebrante, cioè la cattedra del Vescovo – devono essere conformi alle esigenze indicate dalla riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II.
Chiunque oggi entra in Cattedrale, si accorge di entrare in una chiesa: in essa coglie un ambiente in cui non vi è contraddizione tra ammirazione per l’arte ed esperienza di preghiera e di vita liturgica e sacramentale.
Il titolo di “Basilica Minore” attribuito alla Cattedrale di Rimini esprime un particolare vincolo con la Chiesa di Roma e con il Sommo Pontefice; per questo nel “logo” sarà usato il simbolo pontificio, cioè le “chiavi incrociate”. Solo cinque sono le Basiliche “maggiori”: S. Giovanni in Laterano, Cattedrale del Papa; S. Pietro in Vaticano; S. Paolo Fuori le Mura; S. Maria Maggiore; S. Lorenzo al Verano.
Nel giorno della proclamazione e, successivamente, in altri giorni prestabiliti, i fedeli che visiteranno la Basilica Cattedrale ottemperando alle condizioni richieste, potranno implorare l’indulgenza plenaria.
Prima del Gloria verrà data lettura del decreto della Santa Sede che conferisce al tempio Malatestiano il titolo, che segnala un legame particolare con il Papa e al quale si accompagnano alcuni segni: dall’inserimento nel logo del Duomo delle chiavi incrociate, simbolo pontificio, al privilegio per i fedeli di chiedere l’indulgenza plenaria in alcune occasioni solenni nell’anno: oltre al 21 settembre, le date in cui sarà possibile implorare l’indulgenza saranno il 14 ottobre San Gaudenzo, il 30 dicembre Santa Colomba, il 24 giugno, anniversario della dedicazione e il 29 giugno Santi Pietro e Paolo. Per il significato di questo riconoscimento: Mons. Aldo Amati, Vicario generale della Diocesi.
In occasione della festa della Dedicazione e della proclamazione del titolo di Basilica concesso alla Cattedrale di Rimini, l’altare maggiore si arricchisce al fronte di un bronzetto raffigurante a mezza figura Gesù Cristo che spezza il pane, mentre in evidenza vi è il calice. Il simbolo eucaristico è trasparente. L’altare è dedicato a “Cristo Capo della Chiesa”: la piccola immagine bene descrive il “titolo” dell’altare.
L’altorilievo in bronzo dorato, della misura di 35 cm in altezza per 22 di larghezza, è stato eseguito dallo scultore Mario Rudelli di Milano.
Mario Rudelli, allievo di Francesco Messina ed Enrico Manfrini, è stato titolare del corso di scultura in marmo a Brera. Si è messo al servizio della Parola di Dio e della liturgia della Chiesa con opere di grande impegno e valore, capaci di “rendere visibile e quotidiano il trascendente”. La sua arte è entrata nel presbiterio del Duomo di Milano ed in quelli di Lodi, di Treviso, di Pinerolo; si appresta ad eseguire altare, cattedra ed ambone per il Duomo di Torino; opere sue sono al Sacro Monte di Varese, a S. Michele di Verona, nella Cattedrale di St. Mary a S. Francisco (California), nella collezione di arte religiosa contemporanea in Vaticano e in quella di Villa Clerici a Milano-Niguarda.