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Il turismo funziona ancora: ma quanto e quale lavoro offre?

albergatori, commercianti, ristoratori, per una volta tutti concordi nell’indicare i giorni appena trascorsi come una partenza da “pole position”; un dato sicuramente importante per l’economia della Riviera, mentre protestano per il traffico già a livelli ferragostani, i cittadini che dal turismo non traggono reddito.
Il comparto turistico, è senza dubbio infatti uno dei pilastri su cui regge l’economia riminese: complessivamente, incide per un terzo sul reddito prodotto in Provincia. I dati delle ricerche sul mondo del lavoro, indicano però un allontanamento sempre maggiore dei riminesi dal settore turistico: sono sempre meno coloro che vi lavorano, e pochissimi i giovani che scelgono di qualificarsi (ad esempio, con la laurea in Economia del turismo, corso di laurea con sede a Rimini), con la prospettiva di rimanere a lavorare qui.
Anche perché, sono davvero pochi tra gli imprenditori ad investire in questo senso, e richiedere figure altamente qualificate per operare nel turismo: è uno dei dati emerso nel Filo diretto, in onda su Radio Icaro, organizzato con il mensile Lavori in corso, realizzato in collaborazione con l’Ufficio per l’impiego della Provincia di Rimini.
I dati di Walter Martinese, dell’Ufficio studi della CGIl di Rimini, descrivono una fase di passaggio, e di cambiamento non facile per il turismo riminese. Quello del nostro territorio, è un turismo ancora a forte impronta stagionale (anche se qualcosa si sta muovendo, e i dati raccontano una destagionalizzazione sempre più forte): con 20/ 30mila operatori stagionali, quasi tutti a bassa specializzazione.
Mentre fino alla fine degli anni ’70, gli stagionali erano per il 90% riminesi, ora la percentuale cala vistosamente, mentre cresce parallelamente anche la percentuale di chi arriva anche da molto lontano: il 30% della manodopera è extracomunitaria.
Non cambia solo la prospettiva degli stagionali: anche gli imprenditori, per quanto in misura minore, stanno cambiando, e anche in questo settore sono in calo i riminesi, afferma sempre Walter Martinese, dati alla mano.

Per Stefano Zamagni, docente di economia all’Università di Bologna, bisogna considerare che i servizi per il turismo non riguardano solo l’albergo e l’ombrellone, ma anche altre diverse attività che comunque creano impiego.
Questa sera alle 21 Stefano Zamagni sarà al teatro del Mare di Riccione per un incontro pubblico sul tema “Lavorare da cristiani”: l’incontro rientra nelle iniziative per la festa del Beato Alessio.

“Bisogna riscoprire la cultura del lavoro: fare l’operatore turistico è un mestiere difficile, non conosce domeniche, e c’è da considerare la concorrenza spietata delle mete turistiche a basso costo”, ha affermato nel Filo diretto Maurizio Bellavista, vicepresidente dell’Assoalbergatori riminese. Per lui, i giovani non scelgono più di lavorare nel turismo per le troppe pretese, e hanno perso la cultura del lavoro come valore. Per lui, non è un problema che non vi sia rispondenza tra titolo di studio e lavoro; la gavetta parte dal basso, anche se Bellavista riconosce la necessità di un rinnovamento qualificato per il turismo della Riviera.

La formazione, e la creazione di una cultura che promuova una nuova e diversa imprenditorialità sono le armi vincenti a parere dell’Assessore provinciale Massimo Pironi.