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Politica Rimini

L'assessore Vitali risponde all'onorevole Grassi

In foto: L'assessore ai Servizi Sociali del Comune di Rimini, Stefano Vitali (nella foto), risponde con una nota alle dichiarazioni dell'onorevole Ennio Grassi pubblicate questa mattina sui quotidiani locali:
<img src=images/politici/vitali.jpg border=0 align=right width=100>L'assessore ai Servizi Sociali del Comune di Rimini, Stefano Vitali (nella foto), risponde con una nota alle dichiarazioni dell'onorevole Ennio Grassi pubblicate questa mattina sui quotidiani locali:
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mar 5 mar 2002 18:15 ~ ultimo agg. 00:00
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“Cosa c’è di nuovo in chi cerca di accreditarsi alla pubblica opinione, non proponendo idee, ma cercando di distruggere l’avversario, e per di più della stessa componente politica? Cosa c’è di nuovo in chi cerca di demonizzare la vecchia D.C. e poi usa gli stessi metodi politici “democristiani”?
Ho letto a lungo le dichiarazioni fatte dall’on. Grassi e devo dire di essere rimasto colpito dal fatto che non di progetti o di idee politiche parlasse, ma di “vendette” politiche personali. Ora, che una persona aspiri a candidarsi alla carica più prestigiosa della città, nulla da obiettare, anche se i tempi e i modi di questa candidatura, quando c’è un sindaco pienamente in carica, fanno pensare…
Cosi come dà molto da pensare che il nuovo soggetto politico margherita, ancora bisognoso di essere sostenuto nel suo difficile cammino, debba partire con divisioni laceranti e dando la stura ad egoismi e ambizioni individuali che a mio parere hanno a che fare non con la vecchia o con la nuova politica, ma con la “brutta” politica, quella che, davvero, non ha età.
In questa politica nuova, c’è bisogno delle esperienze di tutti, ognuno secondo le proprie capacità, c’è bisogno dei politicanti di lungo corso e dei politici più giovani, e, curriculum alla mano, mi pare che anche Ennio Grassi sia da inserire nella prima categoria.
Vecchio e nuovo sono categorie che non esistono in realtà. Si deve incominciare a giudicare nel merito i progetti, le idee, le aspettative e i bisogni della gente, ragionare altrimenti significa, ribadisco, cadere nella trappola della politica nella quale, e a ragione, i cittadini non si riconoscono più”.