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No al casinò: si esprime il Consiglio Pastorale diocesano

Il Consiglio pastorale della Diocesi di Rimini è tornato ad occuparsi, come già fece nel 1986 e nel 1991, circa l’eventualità che venga aperto un casinò nel nostro territorio. Questa eventualità è fonte di forti preoccupazioni.
Se per alcuni può costituire il miraggio di un guadagno facile, e per pochi altri l’occasione di arricchirsi, per la popolazione non sarà certo il migliore investimento, né favorirà il bene comune, il vero benessere di tutti.
Il gioco d’azzardo è immorale in sé, favorisce il riciclaggio del denaro sporco, contamina l’economia; rende meno ospitali le nostre città, perché agevola l’infiltrazione della malavita e quindi costituisce una minaccia per una positiva convivenza sociale. Ci sono già tanti elementi di degrado etico nella nostra società; il gioco d’azzardo, con tutte le conseguenze negative che comporta, determinerebbe un’ulteriore pericoloso aggravio di tale situazione. La logica del profitto facile e illecito non può essere vincente a discapito della centralità dell’uomo e dei valori che ne arricchiscono la vita. Il gioco d’azzardo ha inevitabilmente le sue vittime, favorisce l’usura e lo strozzinaggio. Per i frequentatori è facile perdere ingenti somme di denaro, mettere a repentaglio persone e famiglie, provocandone il dissesto economico e portando i propri cari alla disperazione.
La famiglia, cellula fondamentale della società, va difesa da questo nuovo attentato alla sua dignità e stabilità. Il gioco d’azzardo può creare, in non pochi frequentatori, vere patologie e dipendenze, che costituiscono in definitiva, anche un onere per gli stessi enti pubblici e per tutta la società. Il Consiglio pastorale diocesano invita, pertanto, i politici, gli amministratori e gli operatori economici, ad operare con coraggio e lungimiranza, ad abbandonare l’idea del casinò, a sostenere scelte ed investimenti per un corretto sviluppo economico e sociale, portatori di promozione umana e di stili di vita positivi per il bene comune e per costruire una città a misura d’uomo.
E’ richiesto a tutti, a ciascuno per il ruolo che riveste e per la responsabilità che ha, di costruire il futuro guidati dalla logica della solidarietà e del bene comune.”