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Giovedì Gianmaria Testa inaugura ‘Innesti’ allo Snaporaz

Testa è nato nel 1958 in provincia di Cuneo (a Cuneo lavora appunto come capostazione). Nel ’93 e ’94 vince il premio del Festival di Recanati dedicato ai nuovi talenti della canzone d’autore, ma è in Francia che Testa diviene celebre. Nel ’95 sarà una produttrice francese, Nicole Courtois, a produrne il primo disco, Montgolfières, nel quale la sua voce calda e velata descrive un mondo di vento di memoria, di terra e di nebbia, di oggetti che volano da un cielo all’altro e di Donne nelle stazioni che se ne vanno senza voltarsi al braccio di qualcun altro. La musica è fatta di melodie limpide che emergono da un universo ricco e personale, dove tango, bossanova, habanera e jazz stanno fianco a fianco. Al disco, accolto benissimo dalla critica, fa seguito il passaggio in concerto in uno dei club più importanti di Parigi, il New Morning, nel febbraio ‘96.

Nell’ottobre dello stesso anno esce il secondo disco, Extra-Muros.

Nel febbraio ‘97 è uno degli ultimi cantanti a esibirsi nella mitica sala parigina prima della chiusura: l’Olympia. Nel giro di due anni, uno sconosciuto cantautore italiano si trova a debuttare – per caso – in Francia e a bruciare le tappe. Grazie al concerto dell’Olympia, l’Italia incomincia ad accorgersi di lui; la stampa, dapprima sorpresa, è poi compatta nel salutarne il talento. Nei mesi successivi compie tournée in Francia, Italia, Portogallo e Canada: un centinaio di date, dai club ai grandi teatri. Nei periodi di inattività artistica continua a lavorare alla stazione di Cuneo.

Nel ‘99 esce il terzo album, Lampo. Il titolo allude al fulmine e al flash della macchina fotografica: un istante luminoso che s’imprime nella memoria. Un disco che racconta storie minime, i cui protagonisti sono persone e realtà comuni che acquistano contorni sorprendenti. Suonato da una ventina di musicisti italiani e internazionali, nel disco la parola è regina. Diretta e semplice. Ancora una volta la stampa è unanime nel definire l’album magnifico e maturo, animato da uno swing quieto e leggero, essenziale. La fine dell’anno è dedicata ad una serie di concerti in Francia, mentre nel febbraio e nel marzo 2000 c’è il tour italiano.

Nel novembre 2000 realizza un vecchio sogno: mettere su disco l’esperienza di più di cento concerti in duo con il chitarrista e poeta Pier Mario Giovannone, con cui collabora fin dagli inizi. Tredici canzoni, di cui due inedite, realizzate “chitarra e voce”, e cinque poesie di Giovannone fanno de Il valzer di un giorno un disco solo apparentemente minimalista.

Nella voce di Testa ci sono i colori di Conte, di Fossati ma anche di J.J.Cale, Capossela e Buscaglione

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