Al Circolo Arci Wadada domenica la performance di Marco Mancassola
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Marco Mancassola ha ventisette anni ed è autore di un romanzo che ha
lasciato i lettori stupefatti per la precisione della scrittura, la
dolorosità del senso, la forza della sceneggiatura. Al contrario di
tante e inutili pagine giovanilistiche, quelle di Mancassola sortiscono
un doppio effetto: raccontano un universo reale e sconosciuto e fanno
scattare meccanismi di identificazione anche in chi ha il doppio degli
anni dei suoi personaggi. (Daniele Scalise).
Sin dai primi racconti, per parlare della scrittura di Mancassola si è
fatto un lusinghiero paragone con Pier Vittorio Tondelli. Giulio Mozzi
e Silvia Ballestra, i curatori dell’ antologia di scrittori under 25
Coda, hanno scritto: “Pier Vittorio Tondelli nei suoi ultimi lavori
(cioè in Camere separate e in L’abbandono) aveva presentato una voce
del tutto nuova. Da questa voce, dal Tondelli separato e abbandonato,
ci sembra che Marco prenda le mosse. Abbiamo avuto, leggendo e
rileggendo le carte di Marco, sempre più l’impressione di sentire una
voce dentro un’altra voce. Naturalmente questo non è un limite: non è
mai un limite partire da lì dove qualcun altro è arrivato”. Questo
agli
esordi. Oggi Mancassola è un narratore adulto. La sua scrittura si
caratterizza per un’assoluta mancanza di sentimentalismo, pur
centrando
le sue storie sui temi dell’abbandono e della perdita delle persone
care.
Marco Mancassola ha pubblicato racconti in riviste e antologie tra cui
Coda (Transeuropa, 1996) e il romanzo Il mondo senza di me (Pequod,
2001)