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Rimini

La lettera di Stefano Goffi, malato di Aids

In foto: Oggi è la Giornata Mondiale della lotta all'Aids. La lettera di Stefano Goffi, che da anni ha contratto il virus dell'Hiv: Mi chiamo Stefano e sono un malato di AIDS. In occasione della giornata mondiale della lotta all'Aids ho pensato di scrivere una lettera per sensibilizzare.
Oggi è la Giornata Mondiale della lotta all'Aids. La lettera di Stefano Goffi, che da anni ha contratto il virus dell'Hiv: Mi chiamo Stefano e sono un malato di AIDS. In occasione della giornata mondiale della lotta all'Aids ho pensato di scrivere una lettera per sensibilizzare.
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sab 1 dic 2001 14:59 ~ ultimo agg. 00:00
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Anche quest’anno ce l’ho fatta e sono arrivato al 1 Dicembre, Giornata Mondiale della lotta all’Aids! Purtroppo di Aids non si parla più, non fa più notizia, eppure oggi moriranno più di 8mila persone nel mondo, più di 3 milioni in un anno di cui 2,3 milioni africani. L’Aids, purtroppo, non mette più quella “sana” paura, eppure oggi si contageranno circa 14mila persone, di cui 7mila fra i 15 e i 24 anni, e sono più di 5 milioni quest’anno nel mondo.
Dall’inizio dell’epidemia sono morte circa 25 milioni di persone di cui il 90% viveva nei paesi in via di sviluppo. Ogni minuto quasi 10 persone sono infettate dall’Hiv, di queste 5 sono giovani sotto i 25 anni. Sono 40 milioni le persone contagiate nel mondo, un terzo ha fra i 15 e i 24 anni; il 95% vive nei paesi in via di sviluppo. L’Africa sub-sahariana è la più colpita: sono circa 26 milioni le persone contagiate, quindi il 65% del totale mondiale, in una regione dove risiede il 10% della popolazione del mondo. In Africa l’Aids uccide un numero di persone dieci volte superiore alle vittime delle guerre in tutto il continente.
In Italia ogni giorno 10 nuove infezioni da Hiv. Sono invece 968 i nuovi casi di Aids registrati in Italia nel primo semestre 2001. In totale oggi i malati di Aids Italiani sono oltre 14mila; poco più di 100mila il numero dei sieropositivi. Non dobbiamo abbassare la guardia: la stabilizzazione dei nuovi casi di Aids negli ultimi due anni è solo merito delle terapie e non della prevenzione: basti pensare che il 60% delle persone che scopre la malattia in fase conclamata non si è sottoposto ad alcuna terapia prima della diagnosi.
Ecco come cercate di nascondere l’Aids e noi, riducendoci a dei numeri: l’Aids è diventato solo un numero, una cifra, uno scoop, un business! Eppure dietro quei numeri, batte o batteva un cuore: il cuore di Sacha, di John, di Soledad, di Vladimir, di Felipe, di Maria, di Chen, di Ali. Io non mi sento il numero “4101963” dei 40 milioni di persone che vivono con l’Hiv o l’Aids.
Io sono Stefano, con un nome ed un volto preciso. Mi potete numerare, mi potete archiviare, mi potete anche schedare, ma io rimango per prima cosa Stefano, con una vita ricevuta in dono, da vivere. Con un volto preciso: bello o brutto non ha importanza, quello che conta è che è il mio. Poi, sono anche un malato di Aids che “da dei numeri”: degli ultimi 26 week end cioè 6 mesi, 26 cioè tutti, li ho passati a letto con la febbre. 411.000 sono le lire che lo Stato mi da per vivere (non riesco neanche a sopravvivere!!) ogni mese, dato che non posso lavorare. 7 i chili persi negli ultimi mesi (chissà che invidia per quelli che devono rinunciare o spendono un sacco di soldi in diete!): ma io non sono solo questi numeri, sono molto altro. 40 al giorno, 1.200 al mese, 14.600 all’anno le pillole che devo ingurgitare. 10mila i chilometri percorsi quest’anno per esami, cure, ricoveri e altro; 120 le provette di sangue che mi hanno preso quest’anno: ma io non sono solo questi numeri, sono molto altro.
Negli ultimi sei mesi (180 giorni) sono stati 104 il totale dei giorni di febbre. 4 volte a notte, 120 al mese, 1.440 all’anno sono le volte che mi alzo ogni notte per gli effetti collaterali dei farmaci chemioterapici: ma io non sono solo questi numeri, sono molto altro. Sei anni, cioè 2.190 sono i giorni che ho ininterrottamente diarrea. Giorni in cui ho pianto: tanti! Giorni in cui la paura e l’angoscia hanno cercato di avere il sopravvento: molti! Giorni in cui i dolori non mi hanno mai lasciato: troppi! Ecco cosa siamo noi.
Ma noi non siamo solo dei numeri, siamo delle persone, come voi. Ridiamo, pensiamo, ci arrabbiamo, proprio come voi. Anche noi sogniamo una moglie, dei figli, una vecchiaia serena. Noi, come ognuno di voi, “siamo Parola unica ed irripetibile uscita dalla bocca di Dio”. Siamo un prodigio, perché siamo stati pensati per quello. Non siamo appestati o solo dei condannati a morte, ma persone con dei difetti che aspettano che altre persone le aiutino a crescere; ma anche con dei doni unici (l’originalità) che altri non hanno e aspettano noi e la nostra persona, per essere completi. Questa è la nostra missione, non quella di morire di Aids.
Oggi è la giornata della lotta all’Aids: Angoscia Ira Disperazione Sofferenza; ma potrebbe anche essere diversa, se tutti insieme lo vogliamo: Amandoci Insieme Dobbiamo Sperare. L’Aids ci ha lasciati soli, voi non fate altrettanto!